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Cammino di Discernimento GIM2 - Rompi il vaso d’alabastro!

GIM2 Padova - Marzo 2007

                                                                                                                              GIM2 di Padova, Marzo 2007

Rompi il vaso d’alabastro!

Dal vangelo secondo Marco (14, 1-9)

Mancavano due giorni alla Pasqua e alla festa degli Azzimi; i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di impadronirsi di Gesù con inganno e ucciderlo; infatti dicevano: «Non durante la festa, perché non vi sia qualche tumulto di popolo». Gesù era a Betania, in casa di Simone il lebbroso; mentre era sdraiato a mensa, venne una donna che aveva un vaso di alabastro di profumo di nardo puro, molto prezioso;
ruppe l'alabastro e lo versò sul suo capo.
Alcuni, irritati in se stessi, dicevano: «Perché si è fatto questo spreco di profumo? Si poteva vendere questo profumo per più di trecento denari, e darli ai poveri».
E fremevano contro di lei.

Ma Gesù disse: «Lasciatela stare! Perché le date fastidio?  Ha fatto un'opera bella verso di me. Poiché i poveri li avete sempre con voi; quando volete, potete far loro del bene; ma me non mi avete per sempre.
Lei ha fatto ciò che poteva; ha anticipato di profumare il mio corpo per la sepoltura.
In verità vi dico che in tutto il mondo, dovunque sarà predicato il vangelo, anche quello che costei ha fatto sarà raccontato, in memoria di lei».

Mancano due giorni alla Pasqua.

Siamo nel punto chiave del vangelo di Marco, è il primissimo testo che è stato fissato dalla tradizione cristiana, quello attorno a cui ruota tutto il resto del libretto scritto dalla comunità di Marco. Possiamo capire tutto il vangelo solo se capiamo la passione di Gesù: tutto viene riletto a partire da qui. La cosa strana è che Marco sceglie, per introdurre la parte centrale del suo libro, un episodio che sembra non c'entrare per niente…

Chiediamo il dono dello Spirito, per comprendere in questo incontro tra Gesù e la donna il senso della passione sua e di tutti noi. Mancano due giorni alla Pasqua e agli Azzimi (i giorni senza lievito).

Il tempo è compiuto, è ora di donarsi.

Nel vangelo di Matteo, Gesù dice proprio: “Voi sapete che tra due giorni è Pasqua e il Figlio dell'Uomo sarà consegnato per essere crocefisso”.

Questo tempo di Gesù viene ad interrogare anche il nostro:

Cosa posso dire del mio tempo? Cosa sta maturando dentro di me?

Non a caso Mc 14 è preceduto immediatamente da altri due testi importanti:

- “imparate dal fico” (se una pianta sa leggere e capire il tempo per maturare... quanto più voi!) Mc 13,28;

- “state attenti, vegliate!” Mc 13,33;

Sta per giungere il momento più denso della vita di Gesù: da una parte oscuro, difficile, violento e duro; dall'altra luminoso, carico di speranza, nuovo come tutto il Vangelo. L'inizio di Mc 14 esprime bene questo contrasto, riassunto negli atteggiamenti opposti dei sacerdoti e scribi da una parte, della donna dall’altra.

Gesù sta compiendo il suo ‘passaggio’, cammino di fedeltà che si fa Pasqua.

Dev’essere tempo di passaggio anche per noi: c'è una Pasqua che dobbiamo preparare, mancano due giorni agli Azzimi. Vi siete tolti di dosso il lievito vecchio?  “Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. Infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato!” (1Cor 5,7)  Il lievito della morte, che fermenta la rabbia dei sommi sacerdoti e degli scribi: Marco lo riassume in tre parole-chiave per tutta la violenza che sta per avvenire.

Impadronirsi, inganno, uccidere. (in tutti i primi mesi GIM ci siamo soffermati molto sugli atteggiamenti interiori che ci portano ad essere padroni della vita, ingannare noi stessi e gli altri, uccidere le speranze dentro e fuori di noi).

Nei versetti successivi, però, tre diverse parole-chiave ci colpiscono, e vengono da questa donna:

Bellezza, Profumo, Memoria. Che bello sarebbe se alla fine della nostra vita la gente potesse trattenere bellezza, profumo, memoria riguardo a ciascuno di noi!

Entriamo nel racconto, vediamo come Gesù si prepara alla Pasqua... e come la comunità di Marco ci chiede di 'essere Pasqua' noi stessi. Siamo a Betania (bet-anaw, 'la casa del povero'). Marco specifica di nuovo: casa di un lebbroso. Betania è il punto di riferimento per Gesù negli ultimi giorni, nel dialogo con Gerusalemme.

