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Gesú di Nazareth nella storia ferita ma pulsante di oggi

padre Dario Bossi dal Brasile, ottobre 2007

Gesú di Nazareth nella storia ferita ma pulsante di oggi

padre Dario
Bossi ci scrive da Açailândia

Açailândia, ottobre 2007


Lettera alle Comunitá

Carissimi, un forte abbraccio a tutti e a ciascuno-a.

Anche se in questi primi mesi sono stato piuttosto in silenzio, vi porto con me e vi sento molto vicini. Avverto la compagnia e la forza di molti di voi che, in vari modi, vi impegnate per il bene e la vita di tutti, specialmente dei piccoli, come faceva Gesú.
Comincia il mese missionario e vi scrivo per farvi capire un po' del posto e della gente dove vivo ora. Non mi piace scrivere molto, ma in questa prima lettera sento il bisogno di descrivere, dall'alto e ancora in modo superficiale, la situazione di quest'entroterra profondo del Brasile.

Dove siamo?
La comunità missionaria di Açailândia (Maranhão) si trova in un luogo strategico. Vent'anni fa i missionari comboniani hanno deciso di venire qui, intuendo che in queste zone si sarebbe giocato molto del futuro della gente e dell'ambiente.
Il grande polo minerario di Carajás é il maggior giacimento del Brasile (enormi giacimenti di rame, bauxite, oro, manganese, stagno). È collegato al porto di São Luís attraverso una ferrovia lungo la quale sorgono 14 imprese siderurgiche in un raggio di 150 km, principalmente nella regione di Marabá (Pará) e Açailândia. Il minerale di ferro é esportato (100% nel caso di varie siderurgiche) verso i mercati degli USA, Europa, Cina e Giappone.
La realizzazione di questo polo, la rete di produzione di lingotti di ferro e il loro commercio hanno contribuito molto al disboscamento della nostra regione: attualmente le aree di foresta nativa sono molto ridotte.
Il nostro contesto é emblematico: condensa in una sola regione varie minacce (industria mineraria, deforestazione, monocultura di Eucalipto per la produzione di carbone, inquinamento delle industrie siderurgiche e delle ‘carvoarias’, lavoro in stato di schiavitù). In tutta la regione i problemi sono simili e la forza della gente é sproporzionata rispetto a quella delle grandi imprese presenti sul territorio.
Questo modello economico é estremamente dannoso: dá lavoro a poche persone, in proporzione ad altri possibili usi della terra; concentra il potere e il denaro nelle mani di pochi imprenditori della zona; non permette nessun dibattito su possibili alternative; ha ricadute sulla salute della gente per l’estremo inquinamento dell’area.
Altra gran parte della terra é nelle mani di pochi latifondiari e fazendeiros, che allevano vacche (la nostra é una delle regioni con maggior produzione di carne).
Ci troviamo quindi in una cittá carica di contraddizioni: varie famiglie benestanti (fino all'eccesso), periferie povere che rincorrono il traino di chi ha i soldi.
Dal punto di vista politico, il Maranhão é lo Stato conosciuto per la maggior corruzione degli amministratori pubblici. Anche Açailândia non fa differenza.

