Intervista a Tom Michel sul mondo mussulmano

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Tom Michel è un sacerdote gesuita statunitense, già diocesano, che ha iniziato la sua vita sacerdotale lavorando in Indonesia (il più grande paese mussulmano), praticano il dialogo con l’Islam e insegnando in varie università mussulmane, fino a diventare l’assistente per il dialogo interreligioso prima per il Vaticano poi per la Compagnia di Gesù.

Dopo aver descritto questa sua attività per il dialogo, (al quale i mussulmani sono sinceramente interessati e per il quale ci vuole molta pazienza per costruire la fiducia reciproca passando dalla contestazione, alla curiosità, alla collaborazione) p. Michel ha risposto alle domande dei presenti.

 

D. Come è composto il mondo mussulmano?

R. Per il 90% i mussulmani sono sunniti: Secondo la dottrina sunnita, alla morte di Maometto egli non ha designato nessun successore e la comunità dei fedeli ha scelto Abu Bakr, poi Umar. Per loro le basi della fede sono esclusivamente il Corano e la raccolta dei detti di Maometto. Per il 10% Sciiti, (compongono la grande maggioranza dell’Iran, poi 50% dell’Iraq e del Libano): Maometto avrebbe designato come suo successore Alì, marito della figlia di Maometto Fatima, e ad Alì sono succeduti 12 Imam, dotati di infallibilità.

 

D. E’ vero che la lettura del Corano è fatta con metodo esclusivamente “testuale” essendo la parola diretta di Dio, che interviene nella storia e nella vita di tutti i fedeli?

R. E’ vero. Per i Mussulmani, Dio ha rivelato il suo volere parola per parola e ha preso contatto con gli uomini attraverso i profeti (Adamo, Noe, Abramo, Mosè, Gesù, Maometto) Il messaggio del Corano è completo, perfetto e finale: il messaggio di Dio è nel libro (“inlibrato”) e le parole del Libro sono le vere parole di Dio. Nelle università c’è un timido tentativo di applicazione del metodo interpretativo “contestuale” per capire le ragioni del messaggio nel contesto in cui è pronunciato, ma per la grande maggioranza questo non è possibile. Questo è ben diverso dalla religione cattolica, dove sono applicati in modo profondo i metodi interpretativi e tutto il discorso biblico guarda a Cristo (che è la Parola di Dio).

 

D. Come vengono percepiti i cristiani o più in generale gli occidentali nell’Islam?

R. Nei tempi premoderni i cristiani erano considerati con rispetto, mentre scarso era il nostro rispetto per loro. Poi nei tempi del colonialismo è nata e cresciuta una grande rabbia nei confronti dei paesi coloniali. Anche oggi i mussulmani pensano che i tempi coloniali non siano finiti, sia perché continua il dominio dei paesi ricchi occidentali, in particolare degli Usa, che in molti casi hanno addirittura imposto o comunque sostenuto i governi di quei paesi, sia perché la creazione degli stati nazionali (come Iraq, Kuwait e altri) è stata artificiosamente decisa dai paesi coloniali. Quindi la rabbia è diretta anche verso i governi fantoccio degli occidentali.

Diverso è il caso della Turchia che non è mai stata colonia e si considera occidentale.

E’ anche interessante notare che la gran parte dei terroristi sono Arabi e non asiatici (saudita è Bin Laden e, dei 18 terroristi identificati per l’assalto alle torri e al Pentagono, 12 sono certamente sauditi).

 

Qual è il rapporto tra politica e religione nell’Islam?

Dopo il 1945 alla fine del colonialismo alcuni paesi hanno fatto accordi politici con i paesi ex coloniali (Arabia Saudita, Emirati, Marocco, Giordania e altri paesi dove sono state insediate monarchie o governi filo occidentali) altri hanno creato degli stati socialisti (Algeria, Siria, Yemen….) altri degli stati nazionali laici, (come la Turchia, Tunisia e l’Indonesia), in altri come Pakistan si è creata uno stato sulla base della religione. Ma questi ultimi non hanno dato grande prova per il nazionalismo, la corruzione e la crudeltà. Quindi in quegli anni ben poca era l’influenza religiosa sulla politica.

Poi la Palestina ha dato al mondo e all’Islam l’immagine del popolo povero che soffre, per l’ingiusto comportamento di Israele e degli USA. Poi nella guerra dei 6 giorni in cui Israele colpì l’Egitto durante il Ramadan quando gli aerei stavano a terra, i socialisti e i militari hanno perso la faccia e il concetto del pan-nazionalismo arabo è caduto. Infine tutti i mussulmani hanno potuto vedere alla televisione il bombardamento di Bagdad da parte degli americani e questo ha dato il colpo di grazia alla loro immagine. Da questi fatti nasce il terrorismo. Dalla rabbia e dalla frustrazione e dall’impossibilità di realizzare il proprio obiettivo legalmente nasce il terrorismo; l’obiettivo più semplice del terrorismo sono i civili. L’alternativa religiosa si è fatta strada, come lotta nuova e forte contro l’oppressore: la religione offre identità al gruppo, ma i contenuti dell’insegnamento divengono secondari rispetto alla rabbia per i torti subiti. A partire dall’IRAN si è creato il modello di Stato Islamico. Esso è certamente attraente per le minoranze povere e in paesi che soffrono di una grande crisi di legittimità perché quasi nessun governo è eletto democraticamente. Oggi gli intellettuali non sono più filo socialisti ma islamisti, anche per fronteggiare il capitalismo neo liberale che è buono solo per una elite. Comunque nel mondo i partiti islamici sono ancora in minoranza (20% contro 80%).

