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Il sabato mattina è stata dedicata all’ascolto di testimonianze significative, tra cui il prezioso intervento di don Pino Caiazzo, Vescovo della città di Matera che ci ha raccontato della terra in cui lavora e ci ha spronato a non mollare mai.
Il Mondo ed il Signore hanno bisogno di persone contente!

Giubileo GIM: testimonianza di don Pino Caiazzo

Vescovo di Matera, don Pino Caiazzo, ha regalato ai giovani presenti parole piene di Vita e di Missione

Pino Caiazzo

Pino Caiazzo

Il punto di partenza del suo racconto sono state le vicende dei discepoli dopo la morte del loro Maestro: sono delusi e amareggiati in seguito all’uccisione di Gesù. Allora Pietro decide di tornare a pescare, cioè all’attività che faceva prima, credendo di aver perso tempo e pensando di ritrovare così la pace. Tuttavia, agendo in questo modo, Pietro vuole scappare dalla realtà. E anche gli altri lo seguono, escono dal cenacolo e tornano dove stavano prima dell’incontro con Gesù.

Anche noi abbiamo spesso la tentazione di scappare dalla nostra Terra e fuggire, come se le speranze in quel luogo fossero state annientate per sempre. Questo è quello che spesso accade nelle terre del sud Italia. Però il Meridione, ci ricorda don Pino, non è solo mafia e mortificazione, ma anche vita e gioia.

La notte in cui i discepoli tornano a pescare, nessun pesce abbocca e le reti sono vuote: è una sconfitta; si rendono ancora conto di aver perso tempo e di non avere più nulla. Hanno la percezione di non saper fare più nemmeno ciò che prima apparteneva alla loro quotidianità e così perdono ogni certezza.

Gesù, però, si avvicina all’alba e loro non lo riconoscono subito. Don Pino sottolinea che è la nostra certezza sapere e credere che il Signore si presenta vicino a noi quando meno ce lo aspettiamo, sebbene non sempre riusciamo a capire che ci sta parlando. Dio infatti si accosta a noi e ci parla attraverso fatti, avvenimenti, parole ed incontri. Gesù allora dice ai discepoli di gettare le reti dall’altra parte della barca anche se ormai è giorno. Sembrano delle contraddizioni. Qualsiasi pescatore professionista si sarebbe stupito della richiesta, così come hanno fatto loro. Eppure funziona.

Cosa significa questo per noi? È un invito a fare ciò che Dio vuole e non ciò che vogliamo noi, altrimenti il risultato sarà deludente. Proprio da questa Parola don Pino capisce che il suo posto è restare nella sua terra, comprende che lì è il luogo dove è chiamato ad agire.

Il vescovo invita la Chiesa e, in particolare, i giovani a non avere paura di affrontare la Vita e la realtà. Nonostante le difficoltà e le possibili contraddizioni, l’invito è proprio quello di avere il coraggio di buttare le reti dove ci dice il Signore e agire in un contesto sfavorevole. Oltre a ciò è necessario comprendere che senza Gesù noi non portiamo nessuno a salvezza e che quello che facciamo di bene è in Suo nome: questo è quello che contraddistingue l’azione di un cristiano da quella di una ONG o una qualsiasi associazione.

Questa consapevolezza cosa ci dona? La risposta sta nel vedere sempre frutti buoni, nonostante le delusioni.

Come reagiscono i discepoli dopo l’epifania di Gesù? Giovanni lo riconosce e Pietro si butta in mare, è andato “nel pallone”. Gesù allora lo prende in disparte e gli chiede in tre volte: “mi ami più di costoro?”, “mi ami?” ed alla fine gli domanda“mi vuoi bene?”.

Prima di analizzare le risposte di Pietro, don Pino si preoccupa di fare delle precisazioni riguardo il triplice significato di Amore in greco:

Amore con il senso di eros, cioè attrazione fisica

Amore con il senso di phylìa, cioè il voler bene (quello per gli amici)

Amore con il senso di agape, ciò la pienezza dall’amore (il ti amo)

Pietro alle provocazioni risponde rispettivamente: “Phylìa, ti voglio bene”, “Ti voglio bene” e “Tu sai che ti voglio bene”. Si può notare come Gesù scenda al pari di Pietro con l’ultima domanda e in questo modo guarisce l’apostolo dalla triplice rinnegazione.

Detto questo, il vescovo di Matera ribadisce come la Chiesa debba essere liberata e guarita. Non dobbiamo perderci d’animo nel favorire l’attenzione verso l’altro, proprio come ha fatto Gesù con Pietro. Dobbiamo promuovere l’amore incondizionato da simpatie, colore della pelle e origine verso il prossimo. La costruzione di muri, la politica della chiusura e delle armi favorisce la paura ed è contro l’uomo. Così don Pino ci invita a gran voce a non lasciarci vincere dalla paura, ma piuttosto dobbiamo fidarci del Signore e di ciò che ci dice.

Infine, don Pino ha fatto un grande augurio (che suona anche come una raccomandazione) ai giovani in ascolto: ci ha invitato ad essere felici, qualsiasi cosa scegliamo dalla Vita. Infatti il Mondo e il Signore hanno bisogno di persone Contente!

Tante parole forti e significative, che hanno profondamente segnato i cuori e le riflessioni di chi le ha ascoltate: un esempio di profonda Fede e di instancabile determinazione nel voler seguire il volere di Dio proprio nel luogo complesso e contraddittorio in cui è chiamato a fare missione.

 

Anna Angarano Villa

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