20 dicembre 2002,
Comunità Guadalupe
Carney,
Trujillo, Colón
Honduras,
Abya Yala
“La
vita di ognuno è un’attesa
Il
presente non basta a nessuno.
In
un primo momento
Pare
che ci manchi qualcosa,
Più
tardi ci accorgiamo che ci manca Qualcuno
E
lo attendiamo.”
(don
Primo Mazzolari)
Cosa è Natale?
Me
lo chiedo seduto qui nella champa,
illuminato dal primo caldo sole del mattino, immerso nel verde lussureggiante di
un bosco di palme.
La
giornata è iniziata quando ancora era buio per i campesinos della Comunità Guadalupe
Carney: 600 famiglie accumunate dal sogno di possedere un giorno quella
terra che spetta loro di diritto in base alle leggi della Riforma Agraria, ma
che è ancora tra gli artigli di alcuni latifondosti. Uomini e donne, vecchi e
bambini si alzano ogni mattina per lavorare in una terra dove per loro non
sembra esserci posto, gravidi di una promessa che cresce nel loro cuore da ormai
due anni.
Natale è attesa
della
realizzazione di un annuncio di libertà e giustizia che si perde nella memoria.
Un’attesa lunga e difficile tra le cui crepe filtra il dubbio e la paura.
Ed
il sogno può tramutarsi in un’ansia sfiduciata.
Nel
1999, dopo che l’uragano Mitch aveva sconvolto il paese nell’ottobre
dell’anno precedente, la società civile honduregna si stava riorganizzando.
In tale contesto si formò il Movimento
Campesino dell’Aguan (MCA),
composto da 45 Empresas Asociativas
Campesinas (EAC) appartenenti a
tre organizzazioni nazionali (CNTC, ANACH e
ACAN) con lo scopo di recuperare i 5724,92 ettari di terra destinata a
Riforma Agraria che negli anni ottanta erano occupati dal CREM
(Centro Regional de Enternamento Militar)
in cui militari statunitensi addestravano le truppe salvadoregne e della Contra
nicaraguense per la guerriglia anti-rivoluzionaria. Queste terre furono
acquistate dello Stato honduregno nel 1991, diventando terre fiscali e quindi
destinate a Riforma Agraria, e successivamente cedute all’Istituto
Nacional Agrario (INA), l’ente
governativo che cura e promuove il processo di tale Riforma.
Alla
mezzanotte del 14 maggio 2002, sessanta camion carichi di uomini, donne, bambini
ed anziani, tutti contadini senza terra provenienti da diverse regioni del
paese, entrarono nelle terre del CREM
sotto una pioggia battente ed il fuoco delle mitragliatrici degli allevatori che
le occupavano illegalmente e ne presero possesso.
Alla
comunità nata quella notte venne dato il nome di Guadalupe Carney, un padre gesuita nord-americano convertito dai
poveri e martire desaparecido.
Nei
giorni e mesi successivi molte persone si unirono alla comunità, magari dopo
aver visto la lunga fila di camion entrare nella notte. Molte altre uscirono,
stremate dalle condizioni di estrema povertà in cui le famiglie furono
costrette a vivere nelle terre appena recuperate.
Il
clima di violenza e di minacce generato dei terratenienti ha mietuto molte
vittime e ha determinato l’esilio forzato di padre Pedro Marquetti, gesuita
spagnolo, che come direttore della Caritas di Trujillo ha accompagnato la
crescita dell’MCA e la cui voce al fianco dei campesinos infastidiva i potenti
locali.
Da
quei giorni di maggio, il Movimento è impegnato nel processo di titolazione
delle terre recuperate: titolare significa vedere riconosciuto ufficialmente il
possesso delle terre e poter quindi iniziare tutta una serie di interventi e
progetti che facciano fruttare i terreni e permettere quindi alle famiglie di
vivere dignitosamente del loro lavoro.
In
questa terra lottare non significa usare la forza per conquistare qualcosa, ma
resistere per vedere riconosciuti i propri diritti fondamentali, quei bisogni
elementari di cui ogni essere umano necessita per vivere. Vita e lotta, lucha
y vida, si intrecciano e si fondono nell’esistenza di questa gente
abituata a lavorare la terra e che sa bene che piantare il seme non basta, ma
occorre vigilare e scacciare i corvi che vogliono divorarlo.
