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L' ORDINANZA DI PENTECOSTE

Lettera di Fr. Alberto Degan

Quando si apprestava ad attaccare l’Afghanistan per ritorsione contro l’attentato alle Torri gemelle, il presidente Bush usava termini forti: “Dobbiamo annientare, schiacciare il nemico!”. Franz Hinkelammert, un anziano economista tedesco adottato dall’America Latina, affermò che i verbi che stava usando il presidente Bush – ‘annientare, eliminare, uccidere’, etc - erano gli stessi termini che da bambino sentiva uscire dalla bocca di Hitler. E commentava: ‘Sono questi verbi che hanno formato il vocabolario mentale dei tedeschi di quell’epoca’. E dunque domandiamoci: qual è il vocabolario che sta formando la mente e il cuore dei nostri figli? Oggigiorno i verbi che prevalgono nel dibattito politico sono: “radere al suolo”, “cancellare”, “esodare”, etc. Sono verbi che suggeriscono che non è possibile un incontro tra diversi, e che l’unica modalità di relazione con ‘certa gente’ è la cancellazione. Lasceremo che siano questi verbi a formare la mentalità dei nostri bambini?

“Io sono padre di famiglia ed è la mia famiglia che sono chiamato a difendere”, ha affermato recentemente il sindaco di Padova. Ma chi è la mia famiglia? chi sono i miei fratelli?, si domanda Gesù (Mc3,34). Il sindaco ha anche detto che vuole difendere i pensionati e disoccupati contro i rifugiati e i clandestini. Insomma, c’è il rischio che i poveri si mettano gli uni contro gli altri, e il povero vedrà l’altro povero come suo nemico. Ma è un errore! In questo modo si sta sbagliando il bersaglio. Secondo dati di Oxfam, una grande ONG britannica, gli 84 uomini più ricchi del mondo hanno le stesse ricchezze di 4 miliardi di poveri terrestri. 84 uomini ci stanno comodamente in un autobus di Londra, ci ricordava recentemente padre Devenish, un comboniano inglese. Ebbene, questi uomini che possono stare tutti su un solo autobus sono più ricchi della metà della popolazione terrestre. Questo, allora, è il problema! Non è attaccando i 4 miliardi di poveri che si risolverà la sfida; ma è istituendo un sistema economico giusto che induca quegli 84 a scendere dal loro autobus dorato e a condividere con l’umanità almeno una parte delle loro ricchezze. Al mondo c’è pane e tetto per tutti! Basta condividerlo! Perché questo i politici non lo dicono?

Patrizia ha ospitato sei profughi a casa sua nel centro di Padova, e allora una signora di quello stesso condominio, come ci spiega un commerciante, “è giustamente scoppiata in lacrime: aveva appena messo in vendita la sua abitazione a 350.000 euro, ma se ne prenderà 150.000 sarà tanto, perché quel condominio si è già deprezzato a causa dei profughi”. Sinceramente, il calcolo della svalutazione mi sembra un po’ gonfiato, ma io capisco che i soldi sono importanti: allora dobbiamo creare le condizioni sociali per cui la presenza dei profughi non sia vista come una perdita ma come un valore aggiunto, e così magari il prezzo di quell’appartamento salirà a 500.000 euro.

Lasciatemi comunque dire una cosa. Noi piangiamo per i schei: anche solo l'idea di perdere soldi ci fa piangere. Mentre il dolore degli altri esseri umani – compreso quello di chi scappa dalla guerra e dalla violenza – non ci tocca più, non ci fa più versare nemmeno una lacrima.

La donna, quando partorisce, è nel dolore…; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un essere umano” (Gv 16,21). Così dice Gesù: che bello che venga al mondo un essere umano! Dà tanta gioia quando vediamo che gli uomini e le donne si comportano in maniera umana. Abbiamo tanto bisogno di esseri umani: il nostro mondo li attende, come la terra riarsa rimane in attesa dell’acqua. E l’essere umano piange di fronte al dolore del suo fratello! Già, ma… chi è mio fratello? Risuona più attuale che mai la domanda di Gesù. Papa Francesco ha dato la sua risposta: dobbiamo “globalizzare la fraternità”. Tutti i figli di Dio sono miei fratelli e sorelle… Ma noi, che ne abbiamo fatto della nostra umanità?

Quando il Piccolo principe, pieno di speranza, arriva da un’altra galassia e atterra sul Pianeta degli uomini, scopre sorpreso che proprio il Pianeta degli esseri umani è “carente di umanità”. Ma se l’umanità non la troviamo sul pianeta degli uomini, dove potremo cercarla? Per riaggiustare e guarire questa nostra Terra, malata di paura e diffidenza, abbiamo bisogno che vengano al mondo esseri umani!

A Padova è stata annunciata un’ordinanza per impedire che si possano accogliere profughi in case private. Che altro ci aspetta? Forse un’altra ordinanza che vieta di nutrire sentimenti di generosità? o un’altra ancora che vieta di offrire un caffè a un immigrato o di regalare un panino a un profugo?

No, io voglio essere ottimista, perchè oggi è Pentecoste, e la Parola ci dice che “l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo” (Rm 5,5). Sì, lo Spirito soffia dove vuole, può entrare anche nel mio cuore, e anche nel cuore dei nostri politici. Lo Spirito di Dio è uno spirito sognatore. E allora anch’io rivendico il diritto a sognare. Ieri notte ho fatto un sogno bellissimo: ho sognato che lo Spirito Santo era entrato nel cuore dei nostri sindaci, e che a uno in particolare avesse suggerito un’idea bellissima. Il giorno dopo su youtube appariva questo straordinario comunicato:

Cari padovani, stanotte ho fatto un sogno meraviglioso, che mi ha riempito di gioia, e adesso questa gioia voglio condividerla con tutti voi. Ho sognato che nessuno, né italiano né straniero, dormiva per strada nella nostra città, perché spontaneamente i cittadini mettevano a disposizione le case sfitte o le case vuote per accogliere i senza dimora, fossero essi italiani o stranieri, perché per noi ogni uomo è un fratello e appartiene alla famiglia umana. Ho sognato che ci eravamo stancati di odiare, e tutti – commercianti e profughi, esodati e clandestini, pensionati e immigrati – partecipavamo a una grande sagra cittadina, e sulla tavola c’era posto per tutti. Così, con questa ordinanza, ordino che in ogni quartiere della città si costruisca almeno una “casa dell’incontro” in cui persone di culture e religioni diverse possano parlare, mangiare insieme, e insieme cercare di affrontare i problemi del convivere quotidiano, compreso il problema della criminalità. Con questa ordinanza vieto ogni iniziativa che alimenti la cultura dell’odio e ordino che ci sforziamo tutti di alimentare la cultura del dialogo: è difficile, è vero, ma è una fatica che vale la pena, perché solo dal dialogo potrà nascere una città in cui i nostri figli vivano umanamente. E invito tutti ad essere alter-nativi, cioè ‘nati nell’altro’: vi esorto a ‘nascere o rinascere nel contatto con gli altri e con i diversi’. Perché se parliamo con gli altri, se incrociamo la fantasia di tutti i popoli presenti nella nostra città, insieme troveremo piste e strade che da soli non siamo neanche capaci di immaginare. Questa ordinanza entra in vigore a partire da oggi, Festa di Pentecoste”.

 Fratel Alberto Degan

 

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