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VIVI DA RISORTO!!! Nella nuova creazione

GIM Venegono - Ottobre 2005

 

I capitoli della Risurrezione Gv 20-21

Dal Vangelo secondo Giovanni (20, 24-29) 

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò".

Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". Poi disse a Tommaso: "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!". Rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!". Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!".

Introduzione

Sono i giorni seguenti alla RISURREZIONE. La comunità dei discepoli è frastornata e incapace di scuotersi dal torpore che l’ha colta! (cfr. v. 19). La RISURREZIONE non è ancora diventata ESPERIENZA, non ha raggiunto il cuore, l’intimità profonda di ogni persona.

Quando si ha paura si cerca conforto, si fa gruppo, ci si riunisce per attingere forza gli uni dagli altri. La COMUNITA’ è il luogo dove trovare rifugio, anche se ci si chiude dentro e si mantengono le porte chiuse. Si vuole nascondersi per evitare le conseguenze di ciò che è accaduto. Non è ancora la comunità del RISORTO, non è ancora la comunità MISSIONARIA che si apre la mondo e che annuncia ciò che ha vissuto. La paura le fa chiudere le porte. Il cuore non è ancora pronto alla novità. Infatti, il Signore deve prendere l’iniziativa per liberare le catene che bloccano ogni iniziativa.

I temi centrali: la RISURREZIONE, la PROFESSIONE DI FEDE di Tommaso, la relazione tra il VEDERE e il CREDERE.

Il contesto: qualche versetto prima, Giovanni racconta dell’apparizione del risorto alla Maddalena e il sepolcro trovato vuoto. Poi segue la corsa per annunciare ai discepoli ciò che è successo (v. 18). Ora il RISORTO è venuto a porte chiuse. Domina in tutta la scena la paura di essere scoperti, di fare la fine del MAESTRO, che però viene, attraversa le porte chiuse. Il risorto può superare tutte le difficoltà, anche le più insormontabili. Dentro questo clima di paura, il Signore viene e annuncia la PACE! Porta i segni della crocifissione, cioè è veramente Gesù quello che i discepoli hanno davanti. Questo li rende straordinariamente pieni di gioia, il cuore si rallegra. La PACE del Risorto è il grande dono che Dio fa alla comunità dei credenti.

In questa realtà di apparente disperazione, soltanto Cristo può essere segno di speranza e di vita!

Di fronte alle recenti catastrofi del Pakistan e del Centro America, quale speranza e quale vita ricercare? Dove sono i segni della RISURREZIONE? Caterina, una vicina di casa della mia famiglia, donna semplice e operaia che conosce la vita, si domandava: “Ma dov’era Dio in quei momenti? Come può permettere tanta sofferenza?” Forse anche noi, in certi momenti ci facciamo la stessa domanda. E la risposta non è facile e nemmeno tanto immediata. Il Figlio dell’uomo si è fatto presente nella storia, si è incarnato, ha assunto la croce su di sé, per affermare senza dubbi che il Dio di Gesù è un Dio che si fa solidale con l’umanità, fino alla morte che non ha fuggito! Ma il sepolcro è rimasto vuoto! La morte non ha prevalso. Il Gesù crocifisso si è fatto compagno di tutti i crocifissi della storia, ed ora è compagno anche nella RISURREZIONE, promessa a tutti coloro che credono.

Entrando nel testo

v. 24 - Tommaso non c’è quando il RISORTO si presenta agli apostoli e ai discepoli. Non può VEDERE/CREDERE ancora. Rappresenta il discepolo che l’esperienza del Risorto non l’ha ancora vissuta. Rimanere fuori dalla comunità significa non partecipare di questo momento, non potendo vedere il Risorto.

Tommaso è uomo schietto, diretto, che deve toccare con mano per giocarsi. Quante volte capita anche a noi di chiedere “prove” per fidarci, per buttarci. Per i discepoli il VEDERE è stato sinonimo di CREDERE: “Abbiamo visto il Signore!” cioè, abbiamo visto il RISORTO. Tommaso però non era li. Non vede e non crede, chiede altri segni, vuole toccare… Come tanti che pur vedendo non credono che il Signore li chiama!

