giovaniemissione.it

Presentazione del Perù


Estensione
Con 1.285.215 km2, il Perù è il terzo paese più esteso dell'America del Sud, dopo il Brasile e l'Argentina, e si posiziona così tra i 20 paesi più estesi del pianeta. Il Perù si divide in 24 departamentos, ai quali si aggiunge la Provincia Constitucional del Callao. La capitale del paese è Lima.

Popolazione
25.662.000 abitanti.
Urbana: 72,3%
Rurale: 27,7%
Il Perù è un paese di sangue misto. Attraverso la propria storia, il Perù è stato il punto di incontro di differenti razze e culture. Alla popolazione nativa si aggiunsero, circa 500 anni fa, gli spagnoli.
Dal risultato di quell'incontro, cui si aggiunsero poi le migrazioni di africani, asiatici ed europei, emerge l'uomo peruviano, rappresentante di una nazione la cui ricchezza etnica costituisce una delle sue principali caratteristiche.

Lingua
Spagnolo : 80,3%
Quechua: 16,2%
Altre lingue: 3,0%
Lingue straniere: 0,2%
Come parte della propria ricchezza culturale, in Perù coesistono una moltitudine di lingue native.
Benché lo spagnolo sia la lingua di uso comune, il quechua è un'importante eredità del passato inca e in molte regioni del paese lo si parla ancora con lievi varianti a seconda della zona.
Esistono, inoltre, altri dialetti come l'aymará (Puno) e diverse lingue amazzoniche suddivise in una sorprendente varietà di famiglie delle quali, ancora oggi, sopravvivono circa 15 tronchi linguistici, originando 38 lingue diverse.

Moneta
La moneta ufficiale del Perù è il Nuevo Sol (S/.) diviso in 100 centesimi. Circola in monete da 5, 10, 20 e 50 centesimi, 1, 2 e 5 nuovi soles e in banconote da S/.10, 20, 50, 100 e 200.

Religione
Cattolici : 89%
Evangelici: 7%
Altre Religioni: 6%
Il Perù è per natura un paese di credenti: la diversità di credenze e la libertà di culto si manifestano in una varietà di feste e riti che racchiudono il fervore cattolico, parte dell'eredità spagnola, e anche il misticismo delle millenarie culture preispaniche.

Geografia
Il Paese è tradizionalmente diviso in tre regioni: Costa, Sierra e Selva.
Benché questa semplice divisione rifletta la generale apparenza della geografia peruviana, la realtà è molto più ricca e complessa: in Perù la natura sembra adottare caratteristiche particolari che trasformano i suoi massicci montagnosi, le sue pianure, le sue selve e le sue valli, in habitat unici. Una straordinaria varietà di ecosistemi che ospita le più diverse specie animali e botaniche.

Il Perù è un paese geograficamente variegato situato sulla costa dell'Oceano Pacifico in America del Sud. Si estende su un territorio di 1.285.215 kmq (compresi 4.996 kmq della parte peruviana del lago Titicaca al confine con la Bolivia) ed è, per grandezza, il terzo paese dell'America Latina.

Con un'estensione che va da pochi chilometri a sud dell'equatore fino ai 18° di latitudine sud, confina a nord con l'Ecuador e la Colombia, ad est con il Brasile e la Bolivia ed a sud con il Cile.
Ad ovest è bagnato dall'Oceano Pacifico.
Il territorio presenta tre zone morfologiche che si sviluppano parallelamente in senso longitudinale: la Costa (fascia costiera sull'Oceano Pacifico), la Sierra (costituita dalle Ande peruviane) e la Selva (zona amazzonica orientale).
Le caratteristiche di queste zone fanno sì che il Perù sia, dal punto di vista naturale, un Paese molto variegato in cui coesistono una grande varietà di paesaggi e di ecosistemi.
Procedendo dal litorale pacifico verso l'interno, si incontra, così, la zona bassa e prevalentemente desertica della COSTA, stretta tra il mare e la montagna ed attraversata perpendicolarmente dai fiumi che scendono dal versante occidentale delle Ande con corso irregolare.
L'agricoltura che, rispetto al resto del Paese, è qui praticata con tecniche più moderne, e che si sviluppa soprattutto nelle valli irrigate dai fiumi, si limita a produzioni stagionali, dipendenti dalla disponibilità idrica e dalla frequenza delle piogge.
In questa zona, l'unica di facile accesso e servita dalle principali vie di comunicazione stradale, si trovano le principali città.
La parte centrale, la SIERRA, è costituita dalla Cordigliera delle Ande, che presenta vette altissime e gole profonde. In questa regione si originano i fiumi che formano due sistemi di acque: quello del versante occidentale che si getta nell'Oceano e quello del versante orientale che, confluendo nel Rio delle Amazzoni, attraversa la Selva per continuare il suo corso nel territorio boliviano e brasiliano.
Il clima freddo di queste zone raggiunge temperature molto basse ed i pochi appezzamenti di terreno coltivabili forniscono una produzione appena sufficiente al sostentamento delle popolazioni che abitano questa zona e che praticano l'agricoltura con tecniche arretrate.
La parte più orientale del Paese, la SELVA, presenta una vegetazione rigogliosissima essendo la zona più ricca di acque che, scendendo dalle Ande, formano il bacino del Rio delle Amazzoni.
Costituita dalle pendici orientali dei rilievi andini e dalla pianura amazzonica, con clima tipico delle foreste pluviali, e ricoperta dalla fitta foresta spesso inaccessibile, è la zona più ricca di vegetazione e di risorse naturali, ma la meno abitata del Paese.


