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Cesena: Oltre il confine stabilito ...

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Cesena:

OLTRE IL CONFINE STABILITO ...

13 gennaio 2005 la Carovana della Pace ricorda De André

Infoconcerto con video, testimonianze, monologhi liberamente ispirati al cantautore nel sesto anniversario della morte

 

13 gennaio 2005

OLTRE IL CONFINE STABILITO ...

la Carovana della Pace ricorda De André

di e con  Artenovecento

Infoconcerto con video, testimonianze, monologhi liberamente ispirati al cantautore nel sesto anniversario della morte

13 Gennaio 2005

Teatro Victor

Ingresso 5 euro, Prevendite: Bar "Le Café" Cesena

info: www.artenovecento.ma.cx

 ore 21,00, San Vittore di Cesena

"Oltre il confine stabilito..."  la Carovana della Pace ricorda De André

"Mi citeran di monito/a chi crede sia bello/ giocherellare a palla/ con il proprio cervello./
Cercando di lanciarlo/ oltre il confine stabilito/ che qualcuno ha tracciato/ ai bordi dell'infinito."

Queste le parole con cui Fabrizio De André, o Faber come lo chiamano gli amici, descrive la paura e il malessere dei tossicodipendenti nel "Cantico dei Drogati", canzone contenuta nell'album "Tutti morimmo a stento" (1968).
In tempi non sospetti e lontano dalle fiere del buonismo tanto in voga negli ultimi anni, il cantautore degli oppressi ha dimostrato una notevole empatia con quanti, volontariamente o sfortunatamente, cerchino nelle droghe la risposta a problemi forse più grandi di loro. D'altra parte i drogati erano e sono parte di quell'universo di persone dignitosamente, diligentemente, umanitariamente umiliate dal senso comune. E Faber non può che stare dalla loro parte..

Faber il cantautore dei poveri e degli emarginati, il critico della guerra che non ha mai ceduto al gusto dell'invettiva fine a se stessa, il religioso laico ed anarchico che ha parlato di Gesù come "il più grande filosofo dell'amore che donna abbia mai concepito", ma che non ha esitato a denunciare le ipocrisie della chiesa nell'emblematica "Il testamento di Tito".
Faber uomo capace di vivere anche di contraddizioni e proprio per questo "anima salva" dalla tentazione di  prendere facili posizioni unilaterali; che ha celebrato i difetti dell'umanità dove l'umanità stessa si autodemolisce trattando i difetti da peccati mortali; che ha condannato la violenza togliendole la veste di guerra, di mala politica, di ipocrisia moralista, di razzismo e fascismo di cui volta per volta si ricopre.
Faber uomo del viaggio e della continua ricerca, nella misura in cui viaggio e ricerca servono a vedere il mondo da un punto di vista sempre nuovo, libero dalla pariglia nazionalistica, integralistica e dagli "ismi" in genere.

Faber che probabilmente sarebbe contento di partecipare ad una Carovana della Pace, un po' marinaio e pirata, zingaro e pastore com'era; o almeno ci piace pensarlo.

Da qui l'idea di farci forti del suo messaggio nel sesto anniversario della sua morte.

La Carovana è una realtà abbastanza multiforme e comprende senza omologarle tante realtà. E' composta dalla chiesa e dalla società civile, laddove la società civile può anche non essere religiosa se non nel senso ampio di seguire comunque una spiritualità. Si muove e staziona al contempo, perché ogni nodo, compreso quello di Cesena, è collegato ad una rete più ampia e dinamica in cui i problemi e le soluzioni ai medesimi vengono condivise. Potrebbe essere, insomma, un buon esempio di iniziativa glocale, condividendo in buona parte le valenze eterogenee che denotano questo neologismo.

Dati i presupposti non è stato molto difficile pensare ad un "infoconcerto" in cui le canzoni e i pensieri di Faber facciano da sfondo alla presentazione di importanti tematiche contemporanee, di cui la Carovana si occupa.
E, purtroppo, non è stato difficile neppure collegare queste tematiche generali all'ambito locale trattate dal Nodo Cesenate delle Carovana.

Così ci si rende conto che quando De André parla dell'umanità emarginata della sua Genova, della sua città vecchia, ci parla, mutatis mutandis, degli odierni immigrati.
Quando ci parla dell'assurda morte di Piero, ci parla dell'assurdità degli eserciti e delle basi militari.
Quando ci parla delle limitazioni alla libertà dell'uomo, ci parla di tutta una serie di confini che ne impediscono la salute con tutto quello che questa privazione si porta dietro.

Ci sono confini che respingono, confini che rinchiudono, confini che separano i simili e segnano diversità fittizie senza esaltare la ricchezza del mosaico culturale.
Confini stabiliti da entità ben più grandi di noi che però sono rimarcati da noi stessi tutte le volte che li vediamo e reprimiamo la nostra voglia di oltrepassarli.

Il termine carovana implica un movimento, e per muoversi bisogna saltare fossi, tagliare fili spinati, scavalcare muri. Andare oltre, sempre "oltre il confine stabilito".

Matteo Peraccini

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