Con il Dio

di giustizia e di pace

Veglia di preghiera per la pace Gruppo missionario di Pesaro 2002

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La veglia è strutturata in due momenti
1: BEATI COLORO CHE AMANO LA GIUSTIZIA

2: BEATI COLORO CHE AMANO LA PACE

Guida: nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo…

Canto:

 

1: BEATI COLORO CHE AMANO LA GIUSTIZIA

     (si porta sull’altare il primo cero, simboli della giustizia)

 

Guida: Per ritrovare il significato della virtù della giustizia, occorre mettersi nel solco della Parola di Dio. Nella Bibbia si parla dell’uomo giusto  come colui che è fedele alla legge di Dio; che vive sottomettendosi alla volontà di Dio espressa nei suoi precetti; che è leale e rispettoso dei diritti degli altri, soprattutto dei più poveri.

 

Tutti (a cori alterni): Sciogliete la gioia come una bandiera e innalzate nel canto la lode.

Nessuno tenti di frenare la musica e ogni strumento si accordi per il coro.

 

Chitarre e nacchere accompagnino la danza dell’umanità in festa.

Jahwè ci ha fatto un regalo, ci ha donato il creato, profumo della sua parola.

 

Egli non mente, è fedele nella sua giustizia, perché il suo amore trabocca in ogni angolo della terra.

E noi abbiamo travato scritta la parola: amore!

 

E’ festa, perché non poniamo più le nostre speranze nei nuovi modelli di difesa

E abbiamo fatto della debolezza la nostra forza quando l’abbiamo sposata all’amore suo per noi

E per ogni uomo di questa terra.

 

La nostra speranza ha il suo nome e anche la nostra festa si colora di arcobaleno

Perché fedeltà è il nome del nostro Dio e non ci lascia soli, quando abbiamo bisogno di lui.

 

Sorride alla musica, alla danza e al canto;

a volte sfiora le corde dell’arpa per unirsi con noi nella gioia.

 

                                                                                                          (Tonino Dell’Olio)

 

Guida: Dal Vangelo secondo Matteo. (20, 1-16)

 

Pausa di silenzio e riflessione

 

1° lettore: La giustizia di Dio è una giustizia sbilanciata: “Ma che razza di giustizia è questa?” anche tu ti domanderai.

Quel padrone dà agli ultimi la stessa paga dei primi! Quanto è giusto? E’ quello che pensano i primi operai, rimanendo sbigottiti! Che giustizia è questa? Ma Dio è così, ben diverso da noi: non distribuisce secondo i meriti, non dà semplicemente in relazione a quello che facciamo, non dà solo ai primi, ma in base al suo cuore buono…

2° lettore: La giustizia di Dio è una giustizia che non condanna, non reagisce al male con il male, non emette la sentenza di fronte al nostro errore, ma risponde con un amore ancora più grande: ecco il perdono, ecco la misericordia...

1° lettore: La giustizia di Dio è un modo di agire in cui il figlio Gesù, il solo giusto, l’innocente, si rende “colpevole” per liberare noi, peccatori. La sua è una giustizia che ci “giustifica”, cioè che ci rende giusti…

2° lettore: Tante, infinite sono le ingiustizie sulla terra: povertà, fame, violenza, sfruttamento, guerre, torture… Si, le ingiustizie sono tante, purtroppo, e non possiamo nemmeno elencarle tutte. Ma molti sono anche gli affamati di giustizia: coloro che subiscono soprusi e violenze perché il diritto non venga calpestato.

 

Canto

 

Guida: Chi è il giusto?

 

-          Colui che desidera la giustizia. Nel Vangelo Gesù dice: “Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati”.

-          Colui che rispetta la proprietà altrui. L’altro si prolunga in ciò che ha: non posso metterci le mani.

-          Colui che non sopporta le ingiustizie e le disuguaglianze: quando c’è un’ingiustizia non alza le spalle, ma rimane inquieto finché non sia eliminata.

-          Colui che si mette dalla parte di chi è innocente, debole, indifeso.

-          Colui che ripara ad un guasto fatto, colui che non incolpa l’innocente.

Colui che vuole essere perfetto come il Padre che è nei cieli, cioè nel perdono, nella misericordia, nella giustizia, nell’amore.

 

2: BEATI COLORO CHE AMANO LA PACE

(si porta sull’altare il secondo cero, simbolo della pace)

 

Guida: Non siamo molto abituati a legare il termine “pace” a concetti dinamici. Raramente sentiamo dire: “quell’uomo si affatica in pace”, “lotta in pace”, “strappa la vita con i denti in pace”. Più consuete nel nostro linguaggio sono, invece, le espressioni : “Sta seduto in pace”, “sta leggendo in pace”, “medita in pace” e ovviamente “riposa in pace”.

La pace, insomma, ci richiama più la vestaglia da camera che lo zaino del viandante. Più il caminetto, che l’officina brulicante di problemi. Più il silenzio del deserto che il traffico delle metropoli.

Più la penombra raccolta di una chiesa che una riunione di sindacato. Più il mistero della notte che i rumori del meriggio.

La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia, rifiuta la tentazione del godimento. Non ha nulla  da spartire con la banale “vita pacifica”, non elude i contrasti. Si, la pace, prima che traguardo, è cammino, cammino in salita. Vuol  dire che ha le sue tabelle di marcia e i suoi ritmi. I suoi rallentamenti e le sue accelerazioni. Forse anche le sue soste. Se è così occorrono attese pazienti. E sarà beato, perché operatore di pace, non che pretende di trovarsi all’arrivo senza essere mai partito, ma chi parte.                                                  (d. Tonino Bello)

 

 

Tutti: Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annunzia la pace per il suo popolo,

per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con tutto il cuore.

 

La sua salvezza è vicina a chi lo teme e la sua gloria abiterà la nostra terra. Misericordia

E verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno.

 

La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo.

Quando il Signore elargirà il suo bene, la nostra terre darà il suo frutto.

Davanti a lui camminerà la giustizia e sulla via dei suoi passi la salvezza.   

                                                                                                                    (Salmo 85)

 

Dal Vangelo secondo Matteo (25, 34-40)

 

 

                -à simbolo dell’impegno personale

 

pausa di silenzio

canto

proclamazione a più voci del manifesto del “Giubileo degli oppressi”

 

Guida: E ora tocca a noi, anzitutto sviluppare una spiritualità giubilare che affonda le sue radici nella tradizione biblica, ebraica e cristiana, tradizione che sta dalla parte degli esclusi, perché il Dio di Mosè, il Dio di Gesù, non è quello del faraone e dell’impero romano, ma il Dio degli schiavi e dei crocefissi. Una spiritualità che si alimenta di contemplazione e di Parola, scoprendo e assumendo il sogno di Dio.

Spontaneamente: Ci impegniamo a ….

 

Guida: Scenda su di noi, Signore, il tuo Spirito Santo, perché tutti gli uomini cerchino sempre l’unità nell’armonia e, abbattute le divisioni di razza e culture, la terra diventi una sola famiglia e ogni lingua proclami che Gesù è il Signore.

Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

 

Canto