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I passi verso la Difesa Popolare Nonviolenta

I passi verso la Difesa Popolare Nonviolenta

 

Se la Nonviolenza entra nel Palazzo...

 

I passi verso la Difesa Popolare Nonviolenta

Sei anni fa è stata approvata dal Parlamento la riforma della obiezione di coscienza (legge 230/98)
prevede "la istruzione e formazione degli obiettori di coscienza ad una difesa civile non armata e nonviolenta" come compito dell'Ufficio Nazionale del Servizio Civile, organo indipendente dai militari, nato appositamente per applicare quella legge.

Per due anni l'UNSC non ha avuto il finanziamento nemmeno per andare oltre la metà anno finanziario. Poi, quando è stata approvata la legge che nel 2007 sospenderà tutta la leva (sia i militari sia gli obiettori), allora è arrivato un finanziamento consistente (16 milioni di euro); é sempre inadeguato al numero di obiettori. 
Di questo finanziamento 3 milioni di euro sono per la formazione degli obiettori, anche alla Difesa Popolare Nonviolenta. 200 mila euro sono specificamente per la DPN; la cifra è grande rispetto alle attività volontaristiche che le associazioni nonviolente hanno finora svolto sulla DPN, ma è piccola rispetto al bilancio complessivo ed è misera per uno Stato che vuole iniziare una avventura di grande portata politica. 
In febbraio 2004, dopo cinque anni dall'approvazione della legge, è stato finalmente nominato un Comitato di consulenza per la Difesa Popolare Nonviolenta e perché l'uso di questi fondi abbia un progetto di valorizzazione politica della DPN.
Occorre infatti ricordare che la DPN ha oggi tre punti fermi giuridici: 

1) La Agenda per la Pace di Butros Ghali, dove è compreso il peacekeeping civile

2) le sentenze della Corte Costituzionale sulla equivalenza della difesa della Patria con e senza le armi

3) le leggi 60/92 sull'intervento di pace all'estero, 230/98 sulla riforma della obiezione di coscienza (con la formazione e sperimentazione della DPN), 64/01 sul servizio civile, che tra i suoi fini include la difesa della Patria (ovviamente senza armi). 
Il risultato è di grande importanza politica. Tutto lo sforzo popolare per proporre la pace con altri mezzi che la guerra, oggi ha una espressione giuridica e istituzionale (sia pure del tutto iniziale), con una sua dotazione finanziaria pubblica. Inoltre per la prima volta nel mondo, una legge parla di nonviolenza e istituisce la massima istituzione della nonviolenza, la DPN, come istituzione pubblica, dello Stato. Ora il Capo dello Stato è anche il Capo supremo delle Forze non armate. Il sogno dei nonviolenti degli anni '80, una prima istituzione pubblica nonviolenta, in particolare di difesa alternativa, si è realizzato.

 

Cosa possiamo fare ora?

Ci sono tante iniziative possibili: 

1) istituire un lavoro di ricerca sulla DPN finanziato pubblicamente e indirizzarlo a chi pratica il servizio civile;

2) collaborare alla nuova istituzione della protezione civile

3) collegarsi con i Corpi professionali difensivi (vigili urbani, vigili del fuoco, ecc.) per collaborare alla DPN;

4) studiare con il Min. Difesa i collegamenti tra DPN e difesa nazionale

5) collegare gli Enti Locali e le Regioni sui temi della DPN

6) cercare di regolare la partecipazione dell'Italia alle missioni ONU

7) dare un sostegno ed un indirizzo agli interventi di interposizione all'estero

8) iniziare una lotta nonviolenta alle mafie

Infine, abbiamo di nuovo l'occasione per riproporre al Presidente della Repubblica un suo intervento per ottenere la obiezione fiscale, nella forma di detrarre o dedurre dalle tasse una quota da versare sul fondo nazionale per il servizio Civile e la Difesa Popolare Nonviolenta. 

Questo testo è stato liberamente adattato dalla Carovana della Pace dei Missionari Comboniani a partire da una riflessione di Tonino Drago.


Per informazioni consultare anche:  www.peacelink.it ; www.disarmo.org 


Segreteria Carovana della Pace: carovana@giovaniemissione.it ; 340-12.28.499

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