LA COSTA
La regione della Costa, in cui si trova la capitale Lima, è una pianura costiera stretta e fondamentalmente desertica; in essa si trova, tra l'altro, il deserto di Sechura e la parte meridionale è occupata dal deserto di Atacama, una delle zone più aride del pianeta.
Questa regione è caratterizzata da scarse piogge e soltanto nella zona settentrionale, che risente dell'influenza della Controcorrente Equatoriale, si possono registrare precipitazioni intense ed abbondanti.
Racchiusa tra le pendici delle Ande peruviane e l'Oceano Pacifico, la Costa è attraversata da molti fiumi che, scendendo dai versanti andini, creano numerose oasi in cui si sviluppano i principali centri agricoli della regione.
Questi fiumi, che si originano nella regione andina, hanno un corso molto breve ed irregolare, alternando periodi di secca, durante la maggior parte dell'anno, ad ingrossamenti stagionali, generalmente d'estate. I fiumi Saña, Ica, Piura, La Leche, Chincha e Mala hanno un regime irregolare e in alcuni anni arrivano a prosciugarsi prima di arrivare al Pacifico; l'unico navigabile è il Tumbes. I fiumi Zarumilla, Chira, Santa, Ocoña, Reque, Jequetepeque, Chicama, Fortaleza, Pativilca, Huaura, Chancay, Chillón, Cañete e Camaná durante l'anno hanno un regime pressoché costante, e mostrano notevoli crescite tra i mesi di dicembre e marzo.
Il Santa si può considerare il fiume più ricco, con un corso di 370 km. e con un apporto annuale da tre a cinque milioni di metri cubi d'acqua. Un altro importante fiume è il Rímac, che nasce dal Nevado di Ticlio a 5.000 metri di altitudine ed ha come affluenti il Santa Eulalia dalla parte destra e l'Yuracmayo o Río Blanco dalla sinistra.
Il Rímac forma una valle molto grande in cui è ubicata l'area urbana di Lima e Callao. In questa conca, utilizzando acque del Rímac e dei suoi affluenti, si trovano 13 centrali idroelettriche. I fiumi più lunghi di questa conca sono il Tambo con 535 km e il Colca-Majes-Camaná con 450 km.
A causa delle scarse precipitazioni e del corso irregolare dei fiumi che l'attraversano, nella Costa si registra la presenza di vegetazioni stagionali che si limitano ai mesi di presenza di pioggia.
Le zone più fertili sono costituite dalle colline di Atiquipa, nel dipartimento di Arequipa, di Pachacamac e Lachay vicino Lima.
Altre aree di vegetazione sono costituite dai fondo valle e dalla zona boschiva settentrionale tra Piura e Tumbes.
L'agricoltura fornisce in questa zona la più alta produzione del Paese grazie soprattutto all'investimento di capitali nella tecnologia, che permette una produttività delle terre più alta di quella registrata nel resto del Perù.
La fauna della Costa annovera varie specie; tra esse, si distinguono il cervo, l'iguana, la puzzola e la tartaruga gigante; nelle acque oceaniche, dove si trovano squali, capodogli e balene, si possono pescare corvine, sogliole, sardine, tonni, crostacei e frutti di mare.
Gli uccelli hanno un'importanza economica per il guano che depositano nel litorale e che viene utilizzato come fertilizzante in agricoltura.
Nella parte settentrionale della Costa si pratica l'allevamento di caprini e di animali da stalla con un'alta produzione di carne e latte.
A causa della configurazione del territorio peruviano, la Costa, unica zona pianeggiante che favorisce l'insediamento della popolazione, è la regione in cui si trovano le principali città del Paese, collegate tra di loro dalla Carretera Panamericana, l'arteria stradale principale che attraversa la Costa e che, sviluppandosi per circa 2675 km, collega il Nord col Sud del Paese. Oltre alla capitale, Lima, nell'area costiera si trovano i famosi centri di Pisco, Ica, Nazca, Arequipa, Tacna.

