Pesaro: cultura del nemico o cultura della reciprocità? 

articolo di Raffello Zordan

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Il vescovo Bregantini: «Dobbiamo togliere l'embargo all'Iraq».

 

Oggi c'è ancora più bisogno di ieri di «condividere la vita con gli ultimi e di lottare insieme a loro per la giustizia e la cittadinanza». È il messaggio che la Comunità di via del Seminario di Pesaro ha portato alla Carovana della pace. L'associazione, attiva da trent'anni, si occupa di emarginazione (malati psichici, tossicodipendenti, portatori di handicap) e ha dato vita ad una forma di accoglienza specializzata che nella conquista della dignità ha il suo scopo e il suo centro.

 

E di azioni di dignità e di riscatto ha parlato, di fronte ai 1.500 del Palasport, anche monsignor Giancarlo Bregantini, vescovo di Locri. Nel ricordare che talvolta il sud dell'Italia ripropone le stesse dinamiche di esclusione che si rilevano nel sud del mondo, Bregantini ha raccontato in che modo è possibile innescare il cambiamento, pur in una terra attraversata da una forte inerzia sociale e da una diffusa illegalità. Si tratta di passare dalla marginalità («prendendo coscienza che la storia ha "lasciato fuori" la Locride») alla tipicità («ogni realtà vale, ogni terra ha potenzialità da portare allo scoperto»). Ma questo processo va accompagnato. Ad esempio, la cooperazione trentina - Bregantini è trentino di nascita - sta sostenendo progetti sviluppi agricolo nella Locride. «Il sud e il nord possono farcela insieme, soprattutto se ci si muove nella logica della reciprocità, che significa pari dignità ed è un passo in avanti rispetto alla solidarietà».

 

In riferimento ai venti di guerra di questi giorni, il vescovo di Locri ha affermato che dopo l'11 settembre l'occidente, invece di rendersi conto delle proprie responsabilità, ha alimentato la "cultura del nemico", teorizzando addirittura la guerra preventiva. «È necessario invece – ha aggiunto – "tornare indietro", ritrovare il senso delle nostre azioni. Un po' come Maria e Giuseppe quando, non trovando più Gesù bambino, sono tornati indietro: lo hanno trovato nel tempio, perché la terra senza il cielo non è completa».

 

«Ci vuole una cultura della reciprocità - ha concluso il vescovo -, se vogliamo ritrovare giustizia e pace. Dobbiamo togliere l'embargo all'Iraq ed essere motivo di speranza per il mondo islamico».

 

Alla fine dell'incontro, gli scout di Pesaro hanno consegnato alla Carovana il segno che sarà portato a Bologna il 15 settembre: un'ampolla contenente l'acqua dell'Adriatico, a simboleggiare un mare che unisce e non divide le sponde.