Dal capitolo 11 al 14 (gli ultimi sette giorni di Gesù), egli continua a entrare e uscire da Gerusalemme (e dal Tempio); il suo punto di riferimento alternativo, esterno alla 'città santa', fuori dalle mura, è proprio Betania: la casa del povero.

Betania diventa nei giorni finali la casa di Gesù. E' qui che si sdraia a mensa, prima dell'ultima cena, per stare con la 'sua' gente. Sente il bisogno di prepararsi alla passione nella casa del povero, fuori dalle mura... e qui ogni giorno torna (anche solo per passare la notte), per recuperare senso, amicizia, motivazioni. Per imparare da loro cosa significa passione... e riuscire così a viverla fino in fondo, anche a nome loro.

Noi pure potremmo preparare così la Pasqua della nostra vita: in un continuo movimento in andata dalla scuola dei poveri alla denuncia delle strutture di morte; in ritorno, dalla grande città cuore della politica-economia-ideologia del sistema... all'immersione con gli esclusi.

Gesù ascolta e impara dai poveri: è una di loro, anonima, che spezza il vaso d'alabastro, spezza la sua vita. Un gesto piccolo, nascosto, fuori città... è sorprendente quanto faccia 'infuriare' molti che non lo possono accettare. Viene siglato il legame tra la passione di Gesù e quella dei poveri. Per stare con loro l'unica scelta è donare la vita; la loro vita che si spezza è catechesi per noi, è il luogo in cui vediamo Dio anticipare e ripetere ogni giorno la sua passione. Questo o ci fa infuriare ed inorridire, oppure scalda e appassiona anche noi. A questo punto, quasi per proteggersi e risparmiarsi, appaiono evidenti le diverse logiche: i prudenti, calcolatori, opportunisti suggerirebbero altri modi di 'fare del bene ai poveri' (c'è poi anche l'alibi insensato di chi si rassegna alle parole di Gesù “i poveri li avrete sempre con voi”; per evitare interpretazioni stupide, andiamo a vedere cosa significa davvero in Dt 15,11) . Gli impoveriti, invece, hanno solo la vita da dare... e questa donna la spezza.

Quanto vale la vita? Vale la pena spezzarla, buttarla tutt'intera agli altri?

Oppure è più saggio risparmiarsi, conservare il controllo della situazione, essere prudenti?

E qual è il vero bene per gli impoveriti? Cosa vogliamo dare loro? Soldi, opportunità, proposte controllate da noi... oppure la nostra vita, semplicemente, tutta intera, immersa e spezzata? La donna, nostra maestra, dà tutto ciò che ha e che può (trecento denari di profumo erano l'equivalente del salario di un anno: la sua vita intera). Sembra di rivedere l'altra figura, quella della vedova al Tempio che versa il tributo: “tutto ciò che aveva per vivere” (12,44). Solo che la vedova è stata dissanguata dal sistema del tempio (economia del tributo); la donna del profumo, invece, si muove per amore, gratuitamente, sorprendendo tutti (economia del dono). Alle porte della Pasqua Gesù vede, impara e sceglie la sua risposta: si sente povero come i poveri, l'unica cosa vera e totale che può dare loro è la sua vita. Senza parole, nel silenzio dell'azione, ci ricorda quello che da tempo ripeteva: “E’ solo spezzandoti che ti ricomponi e trovi la tua unità, il senso. E’ perdendoti che ti trovi davvero!”

Siamo al passaggio essenziale del vangelo. Non a caso si parla di un'essenza (e in ebraico si gioca sulla parola ‘essenza’ (cf. Ct 1,3) : shemem è il profumo; shem è il nome. Entrambi rappresentano l'essenza che si racchiude in te.

Qual è l'essenza della tua vita?

Il cuore, l'opzione di fondo su cui tutto si poggia?

Per Gesù è il dono della vita nella casa del povero.

E tu? Pian piano stai riuscendo a raccoglierti attorno all'essenziale?

In che modo alla fine della tua vita potrai sentire di aver costruito un'opera bella, lasciato profumo, memoria di Vangelo?

C'è qualcosa di te che ancora senti di dover 'spezzare' perchè la gente e soprattutto gli impoveriti arrivino a sentire il tuo profumo?


 Altre catechesi del GIM2 di Padova:

Cammino di Discernimento GIM2 - Dalla Chiamata alla Crisi - GIM2 Padova - Novembre 2006

Cammino di Discernimento GIM2 - Chiamati - GIM2 Padova - Ottobre 2006

  

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