Convivenza a Pezzoli
... note di riflessione

Articolo di Giampaolo e Poesia di Andrea

cerca nel sito

torna alle pagina della Convivenza a Pezzoli

  scrivi

 

Convivenza Pezzoli - note di riflessione

Lasciavo Roma il 28/12 mattina con mille pensieri per la testa, che mi impedivano sicuramente di poter gioire appieno dell’imminente esperienza. Da un lato, una gamba malandata da tenere a riposo e che ha percorso, invero, molta strada; dall’altro, il desiderio tradito di trascorrere il capodanno nella lontana e diversa Budapest per l’incontro di Taizé. Questo la Provvidenza volle ed eccomi a Pezzoli. Un ridimensionamento generale dei miei progetti verso un qualcosa apparentemente più piccolo, “inferiore”. Un paesino sconosciuto il cui nome è ignoto persino al vocabolario elettronico degli esperti della Microsoft: il Word  lo sottolinea in rosso, come errore ortografico, come fosse un termine inesistente e pericoloso all’interno dell’armonioso testo scritto. Il tipico paese in cui i giovani come noi non stanno affatto bene ed evadono appena possibile. Non voglio mascherare neppure un grave pregiudizio, carico del quale mi sono avventurato in quel territorio: in quanto Romano mi aspettavo un accoglienza sicuramente più “mirata”, meno calorosa, meno pulita, meno spontanea, meno vera.            Oggi, passati tre giorni dalla conclusione della convivenza, sento che tutto è stato rimesso in discussione. Rivelazioni? Non è stato uno sforzo mio personale, ma il risultato della quotidianità della vita di una piccola comunità di campagna che mi ha conquistato e rasserenato nel profondo.

Il local della parrocchia di Pezzoli irrompe nel global rappresentato in me da Taizé e da Budapest; la riduzione degli spazi di vita consueti sconvolge l’espansione delle grandi città, vanifica gli effetti speciali dei fuochi pirotecnici che illuminano a giorno le grandi sagre del consumo di fine anno. Farsi piccoli per diventare grandi. Così come il Bambino più famoso del mondo, nato in una grotta, nelle periferie sperdute dell’Impero Romano, anche noi siamo chiamati a decentrare lo sguardo verso i margini del nostro mondo. Farci margine noi stessi nei nostri stili di vita e di consumo, in maniera critica per confermare il nostro NO! a chi vorrà farci credere che questo “gigante con i piedi di argilla”, il neoliberismo vorace e spietato, non esiste o se esiste è imbattibile, normale e in fondo anche giusto. Ed ecco che da queste cinque giornate trascorse fuori casa nasce una forza rinnovata e più consapevole, desiderosa di costruire la pace con le potenti armi dell’accoglienza, della speranza, della conoscenza, dell’impegno concreto e della preghiera. Il tutto a partire da Pezzoli, un microcosmo che ha saputo dimostrare una umanità così profonda e disinteressata. Mi riferisco alle famiglie che ci hanno ospitato, agli amici dell’asilo, a don Giuliano, per i quali sento di dover ringraziare il Signore in ogni ora della mia giornata. Dire che non si hanno parole per descrivere ciò che si vive è facile ma è anche il modo migliore per non condividere nulla di ciò che si porta dentro. Testimoniare. Ecco un altro punto su cui vorrei spendere due parole. “Non ho paura delle parole dei violenti ma del silenzio degli onesti” (M. L. King). Che senso avrebbe la Convivenza se tutta la passione esplosa a Pezzoli restasse segregata all’interno dei nostri ricordi, racchiusa entro quattro fotografie destinate ad ingiallire nel tempo? Nulla, credo. Nient’altro che una bella gita di gruppo dove si è parlato di cose belle. Bisogna urlare, creare disordine e scompiglio, decentrare, altrimenti rischiamo di crocifiggere Cristo una seconda volta… Per ogni parola non detta. “Ogni messaggio di pace non lanciato oggi è una guerra annunciata in futuro” incessantemente ci veniva ripetuto, in quell’angolo di mondo lontano, da Mosè e Dario. Ed è questo che dobbiamo portare fuori da Pezzoli, dai nostri accomodanti sentimenti e dalle nostre immagini: un grido tanto forte da far vacillare il nostro “gigante”. Azioni concrete, progetti e non belle parole ci vennero richiesti nella riflessione con la Martirani in quel teatro.

Questi i centri nodali della mia riflessione: il farsi piccoli e rivoluzionari sull’esempio di Cristo, l’accoglienza, la preghiera, la semplicità, la progettualità. E sia pace e festa in tutti gli angoli del mondo!

Qui a Roma già i “lavori sono in corso. Stiamo lavorando per un mondo migliore… Diamoci una mano”, unidos!

 

Giampa

 

 

 

Pezzoli

vecchie nude sdraiate

echi affranti di un alcolizzato

carnagione scura per i campi

e dietro al potente sole di maggio

mentre fatichi per mietergli ogni raggio

 

Strano fu

il giorno in cui ci incontrammo

un tripudio di sentimenti ci portò all’amore

e insieme cademmo nella stessa depressione

 

Depressione di straniero e immigrato emarginato

di lavagna in terra per insegnante che spiega

la disperazione

di un uomo che muore in una croce e

poi non risorge

 

Stanco Pezzoli

domani ci rivedremo ancora

per pianificare,

insieme a te che aspetti,

un mondo che migliora.

 

(A. C.)