 

D. Qual’è il rapporto dell’Islam con le donne?

R. Nell’Islam originale le donne avevano molti diritti, che via via sono stati tolti dagli uomini e poi dimenticati dalle donne stesse per la crescente ignoranza in cui sono state lasciate. Oggi le donne che studiano sono invece in crescita e in generale molte di loro pensano che tornando all’Islam originale potranno riavere i loro diritti. In origine le donne dovevano esprimere il loro consenso per il matrimonio, lo sposo doveva dare una somma di denaro alla sposa (non alla famiglia) per la sua autonomia, poi queste cose sono state dimenticate o rese simboliche.

 

D. C’è il rischio che il fronte anti-occidentale si compatti e l’Islam ne assuma la leadership?

R. Questo dipende molto dal comportamento degli USA nelle vicende attuali. Se gli USA sferreranno un grande attacco, uccidendo molti innocenti, continuando quello iniziato a Baghdad e poi proseguito con le sanzioni all’Iraq, il terrorismo crescerà e il fronte anti-occidentale si compatterà come rappresentante dei poveri del mondo, mentre gli occidentali ricchi rappresentano l’oppressione.

 

D. Forse una reazione ragionevole all’attacco alle torri, più giusto del bombardamento, potrebbe consistere nell’effettuare azioni volte a togliere al consenso (attuale e potenziale) di cui sembrano godere i terroristi presso i popoli degli stati musulmani. Quali potrebbero essere queste azioni?

R. Le azioni più efficaci potrebbero essere 1. il riconoscimento dello Stato palestinesi e la risoluzione del conflitto medio orientale; 2. l’abrogazione delle sanzioni all’IRAQ; 3. il controllo dello sviluppo economico dell’occidente nei paesi musulmani, in modo da renderlo più rispettoso della cultura dell’Islam (si va diffondendo un consumismo individualista, che va contro i principi comunitari dell’Islam, si vuole sviluppare il consumo degli alcolici, che è contro le norme religiose, ecc.).

 

D. Puoi chiarirci alcuni termini che si leggono sui giornali in questi giorni: Jihad, Ulema, Imam, Gran Muftì, fatwa?.

R. JIHAD: il concetto coranico è spirituale e significa la lotta per conformare la propria condotta alla volontà di Dio. Poiché il concetto contiene anche l’idea di opporsi all’ingiustizia e all’oppressione, anche con la violenza, se non è possibile altrimenti, questa accezione del termine Jihad viene usata dai capi politici per i propri obiettivi o interessi.

Gli ULEMA o (ulamà) sono gli studiosi del corano e gli IMAM sono coloro che presiedono la preghiera. In effetti non dovrebbe esserci gerarchia fra loro, ma i governi moderni cercano di controllare questi personaggi e farne una sorta di funzionari, riservandosi il diritto a nominare gli imam e gli studiosi per i posti più importanti come le grandi moschee e le grandi università. Se il popolo non si fida di questi “funzionari” cerca persone assai più radicali e così si arriva sino a Bin Laden. Così i Gran Muftì, che sono i personaggi più autorevoli nell’offrire FATWA. La fatwa è un opinione legale fornita da una persona autorevole su un problema sottoposto da uno o più cittadini. Se il giudizio non viene accolto, ci si può rivolgere a un altro personaggio più autorevole.

 

D. Se la legge coranica è così precisa e dettagliata e da interpretare letteralmente, esiste per i musulmani il concetto di “coscienza individuale”?

R. Il buon musulmano deve cercare di fare la volontà di Dio in ogni situazione. Molte circostanze non sono previste dal Corano o dalle parole di Maometto e qui c’è spazio per la coscienza individuale. Generalmente si chiede un opinione legale (fatwa) ma se non convince si cerca di fare ciò che appare più convincente e non quello che si vuole. Col crescere del movimento modernista si diffonde maggiormente l’idea di fare ciò di cui si è personalmente convinti.. I modernisti sono più radicali, ma anche più aperti. I tradizionalisti sono più pacifici.

 

D. Potrà migliorare l’integrazione dei musulmani in Italia?

R. Non è facile, perché gli immigrati in Italia provengono dagli strati più bassi della popolazione e fanno i lavori più umili, spesso senza avere documenti regolari e senza conoscere la lingua. Anche per la seconda generazione non si può essere molto ottimisti: in altri paesi di più antica immigrazione come Olanda, Belgio, Danimarca e Germania, l’integrazione spesso non è migliorata.

 

D. Come si potrebbe avviare un dialogo con i musulmani della propria città?

R. Perché il dialogo sia autentico occorre stabilire vincoli di amicizia e di rispetto. Un primo passo potrebbe essere rappresentato dalla richiesta di visitare la Moschea di Roma da parte di un gruppo e poi chiedere suggerimenti per conoscersi meglio.

 

 

 

(si ringrazia il Cipax di Roma che  il 3 ottobre ‘01 ha organizzato un incontro sui temi della pace e della guerra e in particolare dell’identità islamica con Thomas Michel S. J. L’intervista è una sintesi di questo incontro).