__________________________________________

Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
ONLUS
Tel. 0541751498 - 0541753619
Fax. 0541751624
__________________________________________


Richiesta di approvazione di un decreto legge urgente salva
servizio civile.


A due anni dall'approvazione della legge 230/98 "Nuove norme in materia di 
obiezione di coscienza" ci sembra doveroso e urgente fare un bilancio dal
punto di vista di chi riceve i benefici di legge e chi senza presunzione
tenta di attuarne lo spirito e i contenuti.
La legge 230 è stata approvata con venti anni di ritardo dopo faticose
lotte di enti ed obiettori di coscienza a rischio di denunce e del carcere.
Le associazioni e gli obiettori hanno chiesto e ottenuto, almeno sulla
carta, il riconoscimento di un servizio civile che fosse "difesa
nonviolenta delle fasce più deboli della popolazione" sia in Italia che
all'estero.
Chi sostiene che dieci mesi al servizio dei poveri sia un ostacolo alla
formazione dei giovani e all'avvio di un impegno professionale di certo non
valuta il potenziale educativo e formativo di gran parte delle esperienze
di servizio civile. Nell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII i
giovani trovano una scuola complementare a quella ufficiale. Questa è la
"scuola del gratuito", dove i docenti sono i portatori di handicap fisico e
psichico, i malati di AIDS, i barboni, le prostitute, i bambini che escono
dagli istituti, sono lezioni di vita che donne e uomini dovrebbero
sperimentare se desiderano partecipare alla vita di una comunità.
La  Legge 230 va attuata adesso, in conformità con il dettato
costituzionale che definisce all'art. 2 "l'inderogabile dovere di
solidarietà politica, economica e sociale" da parte di tutti i cittadini,
dando piena realizzazione al "sacro" dovere di difesa della patria (cf.
art.52 della Costituzione). A rafforzare quanto detto vengono a nostro
favore le molteplici sentenze della Corte Costituzionale stabilendo che il
servizio civile sostitutivo del servizio militare "non si traduce
assolutamente in una deroga al dovere di difesa della patria, ben
suscettibile di adempimento attraverso la prestazione di adeguati
comportamenti di impegno sociale non armato" (sentenza n. 165, 24.05.1985).

Da ciò si ricava che il servizio civile ha valore "in sé" a prescindere
dall'evoluzione delle forze armate e dalla situazione di profonda crisi del
concetto di "difesa armata della patria" che oggi come oggi non ha più
ragione di esistere, tant'è vero che il nostro esercito si ristruttura per
interventi all'estero. Tutto ciò non significa che viene meno la necessità
di una "difesa sociale" visto l'aumento crescente della povertà, il
continuo traffico e riduzione in schiavitù di esseri umani, il crescente
malessere per le condizioni carcerarie, i conflitti sociali delle periferie
urbane: sono solo alcuni dei problemi che non possiamo fingere di non
conoscere e che di certo non possono essere risolti con l'impiego di
militari.
In Italia il servizio civile ha assunto caratteristiche differenti dalle
esperienze degli altri paesi europei, proprio perché è una realtà autentica
di solidarietà che si è tradotta negli anni in risposte concrete a
situazioni di violenza ed emarginazione sociale. In molti casi gli
obiettori di coscienza si sono rivelati l'unica possibilità di intervento
la dove lo stato e l'associazionismo non sarebbero potuti arrivare. E' per
questo che il servizio civile non può essere cancellato dalla realtà
storica, sociale e culturale del nostro paese.
Sappiamo che i fondi previsti per il 2000 sono inadeguati alla copertura
delle spese per l'attuazione della legge 230. Questo ha come conseguenza
immediata il congedo in massa di oltre 30 mila giovani entro questo anno,
con la conseguente fine di fatto del servizio civile dovuta alla corsa ai
congedi di decine di migliaia di giovani.
Chiediamo alle forze di maggioranza, come già promesso dal governo D'Alema,
il rifinanziamento della Legge 230 con un decreto urgente che sblocchi i
100 miliardi del fondo accantonato in capitolo A del bilancio, in vista di
una legge sul servizio civile nazionale.
Rimaniamo in attesa di ricevere al più presto comunicazione delle vostre
intenzioni a riguardo, contiamo su un vostro impegno in tale senso al fine
di poter proseguire assieme questo cammino di costruzione della pace.

Rimini 18.07.2000

Cordiali saluti.

Il legale rappresentante
Don Oreste Benzi