COME
E PERCHÉ AVERE SETE DI GIUSTIZIA ED ESSERE COSÌ BEATI?
“Beati
quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno
saziati” (Mt 5,7)
Per addentrarci in
questa beatitudine, sarà opportuno progredire con una certa
gradualità .
Incominceremo
cercando di intendere cosa significhi “aver
fame e sete”, poi “comprenderemo” il concetto di “giustizia”
(disgraziatamente troppe volte usato a sproposito e in modo assai
ambiguo) per poi infine buttarci nella beatitudine senza nessun
tipo di risparmio.
Prima di tutto però
dobbiamo rapidamente recuperare la mattinata appena trascorsa, la
nostra storia personale, quella delle persone che ci sono più
vicine ed infine rendiamo presente anche la storia di tutti i 6
miliardi di donne ed uomini che abitano il nostro pianeta, in modo
particolare quelli che soffrono enormemente a causa delle
ingiustizie. Ricordiamo che nella nostra tanto amata terra, si
stanno combattendo ancor oggi circa 50 guerre, ci sono tutti i
giorni persone che vedono sottratte la loro vita perché altre lo
desiderano o perché sono considerate “in esubero”, altri sono
ancora obbligati a perdere o vendere la propria dignità , altri
non trovano o hanno appena perso il lavoro, altri non sanno più
come reagire davanti alle uccisioni di parenti ed amici innocenti,
ricordiamo anche chi nell’enorme precarietà della propria vita
ha messo – volontariamente o inconsciamente - una data di
scadenza alla propria esistenza, ecc.
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AVER
FAME E SETE
Persone che hanno
vissuto sulla loro pelle lÂ’esperienza della sete, raccontano di
essere stati disposti a correre rischi di vario genere e di
essersi esposti a numerosi pericoli pur di poter estinguere quella
fisiologica esigenza che li attanagliava, indubbiamente da
ritenere tra le più prioritarie del corpo umano. L’emergenza di
ingerire liquidi giunge a tal punto da essere travolgente, da
scomodare a livello esistenziale. Non si può dire che la fame sia
molto più tollerabile della sete. Com’è possibile allora che
Gesù di Nazareth unisca in una beatitudine la giustizia, la fame
e la sete?
LÂ’espressione
biblica “avere fame e
sete” significa avere un desiderio ardente ed incontenibile
di qualcosa. Con questa chiave di lettura vanno proclamati,
pregati ed interpretati i salmi 42 e 63, così come del resto
anche il profeta Amos 8,11-12. È un vuoto molto intenso che anela
ad essere riempito, unÂ’ansia immensa che brama di essere
saziata.
Nel caso della
beatitudine che prendiamo oggi in considerazione, si tratta di
quel desiderio profondo e veemente di giustizia.
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GIUSTIZIA
Nel senso biblico,
giustizia è una parola ed un concetto essenzialmente religioso;
è equivalente a “volontà di Dio”, “compimento dei suoi
disegni” ed “obbedienza ai suoi principi” ed ai suoi
comandamenti. Per tanto nella Bibbia è impossibile comprendere ed
interpretare il termine “giustizia”
su di un piano esclusivamente giuridico (la “giustizia
distributiva”), sebbene nelle sue comprensioni rientrassero
tutte le relazioni tra gli esseri umani e quindi si recuperava
anche tutto lÂ’aspetto sociale. Non ci sono dubbi, il concetto di
giustizia biblica va diretto alla radice, senza troppi giri
inutili di parole: comprende tutta la vita della persona credente,
guidata dalla volontà divina: è sicuramente una di quelle
dimensioni costitutive della vita profondamente umana, che non si
possono negoziare.