LA SIERRA
Immediatamente ad est della Costa si estende la regione della Sierra, che occupa più della metà dell'intero territorio dello Stato ed è costituita dalla sezione peruviana della Cordigliera delle Ande. Le catene principali sono: l'Orientale, la Negra, la Centrale, l'Occidentale, la Blanca; queste montagne, che si trovano a ridosso della zona costiera, raggiungono a soli 100 km dalla Costa i 6.000 metri di altezza con le cime maggiori: Huascarán, Salcantay, Coropuna, ricoperte da ghiacciai. In effetti, le Ande peruviane non terminano al confine con la zona costiera, ma continuano nel fondo oceanico inabissandosi in una fossa marina molto profonda; trattandosi di una catena montuosa ancora in fase di assestamento e di sollevamento, la zona è caratterizzata da una forte instabilità geologica con frequenti scosse di terremoto e dalla presenza di molti vulcani attivi. Questa regione, in cui vive circa la metà della popolazione del Paese, è caratterizzata da versanti molto ripidi in cui si aprono gole profonde e spesso inaccessibili; le vie di collegamento sono poche e spesso in pessime condizioni. Nella Sierra si trovano le principali risorse minerarie del paese: argento, zinco, piombo, rame ed oro, così come la maggior parte dei suoi allevamenti di bestiame.
Le Ande peruviane si estendono dalla frontiera con il Cile e la Bolivia al sud, fino alla frontiera con l'Ecuador al nord. Si distinguono i seguenti settori:
a. Ande del Sud o Ande Meridionali, comprese tra la frontiera del Perù e della Bolivia e la Catena di Vilcanota, nel confine tra Puno e Cusco;
b. Ande Centrali, comprese tra la Catena di Vilcanota a sud e la Catena di Pasco a nord;
c. Ande del Nord o Ande Settentrionali, che si estendono dalla Catena di Pasco fino alla frontiera con l'Ecuador. Le Ande Meridionali comprendono due catene, una ad occidente e l'altra ad oriente: l'Occidentale, chiamata anche Vulcanica, si estende tra i Dipartimenti di Tacna, Moquegua e Arequipa. Questa catena presenta molte vette innevate e vulcani come l'Omate e l'Ubinas a Moquegua, il Tutupaca a Tacna e Pichu Pichu, Misti e Chachani ad Arequipa. La Catena Orientale si estende tra la frontiera con la Bolivia e la Catena di Vilcanota. Tra le due catene si estende un altopiano nella cui parte nord-orientale si trova il lago Titicaca.
Le Ande Centrali si estendono tra le catene di Vilcanota e Pasco, e comprendono tre massicci: l'Occidentale, che prende diversi nomi secondo i luoghi che attraversa; la Catena Centrale anch'essa con diversi nomi e la Catena Orientale. Le vette più importanti sono quelle di Coropuna e Solimana (Arequipa), Sara Sara (Ayacucho) e Monte Meiggs (Lima), nella Catena Occidentale; in quella Centrale il Salcantay (Cusco) e Huaytapallana (Junín). A sud della catena di Pasco si estende l'altopiano di Bombón o Junín, nella cui parte centrale si trova la Laguna di Chinchaycocha.
Le Ande Settentrionali, comprese tra la catena di Pasco e la frontiera con l'Ecuador, sono costituite da tre catene: l'Occidentale, con la vetta più alta Yerupajá, che si biforca in due cordigliere: la Blanca, situata ad est, con il suo picco di neve perenne, l'Huascarán, il più alto del paese (6768 m), e la Cordigliera Negra, più bassa, che si estende ad ovest di Ancash. Tra le due cordigliere si trova il famoso Callejón de Huaylas, uno dei più bei paesaggi del paese. La Catena Centrale separa le acque dei fiumi Marañón e Huallaga e la Catena Orientale perde altezza nella misura in cui si avvicina all'Ecuador.
Sulle vette andine si originano i fiumi del paese che, scendendo da versanti opposti, costituiscono il sistema idrografico dell'Atlantico ad est e del Pacifico ad ovest.
Nella zona meridionale della Sierra, nella regione dell'Alto Puno, le acque del lago Titicaca, il più alto lago navigabile del mondo, segnano il confine con la Bolivia. La conca interna di questo lago è costituita dai fiumi di corto corso e a carattere torrentizio, di regime irregolare, che provocano spesso inondazioni nelle aree vicine. I fiumi più importanti di questa conca sono l'Huancané, il Ramis, il Coata e il Llave, mentre il fiume Desaguadero trasporta le acque di questo lago verso il lago Poopo, nel territorio della Bolivia.
La presenza del sistema montuoso delle Ande dà luogo ad un clima estremamente variabile, con caratteristiche locali che dipendono dai rilievi e con temperature che presentano grandi oscillazioni a seconda dell'altitudine. La Cordigliera Negra è caratterizzata da un clima freddo secco di tundra, mentre la Cordigliera Blanca da un clima di alta montagna con nevi perpetue.
La vegetazione della Sierra è quella tipica delle zone aride e fredde ed è costituita prevalentemente da rovi, cactus e piccole piante resistenti alla siccità. Nella zona della puna, cioè dell'altopiano d'altitudine che si estende fino alla zona dei nevai, caratteristica è la presenza dell'"ichu", praticamente l'unico vegetale che riesce a sopravvivere. Nelle zone dove il clima è più mite, si pratica un tipo di agricoltura che utilizza ancora tecniche arretrate e privilegia le colture tradizionali, come patate, grano, mais e maca che, a causa della bassa produttività delle terre, vengono prodotte in quantità limitata.
La fauna caratteristica di questa zona è costituita soprattutto da alpaca e vigogne, che forniscono lana pregiata e carne; gli allevamenti di questi animali sono praticati nelle zone in cui esistono pascoli naturali e nelle valli interne. Sono inoltre presenti cervi, cincillà e "vizcachas " (roditori simili alle lepri). Presso i laghi vivono uccelli come i "parihuanas", i "patillos" e gli "zambullidoras".