Nel
1991, anno in cui il governo acquistò le terre del CREM, la municipalità di Trujillo vendette in brevisimo tempo
quelle stesse terre a 18 compratori, che poi le rivendettero a prezzi irrisori
ad una ottantina di allevatori. Questa azione, attuata grazie ad un articolo
della costituzione successivamente riformato, è illegale poiché i terreni del CREM
sono fiscali e dunque non vendibili dalla municipalità in quanto destinati a
Riforma Agraria. Nonostante ciò gli allevatori, obbligati per legge ad
abbandonare le terre, ora reclamano un’indenizzazione per un valore
complessivo di 30 milioni di Lempiras, più di 2 milioni di euro.
In
questa assurda situazione il Movimento è rimasto unito e per far pressione sul
governo affiché metta a disposizione i soldi per il pagamento degli indenizzi,
il 26 giugno 2001 i campesinos bloccarono la strada che collega le principali
città della regione di Colón allo sbocco sul mare presso Puerto Castillo,
vicino a Trujillo. Questa azione pacifica non ottenne alcuna risposta dalle
autorità governative, ma in compenso, il giorno seguente, le squadre speciali
della polizia di Bonito-oriental, Tocoa, la Ceiba e Trujillo chiamate Cobras,
posero fine alla manifestazione con una violenta repressione che rese necessario
il ricovero ospedaliero di undici persone gravemente ferite dalle raffiche di
mitragliatrice sparate sulla folla che ancora oggi portano sui loro corpi i
segni di quella terribile giornata; due donne abortirono a causa delle persosse
ricevute e dei gas tossici delle bombe lacrimogene.
Dopo
questi tragici eventi l’azione politica dell’MCA continuò ed il 22 gennaio
2002 il Congresso Nazionale rese attivo il decreto 92-2001 mediante il quale il
governo trasferì definitivamente all’INA
i 30 milioni per il pagamento degli indennizzi.
I
campesinos, a cui la terra spetta di diritto, hanno dunque lottato pacificamente
e subendo violenza perchè venissero pagate delle persone che avevano
illegalmente comprato e occupato i terreni.
Adesso
molto dipende all’INA, a cui spetta
il compito di gestire i soldi degli indennizzi affichè le terre siano
definitivamente liberate ed essere poi titolate alle Empresas del Movimento. Questo processo di saneamento procede però a rilento ed in modo poco trasparente:
spesso gli indennizzi sono gonfiati o vengono contestati dai terratenienti; i
pagamenti vengono eseguiti direttamente dagli uffici dell’INA a Tegucigalpa agli occupanti, senza un effettivo controllo da
parte degli uffici regionali coinvolti e dell’MCA. Manca inoltre tutto il
supporto formativo e creditizio che l’INA deve garantire ai beneficiari della
Riforma Agraria.
Tutto
questo è il frutto acerbo di un sistematico sabotaggio della Riforma Agraria
attuato dalle molte forze politiche ed economiche che ad essa storicamente si
oppongono. Il governo del presidente Maduro ha cancellato la Riforma Agraria del
suo programma. Hilberto Gonzales, l’attuale responsabile dell’ufficio
dell’INA nella regione di Colón,
dove si trovano le terre dell’MCA è l’ex presidente della associazione
degli allevatori di Sabà, coinvolti nella disputa per i terreni del CREM.
In
questo orizzonte desolante, gli Erode di turno giocano con le vite altrui e le
loro spade affilate aprono squarci nel delicato tessuto del Movimento.
Da
qualche mese circola la voce secondo cui alcune Emprezas, le cui terre sono state sanificate, vogliano titolare
senza aspettare che tutti i terreni siano stati recuperati e pagati, violando
così gli accordi interni all’MCA. Questa azione solitaria e opportunista,
dettata dagli interessi di pochi che, dentro e fuori l’MCA, sfruttano la
frustazione dei campesinos, rischia di compromettere tutto il processo di
recuperazione: titolare adesso che molte terre sono ancora da recuperare
significa rinunciare ai diritti sulle terre mancanti a totale beneficio dei
terratenienti e degli allevatori.
Tutto
questo accresce nella gente la sfiducia nelle effettive possibilità di ottenere
ciò per cui si è tanto lottato e patito.
Eppure
molti non ci stanno e continuano a guardare avanti con speranza.
Natale è seguire
una stella
È
alzare lo sguardo e afferrare i segni di speranza; partire spinti dall’utopia,
disposti ad attraversare il deserto e le difficoltà, senza lasciarsi impaurire
dagli sciacalli paurosi e bugiardi. Nella comunità ci sono ancora donne e
uomini che non hanno smesso di sognare e ancora lottano senza violenza, decisi e
sorridenti, creando ogni giorno nuovi sentieri tra le dune sabbiose
dell’ingiustizia, perché alla fine tutti possano vivere la Pace in questa
terra.
