C'era una volta a Viasco...
articolo dal GIM di Venegono

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C’era una volta… 4 briganti ed una Madonna!

 

C’erano una volta, tanto tempo fa, quattro briganti che un giorno si stabilirono con le proprie famiglie in un paesino montano chiamato Viasco.

Viasco si trova tuttora sul versante sud-est della vallata dove il sole a fatica riesce a scaldare le case e le strade. È per questo motivo che, disertori perché contrari alla guerra, i quattro briganti si trasferirono sul versante opposto dove il sole rischiara per la maggior parte del giorno le basse case di pietra.

Nasce così Monte Viasco, secondo la leggenda che la signora Ada, con lo sguardo perso in un passato non dimenticato, ci racconta con semplicità e con passione.

Non è l’unica interessante leggenda che si nasconde tra le vie ciottolate e le casette del paesino.

Una tra tante, forse la più bella, racconta la storia del santuario dedicato alla Madonna, situato sull’unico sentiero di montagna che dalla valle permette agli abitanti di raggiungere le proprie abitazioni (unico passaggio “via terra”… e decisamente il più sicuro poiché l’alternativa è la funicolare!).

Il piccolo santuario, oltre ad essere molto accogliente e caratteristico, grazie agli affreschi che lo decorano assume anche significati profondi. Tra queste rappresentazioni in particolare ha attirato la mia attenzione quella di un ragazzo seduto a terra, con la stampella accanto alla sua mano ed una gamba fasciata. Il suo viso stupito guarda in direzione di una piccola grotta all’interno della quale si trova una Madonna splendente.

La signora Ada ci racconta che, secoli fa, un ragazzo ferito alla gamba e destinato ormai alla morte ( non è mai stato troppo facile raggiungere il medico da Monte Viasco… figuriamoci poi in quel tempo!) inciampò, perdendo la stampella e cadde proprio in quel luogo. Alzando poi lo sguardo vide, in una piccola grotta tra le pietre della montagna, il volto splendente della Madonna. Spaventato per l’apparizione scappò via correndo senza preoccuparsi di raccogliere la sua stampella e guarì.

Da quel giorno la Madonna ha fatto altri miracoli proteggendo gli abitanti di questo paese e loro, d’altra parte, sono sempre rimasti devoti alla Santissima Vergine fino ai nostri giorni.

Mentre ci racconta la storia, riesco ad immaginarmi ( tra una padellata della signora Gisa ed una rumorosa interruzione della signora Pierina) le stesse vicende in uno scenario stupendo qual è Monte Viasco.

E’ lodevole considerare come la sola volontà di questi abitanti  sia stata capace di creare un paese tanto affascinante quanto tranquillo.

Tutti gli edifici, infatti, anche quelli più grandi e complessi, sono stati costruiti con le forze fisiche e spirituali degli abitanti che hanno trasportato dalla valle e dai boschi circostanti sulle loro spalle i materiali necessari per la costruzione.

Come si può immaginare, in un paese tanto lontano dagli altri centri abitati e con nessun comodo accesso, non è stato facile costruire una rete di lavoro e commercio capace di far trarre profitto agli onesti cittadini e per questo, oltre all’agricoltura di sussistenza, furono avviate attività commerciali di contrabbando di beni dalla vicina Svizzera, attraverso duri ma non troppo lunghi sentieri montani.

La nostra ospite continua così a raccontarci dei duri lavori dei boscaioli, delle loro lunghe assenze e dei felici ma spesso brevi ritorni, delle fatiche quotidiane delle donne, madri, contadine, lavandaie, pastorelle e, spesso fortunatamente, utilissime ed efficienti balie.

Ci fu, infatti, un periodo in cui il paese corse il rischio di “estinguersi” a causa della mancanza di  “sangue nuovo” e della frequenza di matrimoni tra consanguinei. La soluzione fu involontaria ma provvidenziale.

Le donne di monte Viasco, per potersi procurare qualche soldo in più, accettavano di prendersi cura di orfani provenienti dagli orfanotrofi vicini e li crescevano assieme ai loro figli. Passato il periodo dell’allattamento, in poche avevano poi il coraggio di lasciare il bambino che per tanto tempo aveva fatto parte della loro famiglia.

Ma ormai le nuove generazioni hanno preferito stabilirsi in centri abitati e Monte Viasco è divenuto un paese per lo più di villeggiatura.

Eppure le feste tipiche e caratteristiche continuano a rallegrare il paese e i pochi abitanti che ancora non rinunciano a quello splendido tesoro donatogli dal Signore. E chi si è accorto del valore di questo tesoro si è affrettato a comprare o sistemare una casa, una stalla, un fienile, contribuendo alla sopravvivenza del paese ed offrendo ad altre persone la possibilità di scoprire e provare la grandezza e la meraviglia di svegliarsi in una bassa casa di pietra, tra le strette vie ciottolate di un piccolo paesino di montagna