LA SELVA
La Selva, che occupa circa la metà della superficie del territorio nella parte più orientale del Perù, e si divide in Selva Alta e Selva Bassa, è formata dal versante orientale delle Ande, il quale, rispetto alla zona della Sierra, presenta montagne meno ripide, e da una zona pedemontana che confluisce nel bacino amazzonico formando una pianura alluvionale.
Nella Selva Alta, caratterizzata dai rilievi andini, tra le vette delle montagne si inseriscono delle valli, le più grandi delle quali sono quelle di Jaén, Bagua, Huallaga Central, Satipo e Oxapampa. Pur occupando una vasta area, questa zona è la meno abitata; le strade coprono solo pochi tratti del territorio ed i mezzi di comunicazione più utilizzati sono quelli fluviali od aerei.
La Selva costituisce la zona più fertile del paese con vegetazione subtropicale ed è ricoperta da una fitta foresta equatoriale in gran parte inesplorata. La vegetazione è rappresentata da boschi tropicali, con la presenza di alberi da legname o da resine, di palme e vari tipi di orchidee.
La Selva amazzonica ha inoltre immense risorse naturali, tra cui il petrolio che si estrae nella parte nord-orientale.
La fauna in questa regione è molto diversificata; nelle zone montane vivono puma, giaguari e cinghiali, mentre nel bacino amazzonico si trovano vari tipi di serpenti, pappagalli ed altre specie di uccelli. I fiumi, abitati da caimani e tartarughe, offrono anche una grande diversità di pesci. Nella Selva Bassa si alleva inoltre lo zebù ed altro bestiame caratteristico delle zone amazzoniche.
Nel territorio della Selva scorrono i fiumi più ricchi di acque i cui corsi sono incrementati dalle precipitazioni amazzoniche e che, attraversando la Bolivia ed il Brasile, apportano acque all'Oceano Atlantico attraverso il Rio delle Amazzoni.
Nella parte iniziale e più ripida, cioè nella Sierra e nella Selva Alta, le loro acque hanno un corso impetuoso in letti molto profondi, mentre, avvicinandosi alla pianura amazzonica, nella Selva Bassa, scorrono lentamente e prendono una colorazione fangosa, prodotto della concentrazione di argilla che trasportano.
Nel corso alto questi fiumi formano angusti ed impressionanti canyons e nel corso medio danno origine a terrazze, in cui si sono stabiliti insediamenti umani; mentre nel corso basso abbondano i laghi.
Quasi tutti i fiumi sono navigabili e sono il mezzo di comunicazione e di trasporto più utilizzato nella Selva peruviana.
Tra i più importanti, l'Ucayali che si forma dalla confluenza del Tambo e dell'Urubamba ed ha una lunghezza di 3.000 km., il Marañon, con 1.800 km di lunghezza, l'Huallaga che nasce nella laguna Huascacocha nel versante orientale delle Ande. Infine il Rio delle Amazzoni, che, coprendo con il suo bacino il 70% del territorio nazionale, nel tratto peruviano ha una lunghezza di 3,714 km. Altri fiumi che scorrono nella parte meridionale sono il Madre de Dios, il Putumayo, il Rio de las Piedras, il Rio de los Amigos, il Tambopata.
Oltrepassando le alte vette delle Ande, verso l'est si osserva una disposizione delle zone climatiche molto diversa rispetto a quelle della Costa e della Sierra, così nelle valli dell'Alto Marañon e Huallaga al posto del clima secco da steppa si ha il clima temperato moderato, con precipitazioni in estate, e poi, nella parte orientale, il clima di selva tropicale permanentemente umido).

Politica

Il Perù è una Repubblica Democratica Presidenziale.
Lo Stato è unitario, rappresentativo e decentralizzato. Essendo una Repubblica Presidenziale, il Capo di Stato, che svolge anche le funzioni di Capo di Governo, viene eletto direttamente dai cittadini e dura in carica cinque anni. Il Potere Esecutivo è esercitato dal Governo, composto dal Presidente e dai Ministri nominati direttamente dallo stesso Capo di Stato.
Il Potere Legislativo è esercitato dal Congresso unicamerale di cui fanno parte 120 congressisti eletti per cinque anni.
Il Potere Giudiziario viene esercitato dalla Corte Suprema, con sede a Lima, dalle Corti Superiori con giurisdizione dipartimentale e dai Giudici di Primo Grado che esercitano la loro giurisdizione nei capoluoghi di provincia. Le autorità dei dipartimenti, province e distretti (prefetti, viceprefetti e governatori) sono nominati dal Potere Esecutivo, mentre i governatori locali (alcaldes o sindaci provinciali e distrettuali) sono eletti a suffragio universale, dalle popolazioni residenti in quei territori, per un periodo di tre anni.
Attualmente è in atto un processo di decentramento che trasferisce parte del potere e delle competenze centrali a nuovi organismi regionali autonomi.

