Tra Betania e Gerusalemme - La casa, luogo delle relazioni e dell'impegno
convivenza GIM Venegono al Molino delle Asse di Parma
Tra Betania e Gerusalemme
La casa, luogo delle relazioni e dell'impegno
Canto iniziale: Beatitudini | |
Voi che siete luce della terra miei amici RE LA SI- | Voi che ora siete miei discepoli
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L’ultimo tratto della vita terrena di Gesú si sviluppa attraverso una relazione dialettica tra due poli: Betania e Gerusalemme. Betania è lo spazio dell’amicizia, dove uno si sente accolto e amato; Gerusalemme è lo spazio dell’impegno pubblico, con tutto ció che esso implica: fatica, incomprensione, persecuzione, etc. Il profumo che Maria sparge sui piedi del Maestro e riempie la casa di Betania è il profumo dell’amicizia, dell’amore, il profumo degli ideali quando sono condivisi con gli amici. Gesú ha bisogno di andare a Betania: qui a Betania troverá la forza necessaria per andare a Gerusalemme e affrontare la Croce. Non si puó vivere senza Betania, Gesú non poteva vivere senza Betania: una vita senza Betania sarebbe una vita disumana. Ma in realtá Gesú é pienamente umano: “Cosí umano solo Dio poteva esserlo!”, ha detto un famoso teologo sudamericano. Sí, perché l’amore umano, l’amore fraterno, é proprio di Dio. (Fr. Alberto Degan)
Separarsi dall'amore | Il desiderio di questo amore aumenta |
Ascolto del brano “Solo le pido a Dios” (Leòn Gieco 1978)
Sólo le pido a Dios Sólo le pido a Dios Sólo le pido a Dios Sólo le pido a Dios Sólo le pido a Dios Sólo le pido a Dios, | Solamente chiedo a Dio Solamente chiedo a Dio, Solamente chiedo a Dio Solamente chiedo a Dio Solamente chiedo a Dio Solamente chiedo a Dio |
Come ha scritto Benedetto XVI, “l’uomo non puó vivere solo dell’amore oblativo, discendente. Non puó sempre e solo dare, deve anche ricevere. Chi vuole dare amore deve a sua volta riceverlo come dono” (“Dio é amore”, n.7). Rinunciare a Betania e all’amore fraterno, dunque, é rinunciare ad essere umani cosí come ci ha creati Dio.
Detto questo, non dobbiamo però andare all’eccesso opposto: se per goderci la nostra Betania rinunciamo poi a Gerusalemme, all’impegno nel mondo, alla fatica e alla gioia dell’annuncio, andremo incontro a un altro tipo di frustrazione, e cadremo nel cosiddetto ‘comodismo’: ci rinchiuderemo nella nostra vita ‘privata’ e comoda, ci incontreremo con alcuni amici e ridurremo al minimo necessario il nostro apostolato, ovviamente decidendo noi stessi in che consiste questo minimo. In questo modo, si potrebbe pensare che avremo una vita felice, ma in realtá cominceremo a sentire dentro di noi una grande sensazione di vuoto, che crescerá giorno dopo giorno e non ci lascerá in pace.
Io penso dunque che, come missionari, ci sentiamo pienamente umani quando abbiamo amici in Betania che nutrono i nostri stessi ideali, che condividono almeno una parte della nostra lotta, e che con il loro affetto e la loro solidarietá ci danno la forza di continuare con passione la nostra missione a Gerusalemme.
É interessante notare che, prima di ascendere al cielo, Gesú sentí il bisogno di andare a Betania:“Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccó da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia” (Lc 24, 50-52). L’ultima missione di Gesú fu quella di immergere i suoi apostoli nel profumo di Betania, perché avessero la forza di tornare con gioia a Gerusalemme. (Fr. Alberto Degan)
...Noi ci Impegniamo...
Noi ci impegniamo…
Ci impegniamo noi, e non gli altri;
unicamente noi, e non gli altri;
né chi sta in alto, né chi sta in basso;
né chi crede, né chi non crede.
Ci impegniamo,
senza pretendere che gli altri si impegnino,
con noi o per conto loro,
con noi o in altro modo.
Ci impegniamo
senza giudicare chi non s’impegna,
senza accusare chi non s’impegna,
senza condannare chi non s’impegna,
senza cercare perché non s’impegna.
Il mondo si muove se noi ci muoviamo,
si muta se noi mutiamo,
si fa nuovo se qualcuno si fa nuova creatura.
La primavera incomincia con il primo fiore,
la notte con la prima stella,
il fiume con la prima goccia d’acqua
l’amore col primo pegno.
Ci impegniamo
perché noi crediamo nell’amore,
la sola certezza che non teme confronti,
la sola che basta
a impegnarci perpetuamente.
Don Primo Mazzolari
Dalla Lettera ai Colossesi (3, 12 – 17)
12 Rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; 13 sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi.
14 Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione. 15 E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti!
16 La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali. 17 E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.
Canto finale: Mani
Vorrei che le parole mutassero in preghiera
e rivederti o Padre che dipingevi il cielo.
Sapessi quante volte, guardando questo mondo,
vorrei che Tu tornassi a ritoccarne il cuore.
Vorrei che le mie mani avessero la forza
per sostenere chi non può camminare.
Vorrei che questo cuore, che esplode in sentimenti,
diventasse culla per chi non ha più madre.
Mani, prendi queste mie mani, fanne vita fanne amore,
braccia aperte per ricevere chi è solo.
Cuore, prendi questo mio cuore, fa che si spalanchi al mondo,
germogliando per quegli occhi che non sanno pianger più.
Sei Tu lo spazio che desidero da sempre,
so che mi stringerai e mi terrai la mano.
Fa' che le mie strade si perdano nel buio
ed io cammini dove cammineresti Tu.
Tu soffio della vita prendi la mia giovinezza
con le contraddizioni e le falsità.
Strumento fa' che sia per annunciare il Regno
a chi per queste vie Tu chiami beati.
Mani, prendi queste mie mani, fanne vita fanne amore,
braccia aperte per ricevere chi è solo.
Cuore, prendi questo mio cuore, fa che si spalanchi al mondo,
germogliando per quegli occhi che non sanno pianger più.
Noi giovani di un mondo che cancella i sentimenti
e inscatola le forze nell’asfalto di città.
Siamo stanchi di guardare, siamo stanchi di gridare
ci hai chiamati, siamo tuoi: cammineremo insieme.
Mani, prendi questi nostre mani, fanne vita fanne amore,
braccia aperte per ricevere chi è solo.
Cuore, prendi questi nostri cuori, fa che siano testimoni
che Tu chiami ogni uomo a fare festa con Dio.