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Modena: In cella pensando al futuro: coop.soc Rinatura

Modena: In cella pensando al futuro: coop.soc Rinatura, Mo

 

In cella pensando al futuro

di Mariapia Cavani

Per il direttore della struttura penitenziaria la reclusione non basta: è necessario offrire un percorso credibile e presentare il lavoro come strumento di dignità e ripensamento. A Castelfranco una esperienza per mettere in contatto i detenuti con la realtà esterna

da Nostro Tempo – Modena – Anno XLVI n° 1-10 gennaio 2004

 
Il carcere: non solo la reclusione come punizione per un reato commesso, ma anche la possibilità di rieducazione e riscatto. Questo è scritto nella nostra Costituzione, questo sarebbe una garanzia di minori recidive una volta scontata la pena, questo crede Francesco D’Anselmo, direttore della Casa di lavoro di Castelfranco. La cooperativa sociale modenese Rinatura, da tempo si occupa di agricoltura biologica e inserimento lavorativo di individui svantaggiati, tra cui ex detenuti: dall’incontri di queste due realtà è nato il progetto che da qualche mese Sara Dallari, agronoma di rigatura, incaricata della direzione tecnica, sta realizzando all’interno della Casa. Da tempo esistono nella struttura alcune serre, una stalla, alveari per la produzione di miele, 16 ettari di seminativi, frutteto e vigneto. Il progetto prevede la conversione al biologico della produzione, a partire dalle piante orticole e dal miele, e la commercializzazione dei prodotti attraverso la normale filiera, per dare sostenibilità economica al progetto.

“La funzione educativa della pena – dice il dott. D’Anselmo – ci permette di restituire al territorio un utile cittadino e la relazione con la società all’esterno, quali ad esempio le cooperative sociali, ci permette la necessaria osmosi col territorio. E il rapporto con Rinatura, per quanto riguarda le coltivazioni, permette una natura non assistenziale del lavoro svolto. Gli internati possono infatti acquisire competenze reali, che potranno poi spendere alla fine della reclusione”. La dottoressa Dallari, che coordina il progetto, dice che “ruolo della cooperativa è quello, in primo luogo, della formazione degli internati insieme al tecnico della Casa Marco De Biase, i primi responsabili del lavoro. Poi ci sono la sostenibilità economica, il confezionamento e la collocazione dei prodotti, l’attivazione del metodo biologico e del sistema di certificazione. La produzione nelle serre è già stata attivata: ortaggi secondo la stagione, premiando la biodiversità, ma anche pianticelle per chi desidera coltivare il proprio orto. Anzi, siamo già disponibili a raccogliere prenotazioni per la prossima primavera. Poi piante aromatiche ed ornamentali, forse piante grasse. Tenteremo la produzione di zafferano e c’è la possibilità di convertire al bio anche le stalle, per l’allevamento di mucche della razza modenese”.

“Attualmente – come spiega ancora il direttore – gli internati sono 24, ma potremmo arrivare ad accoglierne anche 140, dopo il completamento dei lavori di ristrutturazione, perché la struttura rientra tra quelle a custodia attenuata previste per le pene inflitte ai tossicodipendenti. La mia esperienza mi dice però che per queste persone non basta: è necessario offrire loro u percorso credibile, presentare il lavoro come strumento di dignità e ripensamento volontario sul proprio percorso di vita. All’interno della Casa c’è anche un laboratorio di falegnameria: artigiani abili in questo settore sono sempre più rari e una buona formazione potrebbe offrire ai giovani un ulteriore sbocco professionale”.

Il progetto di Rinatura non è il solo in corso di realizzazione a Castelfranco: la ristrutturazione della casa prevede anche la realizzazione di un impianto di fornitura elettrica attraverso un impianto eolico,per diminuire l’impatto ambientale della casa stessa. Inoltre, gli spazi intorno alla casa sono diventati un nodo ecologico, che ospita volatili, sia quelli stanziali che quelli migratori. “Ci piacerebbe potenziare – afferma ancora D’Anselmo – anche questa caratteristica, a  servizio di tutta la comunità.

Chi volesse già fin d’ora prenotare le piante per il proprio orto, può rivolgersi a Sara Dallari (348-78.26.770). Il miele è già in vendita e per gli ortaggi è necessario aspettare la giusta stagione.

 

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