Economia

Il settore minerario rappresenta il 43,43% delle esportazioni totali del paese, procurando la maggior parte delle entrate economiche.
Allo sviluppo di questo settore contribuiscono importanti progetti d’investimento in industrie estrattive e di lavorazione dei metalli. Attualmente il Perù è il secondo produttore mondiale d’argento e di stagno, il quarto produttore di piombo e di zinco, il settimo di rame e l’ottavo d’oro e, poiché la maggior parte delle risorse minerarie non sono state ancora sfruttate, il Perù potrà duplicare o triplicare il suo livello di produzione in questo settore.
Il Paese produce anche gas naturale e petrolio; le riserve petrolifere riescono a garantire la copertura del fabbisogno interno, nonostante siano in fase di declino a causa della diminuzione degli investimenti in questo tipo d’industria.
La seconda fonte di entrate economiche è la pesca.
In questo settore le esportazioni, costituite soprattutto dalla vendita di acciughe e sardine, stanno registrando un notevole incremento, soprattutto grazie ai bassi costi di produzione che permettono un buon margine di guadagno. La pesca, infatti, così come l’agricoltura, registra un basso costo di manodopera in quanto è generalmente praticata dalle fasce più povere della popolazione.
La capacità di fornire entrate economiche è, tuttavia, condizionata e limitata dalla forte influenza che i fattori climatici ed i fenomeni meteorologici esercitano sull’incremento delle specie ittiche.
La terza fonte di entrate per il Paese, dopo l’industria mineraria e la pesca, è rappresentata dall’industria, soprattutto quella manifatturiera con larga prevalenza delle attività legate alla trasformazione di materie prime e delle fibre tessili.
Richieste sul mercato internazionale sono in particolare le pregiate qualità di cotone peruviano e di fibre tessili quali l’alpaca e la vigogna. Altre attività industriali sono orientate alla lavorazione di prodotti ittici, di alimentari, di calzature, di gomma. Tra l’industria pesante un modesto ruolo assumono quella metallurgica, le raffinerie di petrolio prodotto localmente e l’industria meccanica.
L’agricoltura presenta bassi tassi di produttività, soprattutto a causa dell’impiego di tecniche di produzione piuttosto arretrate che non permettono notevoli incrementi delle quantità prodotte. Cosicché, nonostante circa il 40% della popolazione attiva si dedichi alla lavorazione della terra e nonostante la varietà di prodotti garantita dalla diversificazione delle zone climatiche, questo settore copre una piccola percentuale del prodotto interno e vaste zone agricole non sono ancora adeguatamente sfruttate. Tra i prodotti principali, il riso, le patate, il sorgo, la soia, il mais, il cotone, lo zucchero ed il caffè.
E' condizionata dalla diversità climatica, dalla distribuzione del suolo e dai rilievi del territorio.
Lungo la costa è praticata a fondo valle, dove si ottiene la produzione maggiore per la adeguata preparazione del personale, le tecniche moderne, i macchinari e l'inversione di capitali.
La regione andina è caratterizzata da un'agricoltura estensiva, con attrezzi tradizionali, mancanza di assistenza tecnica permanente cui si aggiunge la bassa qualità produttiva dei terreni. Si coltivano preferibilmente patate, orzo, quinua e mais.
La selva costituisce un'area da colonizzare, dove i coloni hanno introdotto la coltivazione del riso con eccellenti risultati. Altre coltivazioni sono quelle di caffè, cacao e coca.

Un po' di storia.

Si suppone che il territorio dell’antico Perù fosse popolato già 8.000 anni prima di Cristo da popolazioni migrate dall’Asia, ma non è ancora possibile stabilire con esattezza in quale epoca iniziò a prendere forma una vera società organizzata.
Il recente rinvenimento (fine del XX° secolo) della città costiera di Caral, ricca di templi e centri culturali, fa capire quanto ci sia ancora da scoprire sulle origini della cultura peruviana.
I primi abitanti furono cacciatori-raccoglitori, poi evolutisi in agricoltori e allevatori.
Risalgono al X secolo a.c. i primi reperti in ceramica finora rinvenuti.
La prima civiltà andina conosciuta si identifica con la straordinaria cultura Chavín de Huántar (1000 a.C.) caratterizzata da grandi costruzioni cerimoniali, da labirinti sotterranei, canali e sistemi d’aerazione che servivano pure a diffondere all’esterno la voce del sacerdote oracolo.
Verso la fine dell’epoca Chavín, nella parte meridionale del Perù, si sviluppa un’importante civiltà che fa capo alla città di Cahuachi, nei pressi dell’odierna Nazca, anche la cultura Paracas (700 a.C.) sorse sulla costa sud del Perù mentre a nord prende forma la cultura Moche o Moccica (100 d.C.), famosa per i manufatti tessili, per la metallurgia e per un ingegnoso sistema d’irrigazione. La cultura Wari (600 d.C.) introdusse il patrón urbano nel territorio di Ayacucho ed espanse la propria influenza sulle Ande. La raffinata cultura Chimú (700 d.C.) lavorò l'oro e altri metalli e costruì col fango la città di Chan Chán, a Trujillo. La cultura Chachapoyas (800 d.C.) utilizzò appieno le terre coltivabili e realizzò costruzioni sulla cima delle montagne della selva nord. La grandezza della città fortificata di Kuélap è l'esempio del loro incredibile spirito di adattamento.
Verso il VI° secolo d.c., nei pressi del Lago Titicaca, si sviluppa la cultura Tiahuanaco o Tiwanaku (200 d.C.) e, nel XII secolo d.c., muove i primi passi una società di lingua Runa-simi, o quechua, governata da sovrani denominati Inca.
Questa società è formata da popolazioni migrate dalle sponde del Lago Titicaca e stanziatesi sulle Ande centrali del Perù che fondano la loro capitale chiamata Cusco (Q’osqo), ombelico del mondo. La cultura Inca (1.400 d.C.) fu la civiltà più importante del Sud America. In poco tempo, questa società prende il sopravvento su tutte le altre, fondando il regno più vasto della terra, l’impero Inca.
L'origine degli Inca è misteriosa: la mitologia vuole farla risalire al 1.100 a.C., quando, secondo la leggenda, dalle acque del lago Titicaca uscirono i figli del dio Sole, Manco Capac e sua moglie-sorella Mama Ocllo, per civilizzare l'umanità. Marciarono verso nord e, con un bastone d'oro impiantato nel terreno, edificarono Cusco, che sarebbe diventata la capitale del loro nuovo regno. Gli Incas adorano la terra (Pachamama) e il sole (Inti) e l'Inca, sovrano del Tahuantinsuyo, viene considerato sacro figlio del sole.

