Auguri di Buon Natale


 

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Tempo di auguri anche per il nostro popolo di internet…

Con un messaggio raggiungi tutti, anche senza che nessuno si muova.

 

Dove e con chi lo celebri questo Natale?

Il mondo sembra essersi messo d’accordo, in un appuntamento globale sotto i cappellini rossi e bianchi e le luci e la musica che tranquillizza…

Siamo in rete, siamo in rete per gli auguri e per l’ipnosi collettiva.

 

Se il nostro click si ferma lì è ancora un Natale che si spegne come una candela la notte del giorno dopo. Una cornice scintillante per un quadro vuoto.

 

Ci fa pensare, invece, la cornice che ha messo Gesù di Nazareth alla sua vita: nasce rifiutato, non c’è posto per lui. Muore fuori le mura, maledetto e bestemmiato.

Porta la sua vita al cuore degli esclusi e lì si lascia guidare da loro e dal padre.

Non servono altre parole; buon Natale!

 

p. Mosè, p. Dàrio, fr. Claudio, sr. Maria Teresa, p. Manuel, p. Roberto

p. Bakanja, p. Rossano, sr. Bruna e tutti i Missionari Comboniani-e

che hanno a cuore i giovani   

 


- Un altro Natale e' possibile

- Lettera a Gesu' Bambino

- Quando la pace non c'e'

 


 

Un altro Natale è possibile:
ci può essere ancora un Buon Natale!

Con il Natale la vita vince nonostante tutto.
Ogni bimbo che nasce è il segno
che Dio non si è ancora stancato dell'umanità (Tagore).

Viola, la perla bianca di Anna
nata nel cuore della ricca Brianza
ha davanti a sé ottanta anni di vita (se tutto va bene)
e una dote iniziale di 25.000 euro.

Njeri, la perla nera di Rachele,
nata nella baracca di Korogocho
ha davanti a sé quaranta anni di vita (se tutto fila liscio)
e una dote inziale di soli 250 euro.

Due mondi, due bimbe,
divise da un invisibile muro di vetro.
La prima, Viola, fa parte del 20% dell'umanità
che si "pappa" l'83% delle risorse mondiali.

La seconda, Njeri, fa parte dell' oltre un miliardo di 'esuberi umani'
che devono accontentarsi dell'1,4% delle risorse,
costretti a vivere con meno di 1 dollaro al giorno:
sono gli innocenti di cui si rinnova la strage oggi:
E Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata
perché essi non ci sono più.

Milioni di bimbi muoiono di fame, malattie, aids:
un bimbo muore di fame ogni due secondi,
11 milioni ne muoiono all'anno per malattie meno gravi di un raffreddore,
centinaia di milioni non inizieranno neanche la prima elementare.

Due mondi, due Natali.
Il nostro è il Natale dell'opulenza, delle luci, dei regali
del consumismo
degli affari.
È un business senza fine,
è uno shopping anche di domenica.

Questo sfavillio di luci natalizie
sembra un meraviglioso "acquario"
in cui guizzano costosissimi pesciolini esotici.
A scrutarlo centinaia di milioni di bimbi dal volto scuro
che guardano affascinati l'acquoso ed esotico luccichio.

Fino a quando la parete di vetro
proteggerà il banchetto degli esotici pesciolini?
Per assicurarci che la parete di vetro sia davvero infrangibile
e ci protegga eternamente da quei visi sognanti di bimbi affascinati
noi investiamo somme astronomiche in armi:
Usa ed Europa nel 2003 programmano di spendere
750 miliardi di dollari.

Un altro Natale non solo è possibile ma è urgente e necessario!
Boicottiamo il Natale dei pesciolini esotici:
il Natale dei consumi, dei regali, degli affari,
un Natale 'pagano' che ha ben poco da spartire
con quel Bimbo che nasce in una mangiatoia
alla periferia dell'impero, fuori dell'acquario
anche lui indistinguibile volto nero in mezzo agli altri volti scuri.

Diciamo no al consumismo vieppiù indotto e incentivato
e diciamo sì alla festa natalizia della famiglia allargata
a nonni, cugini, zii, nipoti
ma anche alla famiglia dell'immigrato
che lavora per noi o che ci è più vicino.

Diciamo no al decadente e ripetitivo tango di regali,
e diciamo sì ad un consumo critico,
al regalo fatto in casa con amore e con le proprie mani,
o a quello equo e solidale
di lavoro fatto "in dignità".

Diciamo no alla stupida pervasività televisiva
e diciamo sì alle relazioni umane in famiglia,
ritornando a raccontarci gioie e dolori
e a riprendere confidenza con l'immaginario, la fiaba
prendendo a cuore anche la bellezza del celebrare insieme
il fascino del Natale.

Diciamo no alla violenza e alla guerra e diciamolo con fierezza,
e diciamo sì alla pace e alla nonviolenza con evidenza
mettendo bandiere arcobaleno ai nostri balconi
e camminando con uno "straccetto bianco di pace".