Tommaso non si fida della parola dei discepoli. Ancora non ha fatto esperienza della PAROLA del Signore che lo chiama per nome. (v. 25) Forse anche la COMUNITA’ non ha saputo testimoniare la verità che ha vissuto.

v. 26 - 8 giorni dopo. C’è bisogno di tempo, di un periodo lungo… Tempo per riflettere, per pregare, per aprirci all’iniziativa di Dio. Perchè i semi gettati maturino. E’ tempo prezioso di purificazione del cuore. Ma è anche il tempo che Dio si prende per “aspettare” la nostra libertà. Ciascuno ha il suo, e il Signore lo sa.

Ed ora Tommaso è presente. Gesù non accusa e non rimprovera. Entra ancora una volta con il dono della pace, superando le barriere della nostra diffidenza. Ancora una volta supera la nostra paura (le porte sono ancora chiuse). Il dono è ancora lo Shalom, la vita piena per tutti.

La pace generata dal perdono (Padre mio perdonali, perché non sanno quello che fanno).

E tu, con chi farai la pace oggi? A chi senti che è necessario donarla?

Ora il RISORTO può rivolgersi direttamente a Tommaso. Ora il cristo può rivolgersi direttamente anche a te! Invita a toccargli le mani, a mettere il dito nel costato perché possiamo credere.

Tommaso, e noi con lui, può toccare le mani del Crocifisso risorto che hanno curato, accarezzato, confortato, consolato, perdonato.

Può toccare il costato dove RIPOSA IL CUORE DI DIO, l’unico che può perdonarci perché ci ama. Il CUORE di Dio è capace di trasformare il nostro peccato in vita.

E tu sei disposto a toccare il cuore di Dio con il tuo dito per lasciarti trasformare il cuore? Sei disposto a mettere la tua mano sul costato del crocifisso che si rivela nel volto del povero?

Soltanto così si raggiunge la vera BEATITUDINE, che è credere nel signore, cioè giocarsi la vita per lui. È credere nel RISORTO. È CREDERE CHE ANCHE io posso vivere da risorto! (v. 29).

Alcune sottolineature…

v. 25. Se non vedo… non crederò”. Per Tommaso risulta fondamentale questo legame tra il vedere e il credere. Ha bisogno di fare esperienza! Eppure di segni fatti dal Maestro ne aveva visti tanti. Perché ancora non crede? Forse perché non aveva permesso al Cristo di aprirgli il cuore e lasciarsi amare come mai aveva sperimentato. Solo il cuore, illuminato dalla fede e dall’esperienza del Cristo presente nella storia, nella mia storia, è in grado di VEDERE BENE, per cogliere dentro la storia i segni di speranza, i semi di giustizia, i percorsi di solidarietà con i più poveri.

v. 26. Si fermò in mezzo a loro”. Cristo deve occupare un posto centrale nella nostra vita. Soltanto radunandosi attorno al Signore, dentro la comunità, nella preghiera, nella condivisione, nella piena comunione, nella partecipazione alla vita degli esclusi possiamo fare esperienza del RISORTO.

v. 28.Mio Signore e mio Dio!” è l’urlo della fede ritrovata. È l’urlo che mi fa riconoscere il Dio della vita che ha portato alla risurrezione il Figlio. È l’urlo che riconosce nel Dio della pace e della giustizia, il Dio della mia vita. Un Dio di tenerezza e misericordia che si prende cura del suo popolo, di me. Soltanto lasciandomi incontrare da Lui posso donargli tutta la mia vita!

v. 29. Beati quelli che pur non avendo visto crederanno!” si tratta della beatitudine vera. Perché soltanto la fede nel Risorto ci consente di liberarci da tutte le nostre paure. Ci permette di “spalancare le porte a Cristo che viene”. Ci aiuta ad uscire da noi stessi per andare incontro alla storia e all’umanità, soprattutto quella ferita.

VEDERE il RISORTO è vedere il cammino nuovo: il mio, quello che il Signore mi mostra da sempre. È la via del Regno di Dio, della pace e della giustizia, dell’amore e della misericordia, del perdono e della riconciliazione. Questa è la nuova creazione: rinascere nel risorto per essere segno di vita nuova nel mondo.

E tu, sei riuscito a vedere il risorto? Lo senti presente nella sua parole, nel volto dell'umanità?

Prova a ripensare, oggi, a quelle esperienze delle tua vita che hai visto, hai toccato e dentro queste realtà hai scorto il volto del Risorto. Fanne memoria, riportale al cuore (ri-corda), e lascia che lo spirito del risorto ti riveli il senso di queste esperienze. Sii testimone del bene e della speranza che hai trovato nella tua vita. Vivi anche tu ora da RISORTO! 

 

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