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SMILITARIZZAZIONE

Campagne Banche Armate, Tesorerie Etiche e Parrocchie Disarmate

Banche Armate

Lanciata a fine ‘99 da Nigrizia con Mosaico di pace e Missione Oggi, fatta propria dall’associazione Chiama l'Africa, e sollecitata anche dalle lettere di protesta che giungevano alle redazioni, la Campagna intende dare al risparmiatore uno strumento di pressione sulle banche italiane, al fine di ridurre se non azzerare il loro appoggio all'export bellico.
Tra i risultati raggiunti, la decisione da parte di diversi gruppi bancari di dotarsi di norme più trasparenti e restrittive in merito al finanziamento alla produzione militare, e la decisione di alcuni istituti di credito di smettere di fornire servizi d'appoggio al commercio di armi.
La Campagna Contro i mercanti di morte - In difesa della legge 185/90 è collegata a "Banche armate" (grazie a questa legge è possibile sapere quali sono le banche attraverso cui transita il denaro del commercio delle armi).

Per saperne di più e sapere quali sono le 'banche armate':

Sito della Campagna Banche Armate

Sezione Le Campagne/Banche armate in Nigrizia.it


Dalle Banche Armate alle Tesorerie etiche...

Per stimolare gli enti locali ad adottare principi etici nella scelta delle tesorerie e le banche ad una maggiore trasparenza.

Dossier febbraio 2007 di Missione Oggi [pdf]

... ed alle Parrocchie disarmate

L'editoriale di Nigrizia di dicembre 2006

Giusto nel dicembre 1999 nasceva la Campagna di pressione alle “banche armate”, con il preciso scopo di monitorare (in virtù dei dati forniti dalla legge 185 del 1990) il supporto fornito dalle banche al commercio di armamenti e di indurre i risparmiatori a interrogarsi e a mobilitarsi. In questi sette anni, le riviste che l’hanno promossa – Nigrizia, Missione Oggi e Mosaico di Pace – hanno trovato lungo la strada il sostegno e la collaborazione di molti. Ma, inaspettatamente, è dal mondo ecclesiale che non hanno avuto la risposta che si attendevano.
Eppure, proprio «ai parroci, ai vescovi e ai responsabili di istituti religiosi» si rivolgeva l’appello che ha inaugurato un percorso teso a fare chiarezza su come le banche impiegano i soldi e su come ciascuno di noi indirizza i propri risparmi.

Si tratta, allora, di rilanciare un impegno. Abbiamo cominciato a farlo lo scorso ottobre, in occasione del Convegno ecclesiale nazionale di Verona, distribuendo un comunicato in cui le parrocchie sono state invitate «a scegliere con maggior oculatezza e attenzione le banche presso cui depositare i propri risparmi o alle quali chiedere contributi per finanziare le loro diverse iniziative».
È necessario ricordare che la Relazione 2006 sull’export di armamenti, a cura delle presidenza del consiglio, sottolinea che, lo scorso anno, il 45% delle esportazioni italiane di armi si sono dirette al sud del mondo, anche a paesi altamente indebitati o colpevoli di gravi violazioni dei diritti umani. Inoltre, le banche che gestiscono le operazioni di “incassi e pagamenti”, a nome delle aziende produttrici di armi, chiedono ai paesi del sud del mondo compensi di intermediazione più alti rispetto a quelli chiesti ai paesi ricchi.
I tassi variano dal 5 al 10% del costo dell’intera partita.
Riteniamo importante che non solo i singoli cittadini, ma anche realtà come le parrocchie, punti di riferimento di un territorio, adottino una condotta etica che escluda rapporti economico-finanziari con istituti di credito implicati nel commercio d’armi.

È risaputo che le banche si rivolgono sovente alle parrocchie, offrendo condizioni particolarmente favorevoli. Per questo lanciamo due proposte, all’insegna della trasparenza e con l’obiettivo di accrescere il numero delle “parrocchie disarmate”:

  1. che le parrocchie rendano noto presso quali istituti di credito depositano i propri risparmi;
  2. che il consiglio pastorale parrocchiale chieda a queste banche, tramite lettera pubblica, qual è la loro politica rispetto al commercio delle armi.

Sarebbe un gesto profetico. E direbbe in maniera inequivocabile che, al di sopra di ogni altra cosa, ci sta a cuore il Vangelo. Com’è possibile «rendere credibile l’annuncio di Cristo Risorto» (è l’appello che emerge dal Messaggio finale del Convegno di Verona), se poi affidiamo i nostri risparmi e chiediamo finanziamenti a banche che sostengono la produzione e la vendita di strumenti di morte?
Ci addolora notare come un documento, dal titolo Etica, sviluppo e finanza, pubblicato lo scorso ottobre dall’Ufficio della Conferenza episcopale italiana come contributo alla riflessione per i quarant’anni dell’enciclica Populorum Progressio, abbia del tutto ignorato le proposte che la Campagna “banche armate” va presentando e che parte dello stesso mondo bancario ha accolto come tema di riflessione. Al punto che diverse banche sono giunte ad assumere precisi impegni circa il finanziamento al commercio di armi e a dotarsi di codici etici.

Diocesi, parrocchie e istituti religiosi devono “dis-armare” i loro risparmi e i loro investimenti. E diventare un punto di forza della Campagna, che, nel frattempo, va articolandosi  e irrobustendosi, anche sul piano organizzativo.


Grave e indebita modifica della relazione governativa 2008 sull'esportazione di armi
Denuncia di Missione Oggi, Nigrizia e Mosaico di Pace

Non c'è più. Introvabile. Volatilizzato. È sparito dalla Relazione governativa 2008 sull'esportazione di armi italiane un allegato.

È un lungo elenco che per anni ha riportato il valore monetario e la controparte estera delle singole operazioni autorizzate alle banche. L'ultimo consisteva in ben 161 fitte pagine. Dati i tempi di crisi e i tagli alle amministrazioni si potrebbe pensare ad un risparmio e per di più ecologico. Ma non è cosi: perché l'ultima Relazione, tra grafici e tabelle, di pagine ne ha 1104, ben 168 in più della precedente che riportava quell'elenco.

Al suo posto ne compare un altro, altrettanto consistente ma non così rilevante. La differenza sta in una parola: "Riepilogo in dettaglio suddiviso per Istituti di Credito" titolava quello sparito. "Riepilogo in dettaglio suddiviso per Aziende" recita l'attuale che più o meno dice le stesse cose ma - ovviamente - non riporta i nomi delle banche. [leggi tutto il testo]


...Opporsi quindi alla militarizzazione... Non solo a quella dei territori, ma anche a quella dei rapporti che vede nella violenza l'unico modo di risolvere i conflitti. Per uscire dalla logica della guerra e del nemico.

Aree dello speciale: Dalle sfide locali... alle risposte dei giovani... alle conseguenze per il Sud del mondo; Spiritualità della Nonviolenza; la forza delle idee; le campagne in corso e i comunicati; link alla Pace. [vai allo speciale]


Altre pagine sul disarmo

La campagna per la legge di iniziativa popolare sui trattati internazionali, sulle basi  e servitù militari ha fatto centro: raggiunto il numero di firme valide! - News autogestita del 16-09-2008


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