Fin qui la leggenda. Più probabile è che gli inca discendessero da una casta sacerdotale di Tiahuanaco, alla testa di una tribù di lingua quechua giunta nella valle di Cusco intorno al XIII secolo.
La nuova civiltà era retta da sovrani assoluti, i sapa inca, investiti del potere divino in quanto figli del Sole, principale divinità del pantheon locale. Nella fase iniziale, segnata dal governo di otto inca semi-leggendari, da Manco Capac a Viracocha, la civiltà non si spostò dalla valle di Cusco. La vera svolta si ebbe intorno al 1420-30, quando i Chancas, guerrieri della zona di Ayacucho, occuparono la regione di Abancay, minacciando direttamente Cusco.
Nel 1438 i Chancas iniziarono l'invasione della valle di Cusco: regnava allora Viracocha, che abbandonò vilmente il suo regno, permettendo ai nemici di arrivare alle porte della capitale. Ma il figlio di Viracocha, Pachacutec (1538-1571), organizzò la resistenza e sconfisse i Chancas in due violentissimi scontri, cacciandoli da Cusco. Diventò così il nuovo sapa inca e divenne il vero organizzatore del futuro impero. Nasceva così il Tawantinsuyo, la massima espressione della cultura autoctona del Perù.
Pachacutec conquistò l'attuale Bolivia e si spinse a sud fino a Tarapaca (Cile) e a nord fino a Lima. Il figlio di Pachacutec, Túpac (1471-1493), completò l'annessione del nord peruviano e assoggettò l'Ecuador, alla testa di un esercito di 20.000 uomini.
Ma fu con l'undicesimo sapa inca, Huayna Cápac (1493-1527), che il Tawantinsuyo raggiunse la sua massima estensione geografica: circa 5.000 km da nord a sud con una popolazione di circa 10 milioni di abitanti (alcune stime parlano di 20 milioni), e nell'architettura di Cusco il Tawantinsuyo raggiunge il suo splendore: il Koricancha o Tempio del sole, le fortezze di Ollantaytambo e Sacsayhuamán e soprattutto, la città di Machu Picchu.
Huayna Capac dovette affrontare dei focolai di ribellione nelle terre settentrionali, primi sintomi di un malcontento latente che tanto avrebbe facilitato i conquistadores. Alla sua morte si accese una violenta guerra per la successione tra i figli Huascar e Atahualpa. Gli spagnoli erano già arrivati…

