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Lc 7, 1-10: Guarigione del servo del centurione

campo di Roma 2008

 


LA GUARIGIONE DEL SERVO DEL CENTURIONE
INIZIO DELL’ATTIVITÀ MISSIONARIA DI GESÙ
Lc 7, 1-10


È appena terminato il discorso sulle beatitudini del Regno (cap. 5-6). Gesù, rivoluzionando la logica mondana, ha proclamato: “Beati” i puri di cuore, gli operatori di pace, i miti, i misericordiosi, i perseguitati a causa della giustizia, i poveri. Al centro di questa “magna carta” della sua “lieta notizia”, ci ha invitati a diventare misericordiosi com’è misericordioso il Padre (6,36). È infatti solo questo percorso di bontà, d’amore, di misericordia a farci ricuperare quella “immagine e somiglianza” con Dio (Gen. 1,26) con cui siamo sgorgati, pieni di dignità, da Dio-Amore. È terminato il discorso del Regno e Gesù entra in Cafarnao, città di confine.  


Inizia l’attività missionaria di Gesù: portare la salvezza anche ai lontani.


Lc 7, 1-10  (cfr Mt 8,5-14)
1Quando ebbe terminato di rivolgere tutte queste parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao. 2Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. 3Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. 4Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: “Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, 5perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga”.6Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: “Signore, non stare a disturbarti, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; 7per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito. 8Anch’io infatti sono uomo sottoposto a un’autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all’uno: Và ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fà questo, ed egli lo fa”. 9All’udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: “Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande! ”. 10E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.



Ambientazione del brano:
                                                                         
Siamo a Cafarnao, nella Palestina settentrionale, in una città di confine dei piccolo regno di Erode Antipa, intorno agli anni trenta. Vi troviamo l’ufficio doganale, quale a cui sedeva il pubblicano Levi (Mc 2,13ss); varie aziende familiari dedite alla pesca, come quella di Simone e Andrea o quella di Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo; vi risiede una guarnigione di soldati comandata da un centurione. Chi era questo centurione? Non conosciamo le sue origini, sappiamo che era inquadrato nell’esercito romano e che aveva alle sue dipendenze una centuria, circa duecento uomini, con la quale presidiava il territorio di Cafarnao, Probabilmente era un veterano, un combattente valoroso che si era guadagnato i gradi combattendo sul campo.



Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire…
Il Vangelo ci presenta il centurione come un uomo buono che cerca Gesù per una particolare situazione: la guarigione di un servo a lui molto caro. Egli pur essendo un comandante, ha a cuore la sorte dei suoi attendenti e si prende cura di uno dei suoi servi.  Qual è il suo incontro con Cristo?  In verità qui non vi è un vero e proprio incontro.  Aveva sentito parlare di Lui, forse lo aveva già incontrato; certamente, aveva riconosciuto la diversità del potere di quest’uomo dal suo:  a Gesù infatti, obbedivano quegli elementi sui quali neppure Roma aveva potere.

Avendo udito parlare di Gesù gli mandò alcuni anziani dei Giudei…
Non gli doveva nemmeno esser sfuggito il carattere religioso della predicazione del Cristo.  Non sapeva nulla di più, ma ciò gli era sufficiente per riconoscere che quell’uomo di Nazaret era un maestro speciale… desiderava conoscerlo, ma non osava avvicinarlo.  Gli invia gli anziani dei Giudei: non approfitta della sua condizione per ottenere un favore: egli non è il potente che chiede ad un altro un favore che, data la condizione, non può negare.  Egli è umile nella sua vera umiltà: umiltà di uomo, di soldato.  Poiché la malattia era ribelle ad ogni cura, non gli resta che ricorrere a quell’uomo: chiede a Gesù di guarire il suo servo.

Egli merita che tu faccia questa grazia…
Il vangelo ricalca ancora le caratteristiche del centurione: sa essere vicino alla gente: “… ama il nostro popolo”.  Sa cogliere e va incontro ai loro bisogni: “… è stato lui a costruirci la sinagoga”.  Ama molto i suoi dipendenti ed ha a cuore la sorte di un suo servo: “… che giace in casa paralizzato e soffre terribilmente”. Un uomo buono e pietoso, generoso con la gente, benvoluto da tutti…

Gesù si incamminò con loro…
Gesù accogliendo la sua preghiera è disposto anche ad andare nella sua casa. Il centurione però non vuole chiedere troppo, teme di essere importuno: perché scomodarlo? “Signore non stare a disturbarti, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, […] ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito”. L’umiltà del centurione è tale che egli non si sente degno neppure di presentarsi personalmente da Gesù.
Gesù e il centurione neppure si incontrano, eppure si rispettano e si amano.  Inoltre, il centurione possiede un vero stile militare, sa stare al suo posto e farse  rispettare:  “… sono un uomo sottoposto a un’autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all’uno: Va’ ed egli va, e a un altro: vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa’questo, ed egli lo fa...”

All’udire questo Gesù restò ammirato…
Le parole del centurione sono parole di umiltà e di fede che stupiscono Gesù: come è possibile che il Cristo si meravigli di quell’uomo? Un’autentica vita di fede diviene anche per Gesù motivo di ammirazione! Nella fede l’uomo supera se stesso entrando in comunione con Dio. Gesù contempla in quest’uomo l’azione dello Spirito: “Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!

Il centurione ci insegna ancora come dobbiamo rapportarci con il fratello/sorella che cammina accanto a noi: “… lo aveva molto caro”.


Il percorso del centurione può essere il mio, quello di ogni persona.  Mosso da estrema necessità, avendo ascoltato da altri il grande potere di guarigione di Gesù, cosciente della propria impossibilità di accedere a Lui, eccolo ricorrere alla mediazione di altre persone…
È proprio dall’incontro tra senso della miseria e senso della misericordia che nasce la fede. Non è fede generica ma una fede concreta nella Parola di Gesù.

Questa parola può sempre operare con potenza dunque anche oggi!


Domande per la riflessione personale:


  • La salvezza qui si compie in assenza di Gesù per la fede che un “pagano” ha nella sua Parola, neppure udita direttamente, ma attraverso mediatori…
    Com’è la mia fede nella Parola e nelle sue mediazioni umane?


  •  “All’udire questo Gesù restò ammirato…” Gesù si lascia stupire dalla fede del centurione…
    Quanto sono aperto/a a scoprire in coloro che hanno fatto altre scelte di vita rispetto alla mia, i valori che la persona possiede e lasciarmi sorprendere da essa?


  • Gesù accoglie tutti senza guardare “razza, religione, condizione sociale, categorie ecc…”
    Come accolgo le nuove sfide che la società mi presenta, soprattutto riguardo “gli stranieri-immigrati”?


  •  In questo testo del Vangelo sottolinea la frase che ritieni importante per la tua vita.


 

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