Tappa di
Milano

Diario della Piccola Comunità Itinerante di Resistenza

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«Due bambini presero due colombe e le strinsero tra le mani. Si dissero: “Andiamo dal nonno e chiediamogli se sono vive o morte. Se risponde che sono vive le stringiamo e le uccidiamo. Se dice che sono morte le liberiamo”.

Così andarono dal nonno, gli mostrarono le mani con le colombe immobilizzate dalla stretta e gli chiesero: “Nonno, queste colombe sono vive o sono morte?”.

Il nonno rispose: “Dovete deciderlo voi. La verità è dentro di voi, dentro le vostre mani”.»

 

La colomba è simbolo di tante cose, da quando annunciò a Noè la fine del diluvio: è speranza di vita, è lo Spirito che Dio infonde a suo Figlio e poi a tutti i discepoli, è la Pace.

Come questo piccolo animale è ormai ovunque nelle nostre strade e piazze, così troppo comuni sulla bocca di tutti, sono le parole che simboleggia.

 

Anche la croce, ormai sul collo di tutti, ci sta facendo dimenticare il suo vero significato, quello di essere la via della salvezza.

Questa sera, più che in tutte le altre, i nostri testimoni hanno unito la Parola alla denuncia, l’annuncio alla denuncia. La Carovana avanza e aumenta sempre più la comunione tra i loro spiriti. Vanno a braccio ormai, e  i loro interventi legano i percorsi di conversione personale, le testimonianze che l’uno dona all’altro durante i piccoli momenti quotidiani, i grandi problemi del nostro amato mondo che vengono posti come sfide, come richiamo alla nostra responsabilità.

 

Questa sera sono stati più duri e radicali ancora delle altre sere, ma tutti hanno sfoggiato una capacità ironica che ha affascinato e appassionato le tantissime persone che riempivano corridoi e scale  della sala del Pime.

Un filo sempre meno trasparente lega le vite e l’impegno dei nostri amici. Perché il filo che tesse la loro vita proviene dalla stessa matassa: la Parola è la fonte di quel realismo che li rende prudenti,  di quel coraggio che li fa sembrare folli.

 

Il Vangelo deve essere il nostro punto di riferimento.

Non possiamo vendere la forza evangelica della fame e sete di giustizia per qualche promessa di aiuto.

La denuncia di violenze  e ingiustizie è anch’essa annuncio di salvezza. (Ballestrero, presidente CEI)

Il brano della moltiplicazione dei pani e dei pesci (Mt 14) ci parla in modo nuovo della giustizia

Si pensa alla giustizia come divisione in parti uguali. La giustizia è di più: è moltiplicazione delle parti uguali per realizzare la giustizia per tutti. Ma occorre rischiare di mettere in comune la propria parte.

 

Non si può costruire giustizia senza ricerca della verità. Non si può fare sconto alla verità.

Non possiamo tacere e non dobbiamo lasciare che quei pochi che parlano restino i soli a farlo.

La giustizia, anche se debole, vince. L’ingiustizia, anche se ha molti vigorosi sostenitori viene sempre sconfitta. (Origene)

La libertà stessa di tutti si gioca sul terreno del diritto e della giustizia. Giustizia per i cittadini e dei cittadini.

 

Una affermazione decisa di don Luigi Ciotti è fondamentale per la nostra società dell’indifferenza: “Qualcuno può dire che sono di parte. E io dico: sì, sono di parte: ma da una sola parte, dalla parte della giustizia.”.

L’entusiasmo che i testimoni ci hanno lasciato questa sera è davvero grande, “ma è sui fatti che noi chiediamo verità e cerchiamo di costruire giustizia”(don Ciotti).