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"Rimanete nel mio amore"

 

"Che Dio ci ama e' una realtà talvolta poco accessibile, ma viene il giorno di una scoperta: se mi lascio raggiungere dal suo amore, la mia vita si apre agli altri."

Queste parole di f. Roger di Taizé esprimono bene ciò che vivo.

Per anni ho cercato il Signore nelle esperienze, nei gruppi parrocchiali, nelle persone, nei libri.

Ero incapace di vederlo perché piegato dal mio stesso essere, dal desiderio di essere primo, dal mio egoismo....dal mio peccato.

A volte mi sono anche arrabbiato perché non riuscivo a trovarlo....ero abitato dall'aridità, la notte dominava la mia vita. In quei momenti sono andato lontano, lontano dalla Chiesa, lontano da tutto ciò che poteva farmelo ricordare.

Ma intanto la sete di quell'acqua viva cresceva in me e sempre più desideravo essere in comunione con Lui. Proprio in quei momenti in cui pensavo di essere lontano, in realtà il mio desiderio di incontrarlo era già preghiera.

 

....l'estate passata, l'ennesimo fallimento, legato all'impossibilità di partire per un'esperienza in Africa (voleva essere un incontro del Cristo sofferente negli ultimi, nei dimenticati) ancora una volta i miei piani venivamo stravolti, ancora una volta vinceva il fallimento (ai miei occhi).....e direi "incazzato" sono entrato in chiesa e rivolgendomi a Lui ho fatto un atto di affidamento, dicendogli:

"sei tu che mi hai creato, che mi hai voluto qui....ora guida tu la mia vita".

Qualcosa ha cominciato a cambiare......dopo poco tempo, sono partito per una esperienza di spiritualità e riflessione a Taizé (comunità alla quale sono legato da vari anni proprio perché li ho ricominciato a pregare, intuendo poco a poco la bellezza dell'incontro con Dio nella preghiera).

 

A Taizé in un modo totalmente imprevedibile, impensabile, Lui, il Signore ha voluto incontrarmi.

E' stata un'esperienza d'amore molto concreta......f. Roger, fondatore e priore della comunità, ha aperto le braccia, mi ha accolto, ha ascoltato le mie sofferenze, ha sanato le mie ferite.......e l'insperato, l'inatteso si e' verificato.

Quel Dio che da tempo cercavo, di cui ero assetato, mi stava donando il suo amore, attraverso f.Roger.

La sfiducia, la delusione, la notte che abitava il mio cuore era svanita, lasciando il posto alla gioia, una gioia piena.

 

f.Roger, un uomo pieno di Spirito Santo, un uomo come tutti noi che ha intuito qualcosa, ha capito forse poco del Vangelo, ma quel poco lo ha messo in pratica, quelle parole sono diventate vita ed hanno dato origine ad una comunità di fratelli. Sono tre le parole che caratterizzano la spiritualità di Taizé: gioia, semplicità, misericordia.

Credo che sia importante non fermarsi all'uomo Roger o a qualunque altra persona per noi significativa, ma andare oltre, comprendendo che e' strumento nelle mani di Dio.

 

Dio mi ha donato il suo amore incondizionato, ha baciato il mio cuore, mi ha riempito della sua gioia piena. Sono stato guarito. Si', guarito dalla mia cecità, che non mi permetteva di vedere la Sua presenza continua nella mia vita. Sono stato guarito dalla mia sordità, che non mi permetteva di udire il grido di aiuto dei fratelli sofferenti nella povertà, dimenticati.

 

Grande e' il senso di gratitudine e di lode a Lui per avermi donato vista e udito.

Provo gioia piena ma al contempo sento il peso dei miei peccati, della mia miseria, la mia piccolezza...Si', nella mia piccolezza, Lui e' venuto ad incontrarmi.

Ho scoperto a poco a poco che Dio e' vicino, che mi ama, che ci ama e che lasciandoci riempire dal suo amore, il nostro cuore si apre agli altri.

Ci dice: " Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato"

Si, l'amore e' la fonte della comunione con Dio e con gli altri.

 

Ora che fare?

Non ho ancora risposto ai grandi interrogativi della vita, nel senso che non sono arrivato ad un traguardo, anche se ho imboccato una strada, quella della Fiducia e citando le parole di San Gregorio di Nissa, del IV sec.: noi andiamo "da un inizio ad un altro inizio, attraverso inizi sempre nuovi".

 

Concludo con queste parole di f.Roger:

Certi giorni abbiamo l'impressione di pregare con quasi nulla, ci può' essere come un impoverimento, ma Dio ci rende capaci di viverlo.

Anche quando si crea una distanza tra Dio e noi, possiamo affidargli tutto, deporre tutto in lui.

Beato allora chi può dire a Cristo:

"Tu il Cristo, tu lo sai, faccio fatica ad esprimere il mio desiderio di comunione con te, ma il tuo Spirito Santo rianima in me un'audacia, quella di abbandonarmi in te.

Tu vedi chi sono. Hai conosciuto la condizione umana. Non ti nascondo nulla del mio cuore. Non ignori che talvolta sono tirato da più parti nello stesso momento. Ma quando interiormente avverto un vuoto, dimora in me la sete della tua presenza. E quando non riesco a pregare, tu sei la mia preghiera."

 

Alessandro