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IL
REGNO DI DIO: IL REGNO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE
La giustizia cui si
riferisce la beatitudine considerata oggi è la “nuova
giustizia” del Regno di Dio, come affermerà lo stesso Matteo
poco dopo: “Cercate prima
il Regno di Dio e la sua giustizia” (Mt 6,33), decisamente
superiore a quella meramente legalista degli scribi e farisei (Mt
5,20). Non è possibile comprendere la vita di Gesù di Nazareth
senza la “fame e sete di giustizia”, ovvero, senza l’esistenziale
passione per il Regno, che ha dato senso ed unità piena al suo
originale stile di vita, alla sua predicazione, alle sue scelte,
alla sua coerenza ed alla sua azione. La causa principale che
mosse la vita di Gesù e la spiegazione delle condizioni radicali
del discepolato fu sostanzialmente il desiderio ardente di creare
le condizioni affinché il
Dio-Abbá potesse regnare, che fosse accettata la sua paternità -maternità ,
la quale potesse generare nuove relazioni di fraternità tra gli
esseri umani e tra questi ed il resto della creazione.
LÂ’incontro con il Padre-Madre avvenne - e succede ancora
nell’attualità - attraverso l’ascolto della sua Parola e
mediante la perseveranza nella ricerca e nella costruzione
quotidiana del Regno di Dio, che è il Regno della giustizia e
della pace, accogliendo questa proposta di Dio e portandola avanti
con la nostra preghiera - personale e comunitaria - ed il nostro
impegno effettivo.
La discepola ed il
discepolo di Gesù sono chiamati a conformarsi alla persona di
Cristo. Saranno beati quando come Lui avranno ”fame
e sete di giustizia”: non avrebbe nessun significato
schierarsi, aderire, abbracciare, testimoniare ed optare
seriamente per Cristo senza coltivare il suo medesimo desiderio
ardente, lÂ’anelito, la voglia incontenibile, la brama e
lÂ’impegno concreto per la giustizia che lo hanno
contraddistinto.
La beatitudine
conclude con una certezza, dicendo che saranno “saziati”
gli assetati ed affamati di giustizia. Si potranno beneficiare
dellÂ’autentico ristoro, nel percorrere il sentiero tracciato da
Gesù di Nazareth, nel rispondere con la propria esistenza alla
proposta così affascinante di “cercare prima il Regno e la sua giustizia”, nel poter
incontrare il Dio-Abbá attraverso la costruzione di un mondo
molto più umano, un mondo in cui, come afferma solennemente il
salmo 85: “Misericordia e
verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno”
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PER
STIMOLARE LA CONDIVISIONE
Mantenendo uno
sguardo molto attento sulla storia personale, sulla quella delle
persone che il Signore ci mette a fianco e su quella dellÂ’umanitÃ
intera:
- Ho già provato
nella mia vita una prolungata assenza di liquidi?
- Sperimento la
medesima esigenza, necessità e desiderio ardente di giustizia?
Resto indifferente alle gravi ingiustizie che disumanizzano sempre
più?
- Vivo lÂ’incontro
con Dio e la costruzione del suo Regno come un servizio affinché
la giustizia e la pace abbiano lÂ’ultima parola?
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LA
GUERRA: LÂ’OPPOSTO DELLA GIUSTIZIA
LÂ’ULTIMA
RISATA
“Cristo!
MÂ’hanno colpito”, disse; e spirò. ChissÃ
se
fu vana bestemmia, o in realtà una preghiera.
Le
pallottole, comunque, cinguettarono – Invano! Vano! Vano!
Le
Mitragliatrici sogghignarono, -Ba-sta! Ba-sta!
E
il Grosso Cannone scoppiò in una risata.
Un
altro sospirò, - “Oh Mamma, mamma! Babbo!”.
Poi,
già morto, al nulla sorriso come un bimbo.
E
lÂ’altezzosa nube di proiettili
Fece
un pigro gesto, Ssstool..to!
E
la pioggia di schegge ridacchiò.
“Amore
mio!” uno si lamentò, come struggendosi d’amore,
finché
tutto il suo volto s’abbassò lentamente e baciò il fango.
E
le Baionette digrignarono i lunghi denti;
turbe
di Granate fischiarono e brontolarono;
e
il Gas sibilò.
WILFRED
OWEN
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