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STATI UNITI
Il seme della
guerra
-----RICCARDO
BARENGHI
(Il Manifesto, 12 Settembre 2001)
Saranno
migliaia e migliaia i morti, decine di migliaia i feriti. Incalcolaboli i danni.
Enorme lo shock subito da milioni e milioni di persone. Il mondo occidentale, il
nostro mondo è giustamente sconvolto da quel che è accaduto ieri negli Stati
uniti. L'altro mondo forse è invece meno colpito, più abituato alla guerra e
ai suoi orrori.
Il terrore e il panico che ieri hanno colpito gli americani non sono
giustificati solo dagli effetti concreti di quel che è accaduto, ma anche -
forse soprattutto - dal fatto che, per la prima volta nella storia, gli Stati
uniti sono stati colpiti dentro casa, colpiti al cuore. E così duramente da
lasciare il segno per molte generazioni (le due torri gemelle sono scomparse dal
panorama di New York: un'assenza che rimarrà nella memoria collettiva).
Non si può parlare di attentati, siamo di fronte a una vera e propria azione di
guerra, condotta con le stesse modalità delle guerre che gli Stati uniti hanno
in questi anni combattuto in giro per il mondo. Loro usavano (usano) i missili,
quelli di ieri (chiunque siano) anche: trasformano aerei civili in missili
"intelligenti", che puntano l'obiettivo, ci si scagliano contro, lo
distruggono qualunque cosa o essere umano contenga. Altro che scudo stellare.
Gli americani bombardavano il quartier generale di Saddam in Iraq? Questi
"bombardano" il Pentagono, cioè il ministero della difesa americano,
anzi il Tempio della difesa del mondo occidentale. Gli americani bombardavano la
sede della televisione serba, obiettivo civile ma altamente funzionale alla
propaganda del regime di Belgrado? Questi colpiscono le torri gemelle, obiettivo
altrettanto simbolico ma ben più importante: il cuore dell'impero, Wall street,
il capitalismo mondiale.
Su chi si nasconda dietro questi esaltati che si uccidono insieme alle loro
vittime, non mancano certo ipotesi e illazioni. Dal solito bin Laden a qualche
altra organizzazione terroristica islamica, fino a qualche oscura setta o
addirittura uno stato estero. Chiunque sia, ha messo in piedi una tale
organizzazione che, se è riuscita a colpire nello stesso momento diversi punti
strategici degli Stati uniti, è ormai in grado di arrivare ovunque. Non gli
mancano evidentemente i soldi, i mezzi, gli uomini, le coperture internazionali,
probabilmente anche interne al sistema di controspionaggio statunitense.
Un fatto che non solo non fa dormire tranquilli, ma che non può non far
riflettere su quanto odio l'America abbia seminato nel mondo in questo secondo
dopoguerra. Ed è da questo punto che si dovrebbe ricominciare invece che dalla
rappresaglia (contro chi?) che gli Stati uniti metteranno in atto oggi o domani.
Bisognerebbe insomma fermarsi un momento e dirsi che il mondo, così com'è, non
va bene non solo per quelli che lo subiscono ma anche per gli altri, quelli che
lo dirigono.
Purtroppo nessuno si fermerà a pensare, neanche per un momento: la guerra non
ha tempo da perdere.
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