Solo così il Natale ritornerà ad essere
la festa della vita
che farà rifiorire la speranza di un altro mondo possibile.
Coraggio, dunque,
ci può ancora essere un Buon Natale!

 

 

Alex Zanotelli

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Lettera a Gesù Bambino

 

Caro Bambino Gesù,

ora che di nuovo nasci bambino sulla terra, ti voglio avvisare:

non nascere nella cristiana Europa: potresti fini-re solo solo davanti alla Tv, a mangiare pop corn e merendine e saresti educato ad essere competitivo, un uomo di potere e di successo;

 tu che sei l'Agnello mite del servizio, non nascere nel cristiano Nord America: si sta così bene che ti verrebbe spontaneo credere di essere superiore agli altri bambini, e poi impareresti che il tempo è denaro, che tutto può essere ridotto a business, anche la natura, che ogni uomo “ha un prezzo” e che tutti possono essere comprati e corrotti;

tu che sei il Principe della Pace, evita l’Africa: ti capiterebbe di nascere con l'aids e di morire di diarrea, ancora neonato, oppure di finire profugo in un Paese non tuo, per scappare a delle nuove stragi degli innocenti;

tu che sei il Signore della Vita, evita l’America Latina: finiresti bambino di strada oppure potresti essere sfruttato per tagliar canna da zucchero o raccogliere caffè e cacao, senza mai poter mangiare una sola tavoletta di cioccolato;

tu che sei il Signore del creato, evita anche l’Asia: potresti essere messo a lavorare per quattordici ore al giorno, a confezionare tappeti o scarpe, palloni e giocattoli, e tu andresti scalzo e giocheresti a calcio con palloni di carta o pezza;

tu che sei il Re delle genti ...  soprattutto non nascere ... di nuovo in Palestina: là non si capiscono più: dovresti prendere un fucile, oppure una pietra in mano e saresti anche tu portato ad odiare i tuoi fratelli ... di stesso Padre: gli ebrei, i musulmani e i cristiani, tu che sei stato inviato dal Padre per darci il suo Amore Misericordioso.

Caro Bambino, a pensarci bene, devi proprio rinascere in tutti questi posti, ma non nei cuori dei bambini, dei piccoli e dei deboli, là ci sei già, ma nel cuore dei grandi, dei grandi e dei potenti, perché come hai fatto tu stesso, rinascano anch’essi: piccoli, innocenti e finalmente ... deboli e ...bisognosi di te. 

 

Giuliana Martirani

 

 

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Quando la pace non c'è...

 

Myshka viveva ormai da un anno nel campo profughi. Aveva due grandi occhi dello stesso colore blu intenso della sua mamma. Ma quegli occhi, si capiva, erano troppo grandi per un bambino. Essi portavano dentro ancora l'ombra immensa della paura. Cosa avevano visto di così terribile?

Fuggendo da Serajevo...

No, adesso, lui non voleva più raccontare la sua storia. Perché non voleva nemmeno più ricordare. Però, non riusciva neanche a dimenticare. Sentiva ancora gli spari dei cecchini, udiva ancora le urla atroci dei feriti e soprattutto vedeva ancora, accanto a sé, il volto insanguinato di sua madre. Quella notte il suo mondo si era sbriciolato.

Ora c'era chi cercava, con tanto amore e dedizione, di ricomporlo al posto suo. Era un'amabile suorina che si era presa cura di lui e di una dozzina di altri bimbi come lui. Per prima cosa essa aveva voluto imparare la loro lingua, per poter comunicare direttamente con loro senza l'ausilio di interpreti. E adesso, tra una carezza e un sorriso, spendeva tutto il suo tempo nel tentativo di ricucire quelle profonde ferite.

Un giorno - si stava ormai avvicinando il Natale - la giovane suora invitò i bambini a disegnare su di un foglio di carta bianca un piccolo ricordo augurale da inviare a tutti i fanciulli della Bosnia, a tutti i loro fratellini in Patria. I tredici piccoli accolsero con entusiasmo la proposta.

Chi disegnò un albero di Natale con i festoni colorati, chi l'Angelo della pace, chi un semplice ramo di vischio. Tutti si sbizzarrirono con la propria fantasia.

Anche il piccolo Myshka si applicò con fervore. E alla fine il suo disegno risultò un vero capolavoro: un intero presepe ricopriva tutta la pagina. C'erano San Giuseppe, la Madonna, i pastori e, naturalmente, non mancava il Bambinello Gesù seduto sulla paglia, proprio al centro del foglio, con le braccia allargate in segno di trionfo.

Una cosa però colpiva: mentre tutti i personaggi erano minuziosamente curati fin nel più piccolo particolare, sul volto del piccolo Gesù, invece, comparivano soltanto il naso e la bocca. Mancavano del tutto gli occhi, neanche un loro accenno.

Stupita, la sorella chiese allora al piccino se se ne fosse dimenticato. Myshka alzò sul volto della suora i suoi grandi occhi blu che sembravano adesso ancora più grandi e sussurrò: «No, no! Non li ho dimenticati. Solamente non voglio che Gesù Bambino veda quello che ho visto io!».

 

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