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UGANDA, 1 OTT 2000 (14:4) (fonte Misna)

UCCISO MISSIONARIO COMBONIANO  

Padre Raffaele Di Bari, comboniano, è stato ucciso stamane, alle 12:00 ora locale, dai ribelli dell’Esercito di Resistenza del Signore (Lra) nel nord Uganda. Lo ha riferito alla MISNA padre Venanzio Milani, vicario generale della congregazione missionaria. Padre Di Bari, 71 anni, è stato aggredito dai ribelli mentre stava raggiungendo la sua missione di Pajule dopo aver celebrato la santa messa nella cappella di Acholi bur, una località 20 chilometri a sud della città di Kitgum. Nell’agguato, la sua macchina è stata data alle fiamme. Il missionario, originario di Barletta (Bari) e in Uganda dal 1959 si era particolarmente distinto nel denunciare pubblicamente le vessazioni perpetrare dai ribelli dello Lra. Già alcuni giorni fa aveva riferito telefonicamente alla MISNA d’essere sfuggito ad un agguato dei ribelli che da più di un decennio terrorizzano l'Uganda settentrionale, particolarmente le popolazioni dei distretti di Gulu e Kitgum. (CO)

 

UGANDA, 1 OTT 2000 (17:4)

UCCISONE MISSIONARIO: NUOVI PARTICOLARI  

Sono giunti nuovi particolari alla nostra redazione sulla morte di padre Raffaele Di Bari, comboniano, ucciso stamane dai ribelli dell’Esercito di Resistenza del Signore (Lra) nel nord Uganda. L’aggressione è avvenuta alle 10:30 ora locale e non alle 12:00 come riferito in un primo momento. Il missionario viaggiava dalla missione di Pajule (40 chilometri a sud di Kitgum) verso Acholi bur, un piccolo centro 20 chilometri a sud di Kitgum dove sorge una piccola chiesa. Padre Di Bari aveva in programma di celebrare ad Acholi bur l’eucarestia ed alcuni battesimi alle 11:00. Prima che giungesse a destinazione, il veicolo è stato investito da alcuni colpi d’arma da fuoco e il religioso è morto all’istante. A bordo della macchina si trovavano anche una suora ed un catechista che miracolosamente sono riusciti a fuggire. Il veicolo si è poi incendiato, pare in seguito all’esplosione del serbatoio. Padre Di Bari, originario di Barletta (Bari) e in Uganda dal 1959, si era particolarmente distinto nel denunciare pubblicamente le vessazioni perpetrate dai ribelli dello Lra. Già alcuni giorni fa aveva riferito telefonicamente alla MISNA d’essere sfuggito ad un agguato dei ribelli che da più di un decennio terrorizzano l'Uganda settentrionale, particolarmente le popolazioni dei distretti di Gulu e Kitgum. “In tanti anni d’Africa, la missione più grande che abbia mai ricevuto dal Signore è stata quella di dare voce a questa gente, denunciando le atrocità che i ribelli commettono, quasi quotidianamente, contro donne, vecchi e bambini” aveva detto telefonicamente al direttore della nostra agenzia giovedì scorso. L’Esercito di resistenza del Signore, in questi anni ha sequestrato migliaia di bambini costringendoli forzatamente ad arruolarsi nelle proprie file. L’uccisione di padre Di Bari è avvenuta nella stessa località dove, 10 anni fa, i ribelli uccisero un altro suo confratello, padre Egidio Biscaro. “Questa morte è il coronamento di una dedizione profetica alla causa degli indifesi del nord Uganda – ha commentato alla MISNA padre Guido Oliana, superiore provinciale dei comboniani in Uganda. (CO)

 

UGANDA, 2 OTT 2000 (0:1)