Gli inca avevano come caratteristica essenziale un sentimento di adesione alle forme acquisite, un orrore nei confronti della mutazione e del cambiamento, una necessità di perennità e di perpetrazione del passato, che si manifestava in tutte le loro azioni ed usanze. L'ordine andino permeava qualsiasi ambito, perché rappresentava una vera e propria categoria mentale, un principio fondamentale e inscindibile dalle azioni. Per "ordine" si intende divisione matematica in moduli fissi: due e dieci.
L'immagine che l'uomo andino aveva del mondo si basava sul dualismo. Dei ed eroi agivano in coppia, lo spazio si divideva in due parti principali, c'erano sempre un sopra (hanan) e un sotto (hurin), una destra (allauca) e una sinistra (ichoc). La duplicazione del dualismo originava la quadripartizione. Da qui la denominazione dell'impero in Tawantinsuyo, l'impero delle quattro (tawa) regioni (suyo): Antisuyo (nord-est), Collasuyo (sud-est), Chinchaysuyo (nord-ovest) e Contisuyo (sud_ovest). E Cusco assurgeva al ruolo di caput mundi, centro amministrativo e religioso, fucina delle idee e del potere: l'ombelico del mondo.
Il sistema decimale serviva invece per suddividere la popolazione: l'unità fondamentale era l'ayllu, un clan di famiglie, per lo più legate da legami di parentela, che vivevano insieme in una zona limitata, ripartendosi in comune suolo, animali e raccolti. Dieci famiglie formavano una pachaca (100 persone); dieci pachaca una guaranga (1.000 persone). Varie guaranga costituivano una macroetnia, o grande signoria. Ognuno di questi aggruppamenti aveva un'autorità (curaca), in una gerarchia che culminava nell'hatun curaca, soggetto solamente all'Inca.
L'Inca tendeva generalmente a mantenere i curaca originari delle regioni annesse, a meno che non si fossero ribellati alla conquista, mentre inviava i potenziali successori al Cuzco per essere formati alla tradizione inca. Procedeva quindi alla divisione delle terre in tre parti: la prima riservata all'Inca stesso, la seconda al culto e la terza, la più vasta, alla comunità. Ogni capo-famiglia riceveva un appezzamento per mantenere il proprio nucleo familiare, il tutto calcolato nei dettagli dai funzionari dell'impero.
In cambio del dono della terra l'Inca pretendeva il versamento di un tributo in lavoro. Due erano le mansioni richieste ai tributari: la coltivazione dei campi dello Stato, per riempire i magazzini pubblici, e la tessitura di indumenti pregiati, usando il filato fornito dai funzionari imperiali.
L'istituzione della mita prevedeva il reclutamento temporaneo di alcuni capi-famiglia, chiamati alle armi, alla realizzazione di imponenti imprese edili (costruzione di strade, ponti, templi, fortezze, etc.) o al lavoro nelle miniere. Il mitayo forniva solo la propria manodopera: a vitto e alloggio provvedeva lo stato. Durante l'assenza del lavoratore, gli altri membri dell'ayllu coltivavano il suo terreno e si occupavano della sua famiglia: l'ayni, l'aiuto reciproco, era basilare nelle relazioni sociali, favorito dall'assenza del desiderio di accumulare beni e di arricchirsi singolarmente.
Un ruolo a parte era rivestito dagli yana, uomini chiamati dall'Inca per servirlo, occuparsi delle greggi imperiali o intraprendere professioni specializzate. Gli yana esistevano anche a livello locale e servivano i curaca. In entrambi i casi, il 'padrone' doveva nutrirli e vestirli, occupandosi interamente della loro sussistenza.
Come riuscirono gli inca a mantenere un impero tanto vasto ed eterogeneo? In virtù di due aspetti sostanziali: la "reciprocità" e la "ridistribuzione". La reciprocità si configura come un sistema di dare-avere, che agiva a qualsiasi livello sociale: il sovrano non si presentava mai a mani vuote nelle nuove province da conquistare e garantiva al suo popolo la sussistenza. La ridistribuzione era garantita dai magazzini dello stato: i prodotti passavano dalla costa alla foresta, dall'altopiano alla costa, dalla foresta all'altopiano, con una rapidità sconcertante, grazie a un'organizzazione tanto funzionale da garantire uno smistamento ramificato di derrate e manufatti, piume ed animali. Se si aggiunge l'assistenza ai poveri e ai malati e il rifornimento delle famiglie in caso di calamità e carestie, si chiarisce la diffusione del consenso nei confronti di una teocrazia assoluta, venuta in apparenza a sconvolgere il rapporto diretto che prima sussisteva tra la comunità e il curaca. )


L'INCONTRO DI DUE MONDI

L'incontro della cultura Inca con la cultura spagnola iniziò con la conquista spagnola nel XVI secolo. Nel 1532 i seguaci di Francisco Pizarro catturarono Atahualpa a Cajamarca. La popolazione aborigena decrebbe durante i primi decenni e il Viceregno del Perù nacque nel 1542 dopo uno scontro tra gli stessi conquistatori e la Corona spagnola. Il processo di insediamento spagnolo si consolidò nel XVI secolo con il vice re Francisco de Toledo il quale, con i propri ordinamenti, stabilì il fondamento per l'economia coloniale: il sistema di controllo della mano d'opera indigena (mita) per le miniere e la produzione artigianale. Queste attività, insieme al monopolio mercantile, furono la base dell'economia coloniale. Ma il cambio di dinastia e le riforme borboniche del XVIII secolo crearono disuguaglianza tra diversi settori sociali. La ribellione indigena più importante fu quella di Túpac Amaru II, con la quale ebbe inizio il movimento creolo che rese indipendente la regione ispano-americana nel XIX secolo. Fino al XVII secolo il Virreinato del Perù comprese il territorio che si estendeva da Panama alla Tierra del Fuego La predica dei sacerdoti si mescolò con le credenze andine fino a che si stabilì un sistema di credenze misto, il sincretismo, che continua tutt'oggi a essere presente. Insieme agli spagnoli giunse in Perù anche la razza negra, che aggiunta alla popolazione indigena e spagnola, fa parte del tessuto sociale e razziale di questo paese. Durante i secoli XVI e XVII, la produzione intellettuale e l'arte coloniale peruviana apportarono alcuni elementi alla tradizione spagnola.

