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  LA PAURA DI NON ESSERE FELICE….. (2° GIM)

 

Paura di NON ESSERE FELICE o paura di ESSERE FELICE? non è facile rispondere a questa domando perché forse ci sono entrambe nel mio .

            Non è un dramma perché non sono le uniche paure che possiedo, ma soprattutto perché solo accettando di averle, affidandole al Signore e cercando di affrontarle ogni giorno posso crescere, posso imparare a conoscere chi è Sara veramente; posso imparare ad ascoltare il suo  e posso imparare ad amarla per quello che è.

 

            Tutto questo è una bella sfida, UNA SFIDA CHE IMPEGNA LA VITA! Non è facile accogliere le ombre presenti nella nostra storia e nel nostro essere, per me non è facile neppure accogliere le luci della mia storia e del mio essere, ma come ci ricordava p. Tano, “un quadro senza chiaro-scuri non i può vedere”. Grazie p. Gaetano perché mi hai dato una grande lezione!

            Il mio   non sa ancora amare, soprattutto non sa amare Sara. Come posso allora amare gli altri, accoglierli come sono senza pretendere di cambiarli? Così voglio partire DAL MIO .

 

            Sono felice perché ogni giorno sarà  proprio il SEGNO della   (mente, cuore, volontà)  a ricordarmi che devo prima CONOSCERE per poi poter AMARE e per poter COSTRUIRE ogni giorno CIO’ a CUI e PER CUI l’AMORE MI CHIAMA.

           

            E il fatto più sconvolgente è che si tratta di un  AMORE  così immenso da chiamare a sé ciascuno di noi, SIAMO TUTTI CHIAMATI in causa, perché la salvezza, la speranza e l’amore che scaturisce dalla  è per TUTTI; perché quella vita (quel corpo) che si dona e si spezza, quel sangue che sgorga è PER TUTTI...

           

            “Prendete e mangiatene tutti...

                         prendete e bevetene tutti...”

           

            E allora AVANTI, con CORAGGIO; cammina con TUTTO TE STESSO; con le tue paure, i tuoi contrasti, le tue ombre, i tuoi doni, i tuoi ideali, con la tua vita: IL SIGNORE TI AMA e CAMMINA CON TE.

 

P.S.: Voglio condividere con voi un pensiero di sabato sera durante il tempo di riflessione.

            Stavo guardando il cielo e c’erano le stelle. Viste dalla terra sono piccole, piccole, ma si vedono; sono luminose e la loro luce arriva fino a noi.                                                        Così pensavo al fatto che io, e forse anche noi,  mi sento piccola di fronte agli altri, ma soprattutto di fronte a Dio.

             Sicuramente lo sono, ma chi mi dice che Lui non ci vede come vediamo noi le stelle: piccole, ma luminose; piccoli, ma in grado di arrivare fino a LUI?

            E perché allora noi, spesso, non riusciamo a vedere la luce di cui splendono gli altri ed ancora meno quella di cui noi splendiamo?

    

un  abbraccio Saretta