Incontrarsi a Sariano

articolo di don Giuliano 

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Incontrarsi a Sariano

 

Un sentimento di profonda amicizia ha fatto ritrovare insieme persone così lontane, così diverse.  A volte ho pensato alla Pentecoste: uomini e donne dai paesi più lontani si trovavano increduli a parlare la stessa lingua, a comunicare l'un l'altro e a più persone possibili il sogno di un'Italia diversa, di un'Italia migliore.

Ritrovarsi, come credenti e non credenti, insieme, nel tentativo di ricercare le vie per far prevalere nel nostro paese i valori comuni della pace, della democrazia, della giustizia, della libertà e della solidarietà.

La mattina tentare di pensare alla società e al mondo ascoltando la proposta di Cristo. Il pomeriggio, dopo aver consumato insieme in allegria pane, vino e salame, tutti al castello o dietro la chiesa o sotto il tendone o addirittura sotto l'altare in Chiesa per parlare di noi, della società e del mondo, per amarli sempre di più, per prenderceli sottobraccio, ascoltandoci, aiutandoci, commovendoci.

In quanti momenti ho avuto la sensazione che la regalità di Cristo e la signoria dell'uomo sfumassero l'una nell'altra fino quasi a confondersi.

Alcune parole, fotosintesi esistenziali fra valori e realtà, hanno scandito il nostro cammino.

Lo Stato.  Non gli sterili piagnistei circa lo stato centralizzatone e corrotto. La scelta di credere sempre e comunque in uno Stato presente, organico, garante di giustizia, solidarietà, di una effettiva uguaglianza.  Quante giornate passate dedicandoci, con eguale passione, a Vangelo e Costituzione!

La coscienza di dover sempre più innamorarci delle istituzioni, collaborare sempre più con tutti coloro che si impegnano perché le cose vadano meglio, perché la gente sia più felice, perché sia assicurato futuro ai giovani.

La Politica. Arte insieme nobile e difficile. In una accezione sempre profondamente umana, laica, slegata da qualsiasi stemma e ideologia.

L'esigenza di stimolare una formazione politica seria, ispirata al bene comune, al valore della persona, al culto della democrazia.

La ricerca di una nuova coscienza politica esente dalle deleghe del passato, senza la quale la nazione si sarebbe trasformata in una massa facilmente manovrabile da coloro che detengono le leve del potere economico, culturale e politico.

A Sariano-Incontri ciò che ci univa, non era tanto un progetto politico “altro” quanto un progetto politico "oltre".

Ricordando sempre le parole di don Tonino Bello: "Noi facciamo sempre le destre e le sinistre, quasi che tutte le divisioni segnate sulla carta dal Padreterno siano quelle del centro, della destra e della sinistra... Ma ci ricordiamo così poco dell'alto e del basso!"

Legalità e Giustizia. Una insopprimibile voglia di legalità, una autentica passione per la giustizia. Il culto dell'onestà interiore, della trasparenza pubblica. L'ostinata ricerca della verità. La simpatia, l'affetto, la gratitudine e la solidarietà verso quei magistrati che da anni lottano perché dal fango dei delitti e delle stragi di Stato, delle tangenti, della disonestà, della corruzione della camorra, della mafia, possa finalmente riemergere bella, pulita, la nostra Italia.

Il ricordo sempre vivo di chi, servendo legalità e giustizia, è caduto per l'Italia e per noi.  Il valore grande della memoria.  Quel ricordare continuo per far continuamente rivivere.

Solidarietà. Un'altra parola forte che ha aleggiato costantemente per farsi iniziativa personale e comunitaria.  Diceva don Tonino Bello: "Non m'interessa tanto sapere chi sia Dio.  Mi interessa solo sapere da che parte sta".

La consapevolezza, come credenti e non credenti, di non poter essere, oggi, neutrali.  L'esigenza di schierarsi: farsi coinvolgere dalla vita dei poveri, prendere la polvere sollevata dai loro passi, mettersi nel corpo i loro occhi per vedere il mondo così come appare a loro.

Drogati.  Matti.  Handicappati.  Barboni. Minatori del Sulcis. Niños de la calle. Carcerati. Zingari.  Disoccupati. Progettare insieme una società che si pieghi urgentemente, amorosamente verso chi soffre.

Un'ultima parola, sintesi di tutte le precedenti: Speranza.

 

 

 

Forzare l'aurora a nascere. Rifiutarsi di misurare solamente i cubiti di acqua che fanno ondeggiare paurosamente la nave durante la tempesta, ma stare sulla tolda della nave per poter scorgere l'arcobaleno.

Presagire l'arrivo della bonaccia. Quello scrutare i segni dei tempi con fede, ottimismo, positività, capacità costruttiva, sempre con il sorriso sulla bocca.  Quello scrutare i segni dei tempi per capire che la speranza è parente stretta del realismo, cammino verso quello che, quarant'anni fa, Giorgio La Pira chiamava il "governo dell'Epifania", portatore di pane, casa, lavoro, pace per tutti.

 

La presente raccolta, curata dal Centro di Documentazione Polesano, contiene alcune pagine del lungo ed intenso diario d'anima condiviso in questi anni.

 

Sariano 22 settembre 1996

 

don Giuliano Zattarin