Incontro con p.Antonio
articolo dal GIM di Venegono

cerca nel sito

torna alle pagina di Giovani Mission

scrivi

articolo di Lorella

Madre nostra che sei nei cieli …

No, non sono impazzita! Certo, capita a tutti di sbagliare a recitare una preghiera, ma in questo caso la “svista” è voluta. Svista per modo di dire, perché, invece, c’è chi ci vede benissimo  quanto all’IDENTITÀ DI DIO. Chi è Dio?

Per p. Antonio Colombo, un giovane missionario di 68 anni, Dio è Madre e Padre, Donna e Uomo. Ed è convinto. Ma questa certezza è stata una lunga conquista che si è concretizzata a 50 anni, quando, dice p. Antonio (parole testuali): “Ho imparato a pregare veramente”. P. Antonio è un uomo robusto, seduto sulla sua carrozzella, è parte di essa; a prima vista potrebbe sembrare una persona austera, severa, “quadrata” (i suoi lineamenti mi danno questa impressione), in realtà è di una TENEREZZA incredibile e quando, ogni tanto, chiude gli occhi mentre parla, per esprimere con tutta l’intensità possibile  quanto di più profondo vi è nel suo cuore, è ancora più dolce, quasi ingenuo come un bambino che strizza un occhio per comunicarti tutta la sua simpatia. La cosa più straordinaria è che tutta la sua vita è un DONO, malattia compresa, e chi arriva a questa consapevolezza, secondo me, ha capito il vero senso della sua esistenza.

Antonio (permettetemi di chiamarlo così, confidenzialmente) dice di aver ricevuto due doni speciali da Dio.

Il primo DONO consiste nel fatto che Dio gli ha smontato tutte le sue idee, le sue certezze, per così dire “convenzionali” per quel che riguarda al sua visione di Dio: il Dio del Vecchio Testamento. E ciò si spiega chiaramente con la sua formazione religiosa: entrò in seminario molto giovane, ancora bambino e ricevette un’educazione, forse, un po’ troppo dogmatica e tradizionale, che non ammetteva “eresie” di nessun genere. Si definiva un “buon dipendente” della Chiesa: amava, e ama ancora, parlare in pubblico, fare catechesi e tenere incontri su diversi argomenti religiosi e più propriamente teologici; insomma “un buon parlatore”. Tuttavia, come in tutte le vere vocazioni, i dubbi non mancano, anzi da essi scaturì la domanda: “Ma Dio vuole che io diventi missionario?”. La risposta fu un lungo DIALOGO con il Signore, e di fronte a chi lo provocava dicendo: “Ma sei matto?”, p. Antonio rispondeva che se diventava prete era perché voleva essere missionario. Una costanza e una convinzione incrollabili, sostenute anche dal suo profondo DESIDERIO DI CONOSCERE la PAROLA di DIO. In effetti, nella sua vita, la certezza della vocazione non è mai diminuita, così come il sentire la NECESSITÀ della PREGHIERA, una preghiera, dapprima, “maschilista”, ma che cambiò progressivamente in seguito ad un incontro. Anzi di incontri, p. Antonio, ne ha ricordati due, con due donne; uno negativo, che ha rischiato di mettere in discussione la sua vocazione, e l’altro positivo, ILLUMINANTE, a giudicare dalle sue parole, con una vera donna conosciuta in Inghilterra: Maureen, carismatica e con una fede profondissima, dalla quale Antonio ha imparato, non solo a pregare veramente, ma anche a leggere in modo tutto nuovo la Bibbia e, quel che è stato più importante per lui, dal punto di vista femminile.

Ha appreso che per pregare bisogna dimenticarsi di tutto e METTERSI in ASCOLTO, perché PREGARE significa LASCIARE IL PRIMO POSTO A DIO.

La figura della DONNA gli ha fatto vedere l’altra metà di Dio, quella femminile, anche perché una sola persona non può rivelare tutto Dio, è per questo che Dio creò l’uomo e la donna a sua immagine e somiglianza.

Il volto femminile di Dio è quello della compassione, della tenerezza, del servizio vero, della complementarietà, dell’Amore …

A questo punto p. Antonio ha fatto leggere una preghiera-poesia di Maureen, che vorrei riportare:

 

GRAZIE, DIO, PER AVERMI CREATO DONNA

Il pianto del mio bambino appena fuori dal grembo

Risveglia in me un amore così profondo

E la certezza che questa piccola creatura,

Carne della mia carne e ossa delle mie ossa,

Mi avrebbe tenuta legata per tutti i giorni della mia vita:

E ho capito la profondità del tuo amore

Dio Madre, Creatrice di VITA.

TI RINGRAZIO, DIO, PER AVERMI FATTO DONNA!

Mentre allattavo il mio piccolo al seno

E guardavo con meraviglia a questa nuova vita,

Per la quale ho versato il mio sangue,

Ho capito l’EUCARESTIA!

Gesù, hai forse imparato da una donna

Come donare te stesso?

TI RINGRAZIO, DIO, PER AVERMI FATTO DONNA!

Il mio piccolo adesso è un uomo,

Ma il legame d’amore non si è rotto mai;

Ogni gioia, ogni dolore, ogni sofferenza della sua vita

Io li sento nella mia anima

E capisco sempre più pienamente chi Tu sei,

Madre/Padre, Signore dell’Amore.

TI RINGRAZIO, DIO, PER AVERMI FATTO DONNA!

 

L’immagine sicuramente più bella che emerge è quella della DONNA in quanto MADRE, perché solo una donna che mette al mondo un bambino ci può insegnare che cosa significhi veramente FARE EUCARESTIA: cioè il DONARSI completamente alla vita di un altro essere vivente, che è il GESTO DI COMUNIONE e D’AMORE più grande che si possa fare. Paradossalmente il dare la vita ad una nuova creatura e il donarsi per i propri amici, fratelli e sorelle, è la stessa cosa: un “DIMINUIRE”, un “METTERSI DA PARTE” perché gli altri possano vivere e crescere. È il Mistero dell’Amore ed in parte anche della Fede.

p. Antonio, piano piano, si è aperto a noi per dimostrarci che solo se siamo persone libere e aperte, che vogliono IMPARARE AD AMARE e a LASCIARSI AMARE, allora possiamo essere sicuri che Dio realizza i nostri desideri e ci “realizza” come veri cristiani; ma ha anche affermato con decisione che se non si sana l’abisso che c’è tra uomo e donna, non si sana nient’altro.

L’altro dono di cui p. Antonio ringrazia Dio è la carrozzella, perché gli ha permesso di capire, a lui, uomo da sempre attivo, che la cosa più importante non è sempre “fare per forza qualcosa, ma scoprire finalmente di aver imparato ad amare e vivere, oltre che ad essere amato, prima di tutto da Dio, perché “NON DIO È NEL MIO CUORE, MA IO SONO NEL CUORE DI DIO E PERCIÒ POSSO AMARE!”

Grazie, p. Antonio

Lorella