2 GIM Padova: Grandi nella debolezza
novembre 2005
Grandi nella
debolezza
Cari compagni e compagne di viaggio mi ritrovo a meditare questa veglia che non pregherò fisicamente con voi ma la preghiera, si sa, annulla le distanze.Non ci sono limiti alla potenza dello Spirito. Ci presentiamo davanti a Dio con la consapevolezza dei nostri limiti, delle nostre barire lasciando che Dio si prenda cura di noi e si serva anche delle nostre debolezze. Lui ci ama come siamo e ci invita ad essere autentici ad accettarci per ciò che siamo. Ci invita a fare verità dentro di noi perché solo così potremo essere liberi.
Un sorriso
Gigo
· Canto
Sono un ricercatore della verità. Ho trovato una via che vi conduce, ma la verità continuo a cercarla perché non l’ho ancora trovata. Infatti, trovare la verità nella sua interezza significa realizzare se stessi e il sogno di Dio.
Invece io sono dolorosamente conscio delle mie imperfezioni , ma in ciò sta tutta la mia forza, perché è già una cosa rara per l’uomo conoscere fino in fondo i propri limiti.
L’Anfora
Ogni giorno, un contadino portava l'acqua dalla sorgente al villaggio in due grosse anfore che legava sulla groppa dell'asino, che gli trotterellava accanto.
Una delle anfore, vecchia e piena di fessure, durante il viaggio, perdeva acqua. L'altra, nuova e perfetta, conservava tutto il contenuto senza perderne neppure una goccia.
L'anfora vecchia e screpolata si sentiva umiliata e inutile, tanto più che l'anfora nuova non perdeva l'occasione di far notare la sua perfezione: «Non perdo neanche una stilla d'acqua, io».
Un mattino, la vecchia anfora si confidò con il padrone: «Lo sai, sono cosciente dei miei limiti. Sprechi tempo, fatica e soldi per colpa mia. Quando arriviamo al villaggio io sono mezza vuota. Perdona la mia debolezza e le mie ferite».
Il giorno dopo, durante il viaggio, il padrone si rivolse all'anfora screpolata e le disse: «Guarda il bordo della strada». «E bellissimo, pieno di fiori». «Solo grazie a te» disse il padrone. «Sei tu che ogni giorno innaffi il bordo della strada. Io ho comprato un pacchetto di semi di fiori e li ho seminati lungo la strada, e senza saperlo e senza volerlo, tu li innaffi ogni giorno».
Siamo tutti pieni di ferite e screpolature ma, se lo vogliamo, Dio sa fare meraviglie con le nostre imperfezioni.
· Canto
Dalla seconda lettera di S Paolo ai Corinzi (12, 5-10)
Di me stesso invece non mi vanterò fuorché delle mie debolezze. Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato, perché direi solo la verità; ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi di più di quello che vede o sente da me. Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: “Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte.
· Spunti per riflettere
- Paolo non solo accetta le sue debolezze, ma si vanta e gioisce perchè riconosce in esse la forza di Dio. E tu… conosci i tuoi limiti? Li sai accettare? Credi che dalle tue fragilità possa manifestarsi tutto l’amore di Dio?
- In che modo il Signore ti è stato vicino in questi giorni? Quali tue debolezze e quali potenzialità ti ha mostrato? Quale parola precisa ti ha detto?
· Silenzio Condivisione e gesto
· Preghiera
Mi hai fatto senza fine questa è la tua volontà.
Questo fragile vaso continuamente tu vuoti
continuamente lo riempi di vita sempre nuova.
Questo piccolo flauto di canna hai portato per valli e colline
attraverso esso hai soffiato melodie eternamente nuove.
Quando mi sfiorano le tue mani immortali questo piccolo cuore si perde
in una gioia senza confini e canta melodie ineffabili.
Su queste piccole mani scendono i tuoi doni infiniti.
Passano le età, e tu continui a versare, e ancora c'è spazio da riempire.
Rabindranath Tagore
· Canto finale
Di me stesso invece non mi vanterò fuorché delle mie debolezze. Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato, perché direi solo la verità; ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi di più di quello che vede o sente da me. Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: “Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte.
· Spunti per riflettere
- Paolo non solo accetta le sue debolezze, ma si vanta e gioisce perchè riconosce in esse la forza di Dio. E tu… conosci i tuoi limiti? Li sai accettare? Credi che dalle tue fragilità possa manifestarsi tutto l’amore di Dio?
- In che modo il Signore ti è stato vicino in questi giorni? Quali tue debolezze e quali potenzialità ti ha mostrato? Quale parola precisa ti ha detto?
· Silenzio Condivisione e gesto
· Preghiera
Mi hai fatto senza fine questa è la tua volontà.
Questo fragile vaso continuamente tu vuoti
continuamente lo riempi di vita sempre nuova.
Questo piccolo flauto di canna hai portato per valli e colline
attraverso esso hai soffiato melodie eternamente nuove.
Quando mi sfiorano le tue mani immortali questo piccolo cuore si perde
in una gioia senza confini e canta melodie ineffabili.
Su queste piccole mani scendono i tuoi doni infiniti.
Passano le età, e tu continui a versare, e ancora c'è spazio da riempire.
Rabindranath Tagore
· Canto finale