Siamo tornati da Fragheto ormai da una
settimana… Chissà come è stato il ritorno per ognuno di noi?
Il ritorno a casa, il ritorno al lavoro, il ritorno agli studi, il
ritorno agli amici, alle famiglie, alle abitudini e alla
quotidianità… Chissà se c’è qualcosa di diverso nei nostri
cuori…
Sono partita per il campo con molte
aspettative o forse nessuna, sicuramente con molta fiducia nel
fatto che qualsiasi cosa sarebbe avvenuta mi avrebbe dato
risposte… Sì ma anche quante nuove domande! Poi parti pensando
di servire e dopo due giorni già ti accorgi che è veramente
troppo quello che ricevi rispetto a quello che dai…
Come la testimonianza dei 10 abitanti di
questa terra intrisa di sangue che lasciano aperta la porta a
tutti, che ti accolgono, ti offrono un caffè, un pranzo, ma più
di tutto pian piano si aprono e ti affidano la memoria della loro
Vita, della fatica di capire perché sono vivo io e non i miei
otto fratelli, mio padre e mia madre, uccisi dalla guerra, dalla
vendetta, dalle ingiustizie…
parlare di pace qui non è così facile… Sono ferite
profonde quelle che ha lasciato la guerra, che dopo 60 anni fanno
ancora male, fanno ancora piangere… Se tutto questo non ti
trasmette l’urgenza di vivere e costruire la Pace sempre e
ovunque, allora sei cieco, sordo all’evidenza…
E poi, come se non bastasse, ci si mette
anche Amos, il profeta – tabù che ci ha accompagnato ogni
giorno, con le sue condanne e le sue denunce difficili da
digerire, da accettare, proprio perché così attuali… Giorno
dopo giorno ho provato sulla mia pelle, e non io sola, la potenza
della Parola che si incarna nella Vita di ognuno, che gratta via
tutte le apparenze e gli strati di vernice e ti colpisce nel
profondo, dove ci sei, essenzialmente, tu… Quante lacrime
versate davanti alla piccolezza della nostra Vita…
E poi, le
testimonianze, così diverse, così
semplici e così spiazzanti… Vedere quante scelte si possono
fare per Vivere la quotidianità e non sopravvivere alla realtà
di tutti i giorni…
E poi ognuno di noi, e noi insieme…
Iniziare la giornata con le lodi preparate a mezzanotte della sera
prima dai due “eletti”, poi partire per i lavori, le pulizie,
gli incontri con la gente, ritrovarsi a pranzare e a condividere,
poi la catechesi sul libro di Amos, l’ora di deserto, la
condivisione a piccoli gruppi, la liturgia della Parola o l’Eucarestia,
le testimonianze e le poche ore di sonno… Mi sono resa conto che
a poco a poco mi stavo riappropriando del Tempo, perché tutto è
stato impegno, ascolto degli altri, della Parola, di me e
condivisione fraterna: nulla è stato sprecato…
È una bella responsabilità quella che
ci pesa sulle spalle, quella di restituire la Vita che ci è stata
donata gratuitamente in questi giorni a chi incontreremo per le
nostre strade, quella di ricercare sempre le nostre strade, il
Sogno di Dio, senza mai pensare di essere arrivati e di potere
sedere…
“No es con palabras ni con deseos
que juntos haremos el
hombre nuevo
es dar la vida por el
camino..
..Amar es andar que duele”
E’ dando la vita per il nostro cammino che
saremo uniti a formare un nuovo uomo e un nuovo popolo, e
riusciremo ad amare se cammineremo con fatica… Questo canto ha
accompagnato spesso le nostre giornate e vorrei che continuasse a
risuonare nella mia Vita…
…Io mi Impegno…
Grazie a tutti voi, fratelli e sorelle, vi
porterò sempre nel cuore e nella mia Vita…
|