Oggi
c'è ancora più bisogno di ieri di «condividere la vita
con gli ultimi e di lottare insieme a loro per la giustizia
e la cittadinanza». È il messaggio che la Comunità di via
del Seminario di Pesaro ha portato alla Carovana della pace.
L'associazione, attiva da trent'anni, si occupa di
emarginazione (malati psichici, tossicodipendenti, portatori
di handicap) e ha dato vita ad una forma di accoglienza
specializzata che nella conquista della dignità ha il suo
scopo e il suo centro.
E
di azioni di dignità e di riscatto ha parlato, di fronte ai
1.500 del Palasport, anche monsignor Giancarlo Bregantini,
vescovo di Locri. Nel ricordare che talvolta il sud
dell'Italia ripropone le stesse dinamiche di esclusione che
si rilevano nel sud del mondo, Bregantini ha raccontato in
che modo è possibile innescare il cambiamento, pur in una
terra attraversata da una forte inerzia sociale e da una
diffusa illegalità. Si tratta di passare dalla marginalità
(«prendendo coscienza che la storia ha "lasciato
fuori" la Locride») alla tipicità («ogni realtà
vale, ogni terra ha potenzialità da portare allo scoperto»).
Ma questo processo va accompagnato. Ad esempio, la
cooperazione trentina - Bregantini è trentino di nascita -
sta sostenendo progetti sviluppi agricolo nella Locride. «Il
sud e il nord possono farcela insieme, soprattutto se ci si
muove nella logica della reciprocità, che significa pari
dignità ed è un passo in avanti rispetto alla solidarietà».
In
riferimento ai venti di guerra di questi giorni, il vescovo
di Locri ha affermato che dopo l'11 settembre l'occidente,
invece di rendersi conto delle proprie responsabilità, ha
alimentato la "cultura del nemico", teorizzando
addirittura la guerra preventiva. «È necessario invece –
ha aggiunto – "tornare indietro", ritrovare il
senso delle nostre azioni. Un po' come Maria e Giuseppe
quando, non trovando più Gesù bambino, sono tornati
indietro: lo hanno trovato nel tempio, perché la terra
senza il cielo non è completa».
«Ci
vuole una cultura della reciprocità - ha concluso il
vescovo -, se vogliamo ritrovare giustizia e pace. Dobbiamo
togliere l'embargo all'Iraq ed essere motivo di speranza per
il mondo islamico».
Alla
fine dell'incontro, gli scout di Pesaro hanno consegnato
alla Carovana il segno che sarà portato a Bologna il 15
settembre: un'ampolla contenente l'acqua dell'Adriatico, a
simboleggiare un mare che unisce e non divide le sponde. |