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Riflessioni di un Gimmino a Verona riguardo la politica contraria all'accoglienza

Non in mio nome

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#NON IN MIO NOME!


Verona 5 febbraio 2019, una Chiesa del centro è affollata da centinaia di persone; non solo, altre centinaia non riescono ad entrare e si fermano fuori ad attendere: no, non è la messa di Natale; no non è una celebrazione con un importante prelato; è un momento in cui sull’altare viene portata ed offerta la nostra umanità sofferente e bisognosa di accoglienza e non di rifiuti, di cittadini di serie A e di serie B.
Tutte queste persone seppure diverse tra loro hanno una caratteristica in comune; sono qui tutte per dire un no, un no ad un sistema, a delle normative, alla fine ad un ministro che nel dire #primagliitaliani si dimentica che per primo dovremmo essere umani e quindi noi tutti abbiamo detto il nostro forte #NONINMIONOME, no caro ministro, non mi rappresenti!


Parlavo di altare e dell’offrire la nostra umanità, ecco questo gesto profondamente cristiano ed evangelico è stato fatto da un uomo che si definisce ateo, Domenico Lucano, che nel parlare della sua esperienza, con la voce rotta dall’emozione e con la semplicità di chi è uomo d’azione e non uomo d’oratoria, ci ha detto “lo rifarei mille volte, se servisse a salvare una vita umana!”.
Sarà la giustizia a decidere in merito alla legalità delle sue azioni, ma onestamente io mi sento di sostenere chi ha lottato per la propria terra, chi ha cercato di accogliere e di creare un sistema virtuoso, tanto che quasi 100 mila cittadini italiani ritengono che Riace dovrebbe ricevere il premio Nobel per la pace. In più io in questo uomo ho sentito il ricordo di nomi, e mi ricorda che anche per me i migranti non sono un qualcosa di distante, ma tra loro vi sono amici che hanno un nome, un cognome ed una storia che li ha segnati profondamente.


Su questo altare dove si parlava di questa umanità tradita dai suoi fratelli, quale migliore celebrante di un comboniano come Padre Alex Zanotelli che ha scelto i poveri, le periferie, gli ultimi e si è fatto campione delle loro battaglie e voce per le nostre coscienze? Qualche giorno fa Salvini si faceva una domanda in un twitt polemico, “come può un uomo di Chiesa provare tanto odio?”.

Onestamente Matteo, mi permetto di chiamarti per nome visto che non siamo così
distanti come età, io ho pensato a quel Vangelo che ogni tanto tieni in mano dove quel Gesù di Nazareth espressione massima di amore avvisava che seguirlo avrebbe comportato divisioni, perché amare senza se e senza ma ed essere oracolo di verità da male, spaventa e la scelta più comoda e fuggire!

Caro Salvini, Zanotelli non ti odia, vuole ricordarti che se vuoi essere cristiano devi amare, non puoi essere razzista, devi accogliere il fratello senza ragionamenti economici, interessi o altro. Non so cosa tu sceglierai alla fine; io, come uno dei tanti presenti martedì, scelgo di dirti il mio no, #NONINMIONOME e sto su quell’altare con Mimmo, Alex e quei fratelli caduti nel cimitero liquido del Mediterraneo: loro i crocifissi del giorno d’oggi assieme a tanti altri fratelli poveri sono le nostre offerte sull’altare dell’umanità, perché l’emorragia di umanità si ferma solo con un grande abbraccio che va oltre le diversità ed una scelta definitiva a favore di AMORE e VANGELO.
#CONGESUSCELTEDIVITA


Un gimmino tra i tanti presenti a Verona il 5 febbraio 2019

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