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IL PRESEPIO DI VENEGONO e ...

 Oggi a Venegono Superiore c'è il  GIM e così abbiamo la possibilità di partecipare, insieme ai nostri "colleghi", ad una messa in rito Zairese. P.Pascal, comboniano Congolese (destinato in missione in Polonia!), termina le prove dei canti e la Festa comincia tra canti, danze, condivisioni e continua ...  a pranzo, con esplosioni di entusiasmo tipicamente "gimmine".

Miracoli dell'ospitalità comboniana: siamo venute solo una volta l'anno scorso e sr.Enza ci sembra già una vecchia conoscenza. Degli altri due responsabili del gruppo giovani p.Fernando ci racconta di aver conosciuto p.Mosé in Perù dove è stato per dodic'anni, mentre p.Stefano ... se non fosse che a Padova c'è il postulato, l'avremmo scambiato per un novizio. I più stupiti sono proprio gli "ex postulanti", non si aspettavano una nostra visita (abbiamo "complottato"con sr.Enza). Uno di loro, Damiano, mi da qualche anticipazione e mi racconta come nel presepio si faccia riferimento al Pellegrinaggio, lo sento dal tono della sua voce e lo condivido: per tutti noi che, insieme, in questi tre anni, siamo andati a piedi verso Roma, non è stata un'esperienza qualsiasi. D'altra parte nell'anno giubilare uno dei protagonisti è proprio lui, il pellegrino che esce e va per incontrare gli altri e dagli altri si lascia provocare e mettere in crisi, per arrivare, non a guadagnare l'indulgenza, ma ad una vera conversione.E' questo il significato della strada posta al centro del presepio e la scritta al suo inizio ci invita a partire: 

"CAMINANDO SE ABRE EL CAMINO".

Siamo in una anonima metropoli del Nord del Mondo, piena di traffico e di gente stressata ed annoiata, che non è più capace di trovare un motivo per alzarsi la mattina, persone che hanno tutto, ma che sono infelici (non posso fare a meno di pensare al mio lavoro e a tutti quelli che non riescono ad andare avanti senza la loro pillola di tranquillante). In questa triste città piena di luci, un incontro tra due ragazzi e un certo Daniele, impegnato nel volontariato: "Kharibuni". E' un saluto che lo strano personaggio ha imparato in Kenya, dove dice di aver trovato il senso della vita. I nostri tre amici sono ora davanti ad una baracca nella periferia di una grande città africana, seduti attorno ad un fuoco che arde in un vecchio bidone, non sono soli, sono in compagnia di Josef e Miriam, due giovani sposi senza lavoro e senza soldi, ospitati da una donna che, per sopravvivere, è costretta a prostituirsi. Attorno a questo fuoco ogni sera ci si incontra per parlare, per stare insieme, per raccontarsi i fatti della giornata. QUI avviene il miracolo: QUI nasce la Speranza del Mondo, dentro questo bidone, uno dei tanti rifiuti della società del benessere, tra gli esclusi,UN BAMBINO. E' Lui il fuoco che dona luce e calore, permette alle persone di incontrarsi e "fare comunione". Ed è proprio riunendosi in comunità che gli uomini e le donne del Sud hanno imparato a trovare forme di resistenza per conseguire condizioni di vita più dignitose. I poveri che cercano il proprio riscatto sono il sogno di Dio che si avvera, sono loro ad insegnarci la speranza, se anche noi ricominciassimo a guardarci in faccia, per scoprire di nuovo la gioia di stare insieme e, insieme, solidarizzare con loro.

Il presepio ci invita ad aprire a Dio che bussa, la mostra che l'accompagna lo grida: "non chiudete quella porta! ". Ci si riferisce, naturalmente, alla porta santa: finito il Giubileo non dimentichiamoci della morte e della sofferenza che provoca il nostro sistema economico, se mai ce ne siamo ricordati in quest'anno "speciale" in cui, secondo la Bibbia, si dovrebbero ridistribuire le terre, liberare gli schiavi e condonare i debiti. Davanti ai nostri occhi foto di donne costrette a prostituirsi, bambini soldato, immigrati e bambini costretti a lavorare, brani della Bibbia che aiutano a riflettere, informazioni che aiutano a capire. L'invito finale è ancora quello: trovare il modo per essere veramente solidali. I mezzi che ci vengono proposti sono un inizio: partecipazione alle campagne, consumo critico, commercio equo, banca etica ... Sono cose importanti perchè ci aiutano a mettere in discussione il nostro stile di vita a cominciare dai piccoli gesti di tutti i giorni.

Nel più profondo di ognuno di noi si devono avverare le parole del profeta Ezechiele:

 

" Vi darò un cuore nuovo,  metterò dentro di voi uno spirito nuovo,

toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne" (Ez 36,26)

 

 Chiara(BO)