PAJULE: OGGI I FUNERALI DI PADRE DI BARI

"Verranno celebrati oggi a Pajule i funerali di padre Raffaele Di Bari". Lo ha riferito alla MISNA padre Antonio Simeoni, vice parroco della missione a cui apparteneva il missionario ucciso ieri dai ribelli dell'Esercito di Resistenza del Signore (Lra). "Siamo sconvolti per la morte di padre Raffaele - ha proseguito padre Simeoni - . Rimpiazzare un uomo come lui, così coraggioso e generoso sarà impossibile! Era davvero un padre per tutti!" Questa mattina, padre Raffaele aveva chiesto alla gente se la strada che conduce da Pajule ad Acholi bur fosse libera. Gli era stato riferito che la presenza dei militari ugandesi era garantita lungo tutto il percorso. Purtroppo non è stato così. L'imboscata nella quale il religioso ha perso la vita è avvenuta alle 10:30 ora locale a Orotwilo, una località a cinque chilometri da Pajule. "Alle 11:00 avrebbe dovuto celebrare la messa domenicale e alcuni battesimi ad Acholi bur, dove la comunità cattolica lo attendeva" ha spiegato padre Simeoni. (CO)

 

UGANDA, 2 OTT 2000 (0:44)

PADRE RAFFAELE, GRAZIE PER QUELLO CHE HAI DATO ALLA TUA GENTE!

Sono trascorse ancora poche ore dalla morte in Uganda di padre Raffaele Di Bari e il dolore per la sua scomparsa è davvero grande. Come dimenticare un uomo coraggioso come lui, capace di rischiarare quotidianamente la vita al fianco di un popolo dimenticato da tutto e da tutti. Viveva in una terra nella quale la guerriglia dell'Esercito di Resistenza del Signore (Lra), da ormai più di un decennio, ha seminato morte e distruzione. Ma lui non è mai fuggito. "Era un uomo che stava dalla parte dei poveri perché in loro riconosceva il Cristo crocefisso" commenta padre Carlos Rodriguez Soto, missionario comboniano, grande amico di padre Raffaele. "Ciò che mi ha sempre colpito in lui - aggiunge con tono commosso - è stata la grande capacità di discernimento nel leggere il dramma della popolazione Acholi. Aveva capito che l'impegno pastorale e sociale non potevano bastare da soli a vivere la missione. Per essere solidali con i poveri occorreva gridare il loro dramma al mondo. È così che mi spiego il suo impegno nel denunciare, attraverso la MISNA, le vessazioni perpetrate dai ribelli". Ma chi sono questi fanatici che uccido senza pietà? Combattono col rosario appeso al collo e lo recitano cento volte al giorno. Dicono di combattere nel nome di Dio e predicano il terrore. Molti di loro sono bambini, sequestrati nei villaggi e costretti a combattere per salvare la pelle. Il loro leader, Joseph Kony è un pazzo visionario al soldo del governo sudanese. "Il manifesto del movimento è un'alchimia di religione e follia" spiega padre Tarcisio Pazzaglia, fino a pochi mesi fa superiore della comunità di Pajule, dove viveva padre Raffaele. Nato a Odek, vicino alla cittadina di Opit, il capo dei ribelli manifestò sin da piccolo segni di grave squilibrio. La verità è che negli anni il suo stato mentale è andato degenerando. La strategia degli "olum" (così vengono chiamati i ribelli in lingua Acholi) consiste nel saccheggiare i centri abitati, uccidere senza pietà e sequestrare minori, prevalentemente dagli 8 ai 16 anni. L'esercito ugandese, che tanto zelo ha profuso nel combattere nel vicino Congo, non è mai riuscito a sconfiggere i ribelli di Kony, in tutto il corso degli anni '90. L'opposizione politica interna sostiene che al presidente ugandese Yoweri Museveni stia bene così. Dopotutto i suoi avversari di un tempo, quando anche lui faceva il guerrigliero, erano proprio gli Acholi. La guerra nel nord, dunque, servirebbe a tenerli lontani da Kampala. Una cosa è certa: ieri, sulla strada tra Pajule e Acholi bur i soldati non c'erano e i ribelli l'hanno fatta da padrone. "Ci auguriamo davvero che il sacrificio di padre Padre Raffaele serva a richiamare l'attenzione dei mass media sul dramma del nord Uganda" ha commentato padre Rodriguez. Dopotutto, padre Raffaele è una delle tante vittime di una guerra dove a pagare il prezzo più alto sono i civili. Tutti sanno (anche al Palazzo di Vetro!) che qualcuno, oltre confine, in Sudan, li sostiene. (GA)