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Vita dal "quartiere sub-normale" di Tumaco

p.Franco Nascimbene


Amici carissimi, 


sono le 9 di mattina e, dopo aver terminato il mio lavoro di vendita ambulante di latte di soia per le strade del centro della città di Tumaco, sono entrato in un posto pubblico di internet dove spero di riuscire da qui a mezzogiorno di mandare a tutti voi un saluto e qualche notizia.
L'ultima volta che vi ho scritto vi raccontavo che avevamo cominciato a fare delle proposte di formazione di piccoli gruppi che si riunissero intorno alla Parola di Dio e con qualche attività concreta di servizio. Ne era nato un gruppetto nel settore più povero e di più recente formazione nel quartiere, un gruppo di catechisti un terzo di persone che si occupano di malati ed anziani ed un quarto di giovani. Tutti e quattro continuano il loro cammino anche se le cose non sempre sono facili: alcuni si sono ritirati, altri son poco costanti. Comunque andiamo avanti anche se si tratta di realtà molto piccole, cercando di credere nella spiritualità del piccolo seme, del lievito nella massa, fiduciosi che il Dio della vita tirerà fuori cose grandi da realtà piccole, povere, deboli, umili. 

Ultimamente stiamo tentando con due nuovi piccoli gruppi: uno di ragazzi che non partecipano al catechismo ed ai quali si propone un camino formativo e delle attività nel quartiere,un altro di adulti nei ponti della strada numero uno del quartiere. Ci siamo riuniti per la prima volta giovedì sera e c'erano 9 adulti e 5 adolescenti: si è deciso insieme di continuare a riunirci tutti i giovedì. Il gruppo del cioccolato sta passando un periodo di crisi dopo forti litigate fra i membri. Molti si sono ritirati ed andiamo avanti con i superstiti dei litigi.
La situazione di violenza in Colombia e in particolare qui in Tumaco continua molto forte. Nel nostro quartiere le cose ultimamente sono peggiorate. Sono venuti a vivere nel quartiere due gruppi di giovani, pagati da gruppi criminali armati, con l'incarico, ognuno, di controllare quello che succede nel quartiere. Girano armati per strade e ponti, entrano nelle case come fossero i padroni. La gente è piuttosto spaventata dalla cosa. Le autorità, pur sapendo, non intervengono. Ultimamente ci sono stati due scontri tra i due gruppi ed in ognuno c'è scappato il morto. Minacciano, chiedono soldi, spadroneggiano e la gente non ha molto il coraggio di reagire sapendo che spesso la risposta è che ti ammazzano. La direttrice della scuola del quartiere tre giorni fa ha preso un aereo ed è scappata perché l'avevano minacciata.
In mezzo a tante cose brutte ci sono anche le cose belle e tanta gente buona. Questa settimana una vicina del quartiere ha trovato per strada una giovane signora con tre bambini piccoli che chiedeva l'elemosina. Si è messa a parlare con lei e le ha raccontato che era appena arrivata in città con i bambini dopo che le avevano sequestrato e fatto sparire il marito. La signora Gladis, vedendo che non aveva dove dormire, se l'è portata a casa e le ha dato da dormire e mangiare a lei ed ai tre bambini. Il giorno dopo l'abbiamo accompagnata ad un centro che si occupa di vittime della guerra che si sono fatte carico del problema. Ma la prima notte era stata accolta da una sconosciuta, povera come lei ed oltre tutto di un'altra razza: il Vangelo è ancora vivo.
Ogni tanto trovo per strada gente che mi chiede se non sono ancora riuscito ad ottenere un trasferimento in un posto migliore, perché siamo venuti a vivere in un quartiere povero e pericoloso, perché non ce ne andiamo in un posto più agiato. Fanno fatica a credere che l'abbiamo scelto noi di andare a vivere con loro ed un poco come loro e che è proprio questo che ci fa felici. A volte ci si chiede cosa fare di fronte a tanta violenza e non si trova risposta se non quella di continuare a condividere la realtà delle vittime della guerra interna di questo paese, stare a loro lato, seminare speranza, promuovere piccoli passi di fraternità e, quando si riesce, prevenire ulteriori violenze ed appoggiare chi è minacciato.
Ieri sera è ritornata la energia elettrica nel quartiere dopo che non ne avevamo da sei giorni. Essendo il nostro un quartiere ancora mezzo illegale e chiamato dalle autorità dello stato "quartiere sub-normale" non c'è fretta a restituirci il flusso elettrico. Per tre giorni non ci hanno manco preso in considerazione. Al quarto giorno sono venuti a vedere cosa succedeva ed il sesto giorno hanno finalmente aggiustato il guasto.
Durante quest'estate abbiamo ricevuto due visite dall'Europa di persone che sono venute a condividere per qualche settimana la nostra vita missionaria nel quartiere. In ottobre ne verrà una terza per qualche giorno: sono momenti piacevoli di una condivisione e dialogo con vecchi amici che ci sono vicini. Mentre in questi giorni state riprendendo l'anno scolastico in Italia dopo le vacanze estive, mando a voi tutti i miei migliori saluti.
Accompagnate con la vostra preghiera perché la nostra presenza possa trasmettere un po' di luce e di speranza a questo popolo da 60 anni vittima di una guerra che sembra senza fine. 


Un abbraccio a voi tutti Franco



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