LA NASCITA DELLO  STATO PERUVIANO
Il Perù fu dichiarato paese indipendente da Don José de San Martín nel 1821 e nel 1824 Simón Bolívar mise fine alle guerre di indipendenza. Tuttavia, nonostante gli sforzi volti a organizzare la giovane repubblica peruviana, nel XIX secolo il paese dovette pagare il costo della lotta: la dura crisi economica e una dittatura militare che diede pochissime opportunità di governare a governi civili. Verso il 1860, grazie alle entrate di concime (guano), cotone e zucchero, si può prescindere dal contributo indigeno e dalla schiavitù dei negri. Arrivano cinesi ed europei ad ampliare la mano d'opera e a integrarsi nella società. Il paese viene dotato di ferrovia e si organizza, sotto la presidenza di Manuel Pardo, il primo regime civile del Perù. I primi giapponesi giunsero alla fine del secolo. Nel 1879, però, il paese si vede coinvolto nella guerra con il Cile. Il Perù viene sconfitto e va in bancarotta. Dopo un nuovo apogeo della dittatura militare, tornano i civili, dando origine al periodo definito la "República Aristocrática": l'economia è dominata da un'élite di proprietari terrieri e si stabilizza un modello di esportazioni con il quale il successo dello sfruttamento del caucciù rinnovò il mito di El Dorado.


PERU' OGGI

I primi anni del XX secolo furono segnati da una lunga dittatura civile capeggiata da Augusto B. Leguía. Il progetto di modernizzare il paese, realizzare opere per una "Patria nueva" indebitò lo stato, il quale non riuscì a far fronte al crac del 1929. Fu anche un periodo di abbondante attività intellettuale, simbolizzata dal fondatore dell'APRA, Víctor Raúl Haya de la Torre e José Carlos Mariátegui, creatore del pensiero socialista peruviano e nucleo del movimento intellettuale e artistico del paese durante la sua breve vita.
Dopo la caduta di Leguía, rinasce il militarismo che, apparentemente, avrebbe visto la propria fine con i governi di Prado nel 1939 e Bustamante e Rivero nel 1945; ma nel 1948 si stabilisce un nuovo governo militare con a capo Manuel A. Odría. Per otto anni, le grandi opere pubbliche si alternarono a una dura repressione politica.
Il Perù, nel suo tentativo di stabilire una relazione armoniosa con i paesi vicini, ha superato qualsiasi conflitto di frontiera. Le condizioni di navigazione lungo il Rio delle Amazzoni furono alla base di accordi con il Brasile, fino a quando nel 1909 fu completata la determinazione delle frontiere tra i due paesi. Dopo una lunga discussione, il trattato di frontiera con la Colombia fu approvato dal congresso nel 1927 e si concesse ai colombiani l'accesso al Rio delle Amazzoni. Nel 1929, in seguito alle dispute territoriali con il Cile, frutto dello scontro bellico, la disposizione per il rinnovamento dei rapporti portò a firmare il trattato grazie al quale Tacna tornò al Perù.
La demarcazione territoriale con la Bolivia fu stabilita con mutuo accordo nel 1932. Infine, dopo vari conflitti bellici e controversie diplomatiche con l'Ecuador, il Perù, nel 1999, riuscì a far prevalere il "Protocolo de paz, amistad y límites" firmato nel 1942, mettendo fine all'ultimo capitolo di dispute per il territorio della Cordigliera del Condor e rafforzando l'amicizia con l'Ecuador.
Nel 1968 le Forze Armate, con un colpo di stato, deposero l'allora Presidente della Repubblica Fernando Belaúnde. I primi anni di questa dittatura militare la differenziarono dalle sue contemporanee latino-americane per la sua ispirazione socialista. Il generale Juan Velasco, pianificò una politica di espansione statale che avrebbe dovuto risolvere i grandi problemi che impoverivano il paese. A tal fine, si statalizzarono il petrolio, i mezzi di comunicazione e si realizzò una riforma agraria. Gli succedette Francisco Morales Bermúdez, il quale, sotto la pressione del paese, convocò un'Assemblea Costituente.
Nel 1980 viene nuovamente eletto Belaúnde, ma la crisi che vivono i settori più poveri del paese motivò la nascita dei due movimenti sovversivi che per dieci anni scossero il Perù con la propria violenza. Dopo il governo di Alan García (1985-1990) il presidente Alberto Fujimori, eletto nel 1990, chiuse il congresso nel 1992 e decretò un governo di emergenza. Dopo la sua seconda elezione nel 2000, gli scontenti cittadini richiesero nuove elezioni, per le quali si stabilì il governo di transizione democratica del presidente Valentín Paniagua. Nel luglio del 2001 il Dr. Alejandro Toledo Manrique assunse il comando come Presidente Costituzionale della Repubblica.

Condividi questo articolo:

Registrati alla newsletter

giovaniemissione.it

BARI

Via Giulio Petroni, 101
70124 Bari
Tel. 080 501 0499

ROMA

Via Luigi Lilio, 80
Roma, 00142
Tel. 06 519451

VERONA

Vicolo Pozzo, 1
37129 Verona,
Tel. 045 8092100

PADOVA

Via S. G. di Verdara, 139
35137 Padova
Tel. 049/8751506

NAPOLI

Via A. Locatelli 8
80020 CASAVATORE (NA)
Tel. 081.7312873

VENEGONO

Via delle Missioni, 12
21040 Venegono Sup. (VA)
Tel. 0331/865010