E le comunitá cristiane?
In cittá siamo tre parrocchie; la nostra si prende cura di piú di venti comunitá, sparse per il territorio (tre sono in cittá, alcune in agglomerati urbani vicini, varie nelle zone rurali interne). Le comunitá piú lontane distano circa cento km, ma le strade non sono molto buone, soprattutto nella stagione della pioggia!
La nostra parrocchia é dedicata a S.Giovanni Battista. Chiedo il suo stesso spirito profetico: Giovanni sapeva 'vedere dentro' la realtá e indicava con forza e decisione il cammino da seguire.
Siamo tre missionari: nella nostra piccola casa c'é anche p. Piercarlo, che alcuni hanno conosciuto. A 13 km da qui, in un 'distaccamento' della nostra parrocchia, vive fr. Antonio, in attesa di un altro fratello africano che arriverá a gennaio. Nel frattempo, intrecciamo molto le nostre attivitá e ci incontriamo tutti i giorni.
Il lavoro dei comboniani che ci hanno preceduto é stato preziosissimo: hanno organizzato la parrocchia dando molta autonomia e creativitá a ciascuna comunitá, gestita da un consiglio di laici. In alcune comunitá riusciamo a celebrare solo poche volte all'anno, ma loro sono autosufficienti, i  ministri della Parola celebrano tutte le domeniche e il consiglio di comunitá si prende cura della gente e delle sfide della zona.
Il nostro lavoro é principalmente di formazione: stiamo cercando di rafforzare la parrocchia e i líderes locali con un percorso formativo serio e approfondito. Prepariamo in modo esigente i catechisti, i ministri della Parola e i giovani (é appena l'inizio, con loro).
Cerchiamo inoltre di aprire gli occhi delle comunitá alle sfide della realtá sociale.
Ci stiamo muovendo su due versanti: corsi di formazione in agroecologia (rendersi indipendenti dalla rete della grande produzione, che sta schiacciando i piccoli produttori delle zone rurali, i piú poveri tra i poveri); un percorso di educazione alla cittadinanza e partecipazione per chi vive in cittá, avvalendoci delle possibilitá offerte dal modello partecipativo della legge brasiliana.
Nel groviglio delle situazioni di violenza, stiamo seguendo alcuni casi emblematici per aiutare la gente a crescere nella giustizia. Tra di essi, il caso di un giovane assassinato nel nostro quartiere (episodio di giustizia fai-da-te): la gente forse sta trovando il coraggio di denunciare... speriamo in bene!
Poi stiamo rafforzando tutte le possibilitá di comunicazione che abbiamo (specialmente la radio, che qui é strumento potente, ma anche un giornale cittadino alternativo e la TV).
Infine ci stiamo muovendo (a spanne e cercando di capirci qualcosa) per preparare un'azione in vista del Fórum Sociale Mondiale di gennaio 2009. Il Fórum, tra poco piú di un anno, si focalizzerá principalmente sulla questione amazzonica e i diritti ambientali. Per noi é occasione di rilanciare il grido della nostra gente e della nostra natura, studiando campagne di azione e proposte economiche  e politiche per il bene di tutti.  Sarebbe bello incontrarci lí!

Domande e cammino di fede
In tutte queste azioni non é facile lasciare lo spazio giusto alla Parola di Dio. Sento il bisogno di fare un buon discernimento: capire bene quali sono le prioritá, come si comporterebbero Gesú di Nazareth e Comboni in queste situazioni, quali sono le sfide aperte per noi missionari e quale deve essere il nostro contributo specifico con la gente, qui.
Spesso avverto che siamo chiamati ad essere 'locomotive': alimentati dal fuoco di un rapporto intimo con Dio, intuendo bene dove portano i binari, e... tirando, tirando, tirando: in tutte le comunitá occorre la presenza di chi stimola, dá il passo, incentiva, scalda i cuori e provoca domande, si avvicina ai piú stanchi rilanciandoli, ha cura che nessuno rimanga indietro. Sento che molto del mio ruolo qui é di formatore... e sento l'imperativo di formarmi io per primo, dando spazio allo studio, alla preghiera, al confronto.
Chissá se stiamo camminando sulla strada giusta? Chissá se le proporzioni del nostro impegno sono corrette... o se stiamo sbilanciandoci troppo da una parte o dall'altra...? Sono domande che mi faccio ogni sera, anche se spesso la stanchezza ha la meglio sulla luciditá.
Proveró a rispondere, restando molto in ascolto. E continueremo a condividere i nostri diversi modi di seguire Gesú di Nazareth nella storia ferita ma pulsante di oggi.


Buon cammino!

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