Sono
persone semplici: uomini e donne con la pelle bruciata dal sole, dagli occhi
luminosi e limpidi che scrutano penetranti; mani segnate dalle cicatrici del
lavoro e spalle forti abituate a sopportare il peso di una vita precaria.
Partecipo
a molte riunioni in cui questa gente a lume di candela, magari dopo tante ore di
lavoro, hanno ancora la forza di parlare e discutere, di indignarsi e sorridere
ed alla fine trovare nuovo slancio e nuove proposte da attuare.
In
questo mese ha iniziato a lavorare un nuovo gruppo di azione politica, per
riunificare le forze e rianimare l’impegno: molta strada rimane ancora da
fare, ma camminando insieme si sconfigge la paura.
Può
sembrare una battaglia impari, un grido nel deserto.
Ma
questo grido ha partorito un bambino
“Il
tardivo figlio invita
al
compimento delle profezie
e
il seno di Elisabetta diventa bocca
insieme
alla muta fede di Zaccaria
Vergine
madre, serva e liberatrice,
la
più grande di tutte le donne,
tu
hai posto il cielo tra la razione quotidiana
delle
nostre amarezze e dei nostri piaceri.
Metti
in allarme la montagna di Giuda,
Gravida
di cammini, che non sa
Che
con te procede la Via
E
come sarà umano inseguire
questa
tenerezza che è nel tuo ventre,
feto
di sogno e di sangue, nostro Dio”
(Pedro
Casaldaliga, vescovo di São Felix do Araguia, MT, Brasile)
Natale è un bambino
che nasce
Umiliato
ai margini della città, il suo vagito richiama tutti coloro che vegliano nella
notte.
La
speranza abita i cuori di chi sa cogliere i segni del cambiamento e si tramuta
nella danza alla vita di un intero popolo.
Dio
ha scelto di incarnarsi in un bambino indifeso, emargianto, perseguitato ed ora
riposa tra le braccia di una giovane donna che ha saputo accogliere la speranza
.
La
sua bocca sarà strumento di liberazione, inviterà i poveri a prendere il
largo, a gettare le reti anche quando sembra una follia, ma per adesso succhia
il latte di sua madre, nascosto in una stalla.
Un
giorno camminerà ed inviterà tanti ad alzarsi per seguirlo, ora solo alcuni
pellegrini vegliano con lui, fermi davanti ad una mangiatoia.
Sono
qui da un mese, troppo poco per capire, ma mi sembra a volte di sentire la
brezza leggera del cambiamento che accarezza le guancie di questa gente e le
invita al sorriso.
Poca
poesia e tanto sudore, a volte senza capire i comportamenti e le situazioni
tanto lontane da quelle che io ho sempre vissuto.
L’oppressore
è potente, si vorrebbe reagire, combattere... ma per adesso rimaniamo qui,
nella notte, a prenderci cura di un bambino appena nato, folle speranza di chi
sa che il buio passerà e “verrà a visitarci dall’alto un solo che sorge,
per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e
dirigere i nostri passi sulla via della Pace” (Lc 1, 78-79).
Io
non so se sono nel posto giusto, se saprò dare qualcosa a questa gente, se
riuscirò a camminare con il passo di questi uomini e di queste donne, che mi
stanno insegnando a costruire il futuro giorno per giorno. Sento però
l’importanza di accompagnare questa marcia, condividendo dal di dentro le
difficoltà e le ansie, lo slancio e la gioia in una realtà che sempre
cambia.
Da
questo angolo di mondo viene il mio augurio per questa festa dell’Incarnazione
Nascente
Perché
non ci lasciamo abbattere dal non vedere esaudite le nostre piccole attese, ma
lasciamo spazio al Sogno più grande.
Perché
sappiamo alzare la testa e trovare il coraggio di seguire la stella che conduce
all’utopia che è diventata carne per sempre, per poter soffrire e gioire con
noi.
Perché
le nostre parole inutili non spengano la delicata fiamma della speranza.
Perché
la nostra indignazione, la nostra rabbia di fronte all’ingiustizia, siano
capaci di cullare la vita che nasce.
“Ci sarà la Pace, se i poveri lo vorranno.”
(don Tonino Bello)
que
le baya bien,
filippo
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