Una vacanza ad Assisi

articolo di Lorenzo Baccin

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Una vacanza ad Assisi

 

Innanzitutto vorrei ringraziare il Signore per l’estate che mi ha voluto regalare quest’anno.

Che bel tempo per assaporare il suo amore per me, per godere un nuovo momento di discernimento fuori dalla comunità di Padova.

Ricordo, adesso, con particolare gioia, la settimana trascorsa ad Assisi in compagnia di tre famiglie di amici della mia parrocchia che mi avevano invitato a passare qualche giorno di ferie assieme.

Eravamo in una bellissima casa a pochi chilometri da Assisi in mezzo al verde dell’Umbria, io con tre coppie e sette bambini.

Penso che il tempo che il Signore mi ha donato assieme a loro sia stato un’occasione quasi unica per uno come me che ha deciso di intraprendere la strada del celibato, della vita consacrata, di una vita che non mi vedrà né sposo di una donna né padre di bambini nati da lei, ma parte di un famiglia religiosa.

Condividere del tempo con queste coppie e con questi bambini è stato, come dicevo, tempo prezioso per il discernimento.

Incontrarmi con chi ha fatto una scelta diversa è inevitabilmente provocante.

I gesti d’affetto scambiati da questi giovani sposi, le liti, le occhiate complici, le intese che solo loro capivano, la pazienza, la voglia di stare assieme e divertirsi sono ricchezze che nascono in una coppia e che ho potuto un po’ toccare con mano.

Nostalgia di una rapporto d’amore con una ragazza? Direi di no. Piuttosto tanta voglia di imparare ad amare l’altro intrecciando relazioni nuove e appassionate fatte di tutte quelle attenzioni che lo sposo offre alla sposa (e viceversa, s’intende!). Si tratta di relazioni sponsali con l’altro che vanno curate indipendente dal legame di sangue o meno che si ha ma solo perché nell’altro riconosciamo qualcun Altro.

Essere attenti agli umori di chi ti sta vicino, saper ascoltare