Queridos amigos...
Cari
amici,
Finalmente
riesco a sedermi davanti al computer per mandarvi un
po’ di notizie.
Voglio
cominciare dicendo che la mia permanenza in Italia,
con l’esperienza della carovana, è stata molto
interessante. La condivisione, i nostri momenti di
preghiera, il conoscere dell’Italia la gente e non i
monumenti... è stato un dono di Dio.
Non
tutto è stato meraviglioso, perchè gli italiani
-come noi- devono crescere nella relazione tra loro e
con gli altri.
L’importante
è che questo processo già sta avvenendo con i
comboniani, i laici e laiche che hanno partecipato
alla carovana, nelle città o nelle strade, e le altre
organizzazioni religiose e civili. E’ per voi, che
tutti i giorni lavorate per costruire un mondo con più
uguaglianza, per voi mando il mio abbraccio
brasiliano.
Nei
primi 25 giorni di Brasile ho seguito otto sepolture
di adolescenti e giovani morti a causa della droga e
della violenza della polizia.
Ho accompagnato le ultime dieci ore di una
amica che è morta di cancro. Insieme a
padre Julio Lancellotti e al vescovo Pedro Luìz
ho passato una notte e un giorno in un carcere
femminile in cui c’era una ribellione con un
ostaggio. Grazie a Dio siamo riusciti a ritirare
l’ostaggio e a seguire le ore successive perchè le
prigioniere non fossero picchiate a sangue
e torturate.
Il
6 ottobre, insieme a uno studente comboniano e una
amica del Centro di Difesa, ho vissuto un’esperienza
molto difficile: abbiamo dovuto intervenire davanti ai
trafficanti per salvare un ragazzo. La casa del
ragazzo era circondata dai trafficanti, armati fino ai
denti. Una volta in più Dio ci ha usati come
strumenti per evitare che i poveri uccidessero un
povero.
In
quella stessa settimana, insieme al padre diocesano
Marcelo, abbiamo passato ore per riuscire a calmare un
giovane drogato che si era seduto sulla tomba di suo
fratello con un’arma carica in mano, minacciando di
sparare a chiunque
si avvicinasse e a lui stesso.
Nel
mese di ottobre ci sono stati quattro incendi nelle
favelas della città di São Paulo, uno dei quali nel
nostro quartiere.
Infine,
in questa pagina di novità catastrofiche, il signor
Manoel, che è stato per me un secondo papà e
maestro, ci ha lasciato il 31 ottobre dopo un ictus
fulminante.
Il
signor Manoel è stato un laico, un grande e prezioso
lider nella nostra comunità, un punto di riferimento
morale, etico e religioso.
Come
potete vedere, sono
stati giorni difficili, ma la nostra fede non ci
permette di cadere.
La
lotta per la vita è imbattibile. In mezzo a tutto
quello che è stato presentato abbiamo
continuato il lavoro e la nostra campagna per
le elezioni.
Il
risultato della presidenza è stato il migliore. E’
Lula, Lula, Lula!!!! Nello stato di São Paulo non
siamo riusciti ad eleggere il nostro candidato, ma
siamo riusciti a sconfiggere il peggiore, che era
Maluf.
La
nostra comunità non ha ancora festeggiato come si
doveva, perchè oltre alla vittoria tanto attesa
stavamo soffrendo molti dolori. Festeggeremo in
gennaio, quando Lula entrerà alla presidenza. Siamo
coscienti che ci sarà molto lavoro da fare, perchè
sarà un governo collettivo e tutti, soprattutto i lìder,
avranno molta responsabilità in questo processo.
Stiamo
lavorando tutti i
giorni per una vita più degna. Vi ringraziamo molto
per tutta la vostra solidarietà.
Ho
parlato con tutti qui delle persone che ho incontrato,
che pur essendo lontane lavorano con noi.
Vi
chiedo scusa se il contenuto della mia lettera è poco
e non del tutto bello. Spero che prossimamente vi
possa scrivere cose più belle. Per adesso vi mando
queste notizie, insieme al mio affetto e gratitudine.
Valdênia.
06 de outubro de 2002.
|