- Un altro Natale e' possibile
- Lettera a Gesu' Bambino
- Quando la pace non c'e'
Un altro Natale è possibile:
ci può essere ancora un Buon Natale!
Con il Natale la vita
vince nonostante tutto.
Ogni bimbo che nasce è il
segno
che Dio non si è ancora
stancato dell'umanità (Tagore).
Viola, la perla bianca di
Anna
nata nel cuore della ricca
Brianza
ha davanti a sé ottanta
anni di vita (se tutto va bene)
e una dote iniziale di
25.000 euro.
Njeri, la perla nera di
Rachele,
nata nella baracca di
Korogocho
ha davanti a sé quaranta
anni di vita (se tutto fila liscio)
e una dote inziale di soli
250 euro.
Due mondi, due bimbe,
divise da un invisibile
muro di vetro.
La prima, Viola, fa parte
del 20% dell'umanità
che si "pappa" l'83% delle
risorse mondiali.
La seconda, Njeri, fa
parte dell' oltre un miliardo di 'esuberi umani'
che devono accontentarsi
dell'1,4% delle risorse,
costretti a vivere con
meno di 1 dollaro al giorno:
sono gli innocenti di cui
si rinnova la strage oggi:
E Rachele piange i suoi
figli e non vuole essere consolata
perché essi non ci sono
più.
Milioni di bimbi muoiono
di fame, malattie, aids:
un bimbo muore di fame
ogni due secondi,
11 milioni ne muoiono
all'anno per malattie meno gravi di un raffreddore,
centinaia di milioni non
inizieranno neanche la prima elementare.
Due mondi, due Natali.
Il nostro è il Natale
dell'opulenza, delle luci, dei regali
del consumismo
degli affari.
È un business senza fine,
è uno shopping anche di
domenica.
Questo sfavillio di luci
natalizie
sembra un meraviglioso
"acquario"
in cui guizzano
costosissimi pesciolini esotici.
A scrutarlo centinaia di
milioni di bimbi dal volto scuro
che guardano affascinati
l'acquoso ed esotico luccichio.
Fino a quando la parete di
vetro
proteggerà il banchetto
degli esotici pesciolini?
Per assicurarci che la
parete di vetro sia davvero infrangibile
e ci protegga eternamente
da quei visi sognanti di bimbi affascinati
noi investiamo somme
astronomiche in armi:
Usa ed Europa nel 2003
programmano di spendere
750 miliardi di dollari.
Un altro Natale non solo è
possibile ma è urgente e necessario!
Boicottiamo il Natale dei
pesciolini esotici:
il Natale dei consumi, dei
regali, degli affari,
un Natale 'pagano' che ha
ben poco da spartire
con quel Bimbo che nasce
in una mangiatoia
alla periferia
dell'impero, fuori dell'acquario
anche lui indistinguibile
volto nero in mezzo agli altri volti scuri.
Diciamo no al consumismo
vieppiù indotto e incentivato
e diciamo sì alla festa
natalizia della famiglia allargata
a nonni, cugini, zii,
nipoti
ma anche alla famiglia
dell'immigrato
che lavora per noi o che
ci è più vicino.
Diciamo no al decadente e
ripetitivo tango di regali,
e diciamo sì ad un consumo
critico,
al regalo fatto in casa
con amore e con le proprie mani,
o a quello equo e solidale
di lavoro fatto "in
dignità".
Diciamo no alla stupida
pervasività televisiva
e diciamo sì alle
relazioni umane in famiglia,
ritornando a raccontarci
gioie e dolori
e a riprendere confidenza
con l'immaginario, la fiaba
prendendo a cuore anche la
bellezza del celebrare insieme
il fascino del Natale.
Diciamo no alla violenza e
alla guerra e diciamolo con fierezza,
e diciamo sì alla pace e
alla nonviolenza con evidenza
mettendo bandiere
arcobaleno ai nostri balconi
e camminando con uno
"straccetto bianco di pace".
Solo così il Natale
ritornerà ad essere
la festa della vita
che farà rifiorire la
speranza di un altro mondo possibile.
Coraggio, dunque,
ci può ancora essere un
Buon Natale!
Alex Zanotelli
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Lettera a Gesù Bambino
Caro
Bambino Gesù,
ora che di
nuovo nasci bambino sulla terra, ti voglio avvisare:
non
nascere
nella cristiana Europa: potresti fini-re solo solo
davanti alla Tv, a mangiare pop corn e merendine e saresti
educato ad essere competitivo, un uomo di potere e di successo;
tu che sei
l'Agnello mite del servizio, non nascere nel cristiano Nord
America: si sta così bene che ti verrebbe spontaneo credere
di essere superiore agli altri bambini, e poi impareresti che il
tempo è denaro, che tutto può essere ridotto a business, anche
la natura, che ogni uomo “ha un prezzo” e che tutti possono
essere comprati e corrotti;
tu che sei
il Principe della Pace, evita l’Africa: ti capiterebbe di
nascere con l'aids e di morire di diarrea, ancora neonato,
oppure di finire profugo in un Paese non tuo, per scappare a
delle nuove stragi degli innocenti;
tu che sei
il Signore della Vita, evita l’America Latina: finiresti
bambino di strada oppure potresti essere sfruttato per tagliar
canna da zucchero o raccogliere caffè e cacao, senza mai poter
mangiare una sola tavoletta di cioccolato;
tu che sei
il Signore del creato, evita anche l’Asia: potresti
essere messo a lavorare per quattordici ore al giorno, a
confezionare tappeti o scarpe, palloni e giocattoli, e tu
andresti scalzo e giocheresti a calcio con palloni di carta o
pezza;
tu che sei
il Re delle genti ... soprattutto non nascere ... di nuovo in
Palestina: là non si capiscono più: dovresti prendere un
fucile, oppure una pietra in mano e saresti anche tu portato
ad odiare i tuoi fratelli ... di stesso Padre: gli ebrei, i
musulmani e i cristiani, tu che sei stato inviato dal Padre per
darci il suo Amore Misericordioso.
Caro
Bambino, a pensarci bene, devi proprio rinascere in tutti
questi posti, ma non nei cuori dei bambini, dei piccoli e dei
deboli, là ci sei già, ma nel cuore dei grandi, dei grandi e dei
potenti, perché come hai fatto tu stesso, rinascano anch’essi:
piccoli, innocenti e finalmente ... deboli e ...bisognosi di
te.
Giuliana
Martirani
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Quando la pace non c'è...
Myshka viveva ormai da un anno nel campo profughi. Aveva due grandi
occhi dello stesso colore blu intenso della sua mamma. Ma quegli
occhi, si capiva, erano troppo grandi per un bambino. Essi portavano
dentro ancora l'ombra immensa della paura. Cosa avevano visto di
così terribile?
Fuggendo da Serajevo...
No,
adesso, lui non voleva più raccontare la sua storia. Perché non
voleva nemmeno più ricordare. Però, non riusciva neanche a
dimenticare. Sentiva ancora gli spari dei cecchini, udiva ancora le
urla atroci dei feriti e soprattutto vedeva ancora, accanto a sé, il
volto insanguinato di sua madre. Quella notte il suo mondo si era
sbriciolato.
Ora
c'era chi cercava, con tanto amore e dedizione, di ricomporlo al
posto suo. Era un'amabile suorina che si era presa cura di lui e di
una dozzina di altri bimbi come lui. Per prima cosa essa aveva
voluto imparare la loro lingua, per poter comunicare direttamente
con loro senza l'ausilio di interpreti. E adesso, tra una carezza e
un sorriso, spendeva tutto il suo tempo nel tentativo di ricucire
quelle profonde ferite.
Un
giorno - si stava ormai avvicinando il Natale - la giovane suora
invitò i bambini a disegnare su di un foglio di carta bianca un
piccolo ricordo augurale da inviare a tutti i fanciulli della
Bosnia, a tutti i loro fratellini in Patria. I tredici piccoli
accolsero con entusiasmo la proposta.
Chi
disegnò un albero di Natale con i festoni colorati, chi l'Angelo
della pace, chi un semplice ramo di vischio. Tutti si sbizzarrirono
con la propria fantasia.
Anche
il piccolo Myshka si applicò con fervore. E alla fine il suo disegno
risultò un vero capolavoro: un intero presepe ricopriva tutta la
pagina. C'erano San Giuseppe, la Madonna, i pastori e, naturalmente,
non mancava il Bambinello Gesù seduto sulla paglia, proprio al
centro del foglio, con le braccia allargate in segno di trionfo.
Una
cosa però colpiva: mentre tutti i personaggi erano minuziosamente
curati fin nel più piccolo particolare, sul volto del piccolo Gesù,
invece, comparivano soltanto il naso e la bocca. Mancavano del tutto
gli occhi, neanche un loro accenno.
Stupita, la sorella chiese allora al piccino se se ne fosse
dimenticato. Myshka alzò sul volto della suora i suoi grandi occhi
blu che sembravano adesso ancora più grandi e sussurrò: «No, no! Non
li ho dimenticati. Solamente non voglio che Gesù Bambino veda quello
che ho visto io!».
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