Incontrarsi a Sariano |
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Incontrarsi a Sariano Un
sentimento di profonda amicizia ha fatto ritrovare insieme persone così
lontane, così diverse. A
volte ho pensato alla Pentecoste: uomini e donne dai paesi più lontani
si trovavano increduli a parlare la stessa lingua, a comunicare l'un
l'altro e a più persone possibili il sogno di un'Italia diversa, di
un'Italia migliore. Ritrovarsi,
come credenti e non credenti, insieme,
nel tentativo di ricercare le vie per far prevalere nel nostro paese
i valori comuni della pace, della democrazia, della giustizia, della
libertà e della solidarietà. La
mattina tentare di pensare alla società e al mondo ascoltando la
proposta di Cristo. Il pomeriggio, dopo aver consumato insieme in
allegria pane, vino e salame, tutti al castello o dietro la chiesa o
sotto il tendone o addirittura sotto l'altare in Chiesa per parlare di
noi, della società e del mondo, per
amarli sempre di più, per
prenderceli sottobraccio, ascoltandoci, aiutandoci, commovendoci. In
quanti momenti ho avuto la sensazione che la regalità di Cristo e la
signoria dell'uomo sfumassero
l'una nell'altra fino quasi a confondersi. Alcune parole, fotosintesi
esistenziali fra valori e realtà, hanno
scandito il nostro cammino. Lo
Stato. Non gli
sterili piagnistei circa lo stato centralizzatone e corrotto. La scelta
di credere sempre e comunque in uno Stato presente, organico, garante di
giustizia, solidarietà, di una effettiva uguaglianza.
Quante giornate passate dedicandoci, con eguale passione, a
Vangelo e Costituzione! La
coscienza di dover sempre più innamorarci delle istituzioni,
collaborare sempre più con tutti coloro che si impegnano perché le
cose vadano meglio, perché la gente sia più felice, perché sia
assicurato futuro ai giovani. La
Politica. Arte insieme nobile e difficile. In una accezione
sempre profondamente umana, laica, slegata da qualsiasi stemma e
ideologia. L'esigenza di stimolare una formazione politica seria, ispirata al bene comune, al valore della persona, al culto della democrazia. La
ricerca di una nuova coscienza politica esente dalle deleghe del
passato, senza la quale la nazione si sarebbe trasformata in una massa
facilmente manovrabile da coloro che detengono le leve del potere
economico, culturale e politico. A
Sariano-Incontri ciò che ci univa, non era tanto un progetto politico
“altro” quanto un progetto politico "oltre". Ricordando
sempre le parole di don Tonino Bello: "Noi facciamo sempre le
destre e le sinistre, quasi che tutte le divisioni segnate sulla carta
dal Padreterno siano quelle del centro, della destra e della sinistra...
Ma ci ricordiamo così poco dell'alto e del basso!" Legalità
e Giustizia. Una insopprimibile voglia di legalità, una
autentica passione per la giustizia. Il culto dell'onestà interiore,
della trasparenza pubblica. L'ostinata ricerca della verità. La
simpatia, l'affetto, la gratitudine e la solidarietà verso quei
magistrati che da anni lottano perché dal fango dei delitti e delle
stragi di Stato, delle tangenti, della disonestà, della corruzione
della camorra, della mafia, possa finalmente riemergere bella, pulita,
la nostra Italia. Il
ricordo sempre vivo di chi, servendo legalità e giustizia, è caduto
per l'Italia e per noi. Il
valore grande della memoria. Quel
ricordare continuo per far continuamente rivivere. Solidarietà.
Un'altra parola forte che ha aleggiato costantemente per farsi
iniziativa personale e comunitaria.
Diceva don Tonino Bello: "Non
m'interessa tanto sapere chi sia Dio.
Mi interessa solo sapere da che parte sta". La
consapevolezza, come credenti e non credenti, di non poter essere, oggi,
neutrali. L'esigenza di
schierarsi: farsi coinvolgere dalla vita dei poveri, prendere la polvere
sollevata dai loro passi, mettersi nel corpo i loro occhi per vedere il
mondo così come appare a loro. Drogati.
Matti. Handicappati.
Barboni. Minatori del Sulcis. Niños de la calle. Carcerati.
Zingari. Disoccupati.
Progettare insieme una società che si pieghi urgentemente, amorosamente
verso chi soffre. Un'ultima
parola, sintesi di tutte le precedenti: Speranza. Forzare
l'aurora a nascere. Rifiutarsi di misurare solamente i cubiti di acqua
che fanno ondeggiare paurosamente la nave durante la tempesta, ma stare
sulla tolda della nave per poter scorgere l'arcobaleno. Presagire l'arrivo della bonaccia. Quello scrutare i segni dei tempi con fede, ottimismo, positività, capacità costruttiva, sempre con il sorriso sulla bocca. Quello scrutare i segni dei tempi per capire che la speranza è parente stretta del realismo, cammino verso quello che, quarant'anni fa, Giorgio La Pira chiamava il "governo dell'Epifania", portatore di pane, casa, lavoro, pace per tutti. La presente raccolta, curata dal Centro di Documentazione
Polesano, contiene alcune pagine del lungo ed intenso diario d'anima
condiviso in questi anni. Sariano 22 settembre 1996 don Giuliano
Zattarin
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