torna alla pagina Dopo il G8

 

 

Foto da Genova

 

 
 

La mia partecipazione al G-8 è iniziata venerdì 20 pomeriggio con le agghiaccianti immagini televisive relative agli scontri ed alla morte del povero Carlo. La sera è stata impegnata in una sofferta riflessione, sull’opportunità di aderire al corteo del giorno seguente, conclusasi con la decisione di partire sia perché il mio gruppo, i Beati Costruttori di Pace, ha fatto della nonviolenza la propria ragione d’essere sia perché ho ravvisato la necessità di testimoniare, nonostante tutto, la critica all’attuale modello di sviluppo planetario basato esclusivamente sul profitto e su una concezione materialistica della vita.

Sabato mattina siamo partiti all’alba, da Padova, a bordo di sei pullman. Siamo giunti a Genova giusto in tempo per l’inizio del grande corteo.

Il nostro corteo ha iniziato a manifestare con mestizia in quanto erano ancora troppo vive le immagini cruenti della giornata precedente. La mattinata è stata rallegrata da un gruppo di suonatori di strada e da una compagnia sarda di “leaving theatre”. Lungo il percorso abbiamo steso lo striscione, con il nome dell’associazione, ed una grande bandiera della pace costituita da tante bandiere cucite insieme (vedi foto).

Il folto gruppo pacifista, salutato da diversi abitanti del quartiere, giunge all’imbocco di Corso Italia dove incontra l’associazione inglese “Drop the debt” –Cancella il debito– equipaggiata con caratteristico pullman rosso a due piani (vedi foto).

Nelle immediate vicinanze è situata la Chiesa di Boccadasse (vedi foto) la quale ha costituito non solo un punto di riferimento logistico ma sopratutto di preghiera Pax Christi, GIM-Comboniani ed altre associazioni cattoliche).

La giornata scorreva via convulsa con notizie di tafferugli che giungevano via telefonino, con la preoccupazione per gli amici alla testa del corteo.

A seguito dell’incontro con diversi gruppi di manifestanti che fuggivano a causa degli scontri si è deciso, assemblearmente, di ritornare ai pullman, purtroppo, senza aver senza raggiunto la piazza dove si è svolto il comizio conclusivo.

Sulla via del rientro si è infiltrato un gruppetto di 6-8 brutti ceffi vestiti di nero (tute nere o più semplicemente vandali) che dopo averci insultato hanno causato disordini e provocato la polizia con il lancio di bottiglie di vetro. Alla provocazione è succeduta la reazione della polizia con il lancio, in mezzo al corteo pacifico, di lacrimogeni e gas irritanti, determinando momenti di autentica tensione ed un fuggi fuggi disordinato.

In ogni caso rimane il rammarico che nei giorni seguenti, presso amici, conoscenti e l’opinione pubblica in genere, le discussioni erano ( e lo sono tutt’ora) rivolte volte ad individuare le responsabilità delle forze dell’ordine o degli anti-g8, invece, di riflettere sui valori sostenuti da centinaia di migliaia di pacifici dimostranti.                                          Luca