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Carovana Nord Est

Erto, 26 settembre - Intrecciati con l'acqua

26 settembre 2008

  

Pensieri sulla tappa di Erto

  

L'acqua non è stato solo il tema di questa prima tappa, è stata proprio una presenza viva e forte, come è la vita che abbiamo incontrato in questi due giorni. L'acqua si è fatta presenza incisiva e scomoda nella voce dei sopravvissuti del Vajont: nella loro rabbia e nel loro dolore l'acqua è tremenda forza distruttrice, nata però dalla perversione dell'uomo. Nella folle idolatria del profitto egli ha violentato questa natura, che ha reagito scagliandosi con furia su oltre 2000 vittime innocenti, martiri del 'progresso', dissolti nella furia degli elementi, in una tragedia che ha fatto a pezzi le vite di chi è sopravvissuto.
  

  

Eppure l'acqua continua a scorrere, e così le vite di queste persone.
Non solo perché qualcuno ha deciso di resistere alle pressioni del sistema che tenta in ogni modo di occultare le proprie responsabilità, di disgregare le comunità e schiacciare la volontà e le richieste di chi vuole giustizia. Molti hanno scelto di custodire e ritrasmettere la memoria di quanto è successo, anche nella volontà di impedire che si ripetano tragedie simili.
L'acqua si fa allora forza vitale, che scavalca ogni barriera e corre libera per fecondare nuova terra.

  

  

Un'altra lezione che abbiamo imparato da questa comunità è che, come un fiume è fatto da tanti rivoli che si uniscono assieme, così noi possiamo intrecciare le nostre storie e le nostre sensibilità, e scoprire che le battaglie che ci troviamo davanti nei nostri paesi sono analoghe (con le dovute differenze) a quelle dei paesi del sud del mondo (Daniel ci ricorda che 'siamo tutti cittadini del mondo'), in particolare per quello che riguarda la privatizzazione dell'acqua, che dobbiamo riconoscere come diritto fondamentale di ogni uomo e non merce da (s)vendere.
Così la comunità di Erto può sentirsi in comunione con le comunità afro-ecuadoregne di cui si è fatto portavoce Fr. Alberto Degan, mentre noi possiamo scoprire che siamo chiamati a lottare per l'acqua a partire dalle nostre realtà locali e dai nostri stili di vita.
Abbiamo preso coscienza che quella dell'acqua è una sfida di importanza estrema, dove siamo chiamati a risvegliare le coscienze di tutti per poter assieme difendere la vita da un sistema che si rivela essere ogni giorno più distruttivo e portatore di morte.
Il sindaco di Erto ci ricordava che dobbiamo essere guerrieri non-violenti, nel modo indicato dalla saggezza Navajo, secondo cui il vero guerriero non è quello che riesce ad uccidere molti nemici, ma colui che lotta perché i più deboli abbiano gli stessi diritti dei più forti.

 

 

D'altra parte oggi, grazie all'interevento di tanti che sentono l'importanza cruciale di questo tema, abbiamo anche riscoperto la poesia e la bellezza dell'acqua, come essa sia così profondamente intrecciata con la vita da trovare mille echi nelle parole e nella musica di tante persone, poeti, artisti, scrittori e popoli, dato che essa è davvero elemento cruciale della nostra umanità (e della nostra fede che dovrebbe esserne l'espressione più intensa).

 

 

Così partiamo (da Erto) e ripartiamo (nel nostro impegno) portandoci nel cuore la memoria del Vajont e di tutte le persone e le comunità intrecciate al tema dell'acqua, perché insieme con loro scegliamo di continuare a lottare perché vinca la vita!

Andrea Z. - Carovana Nord-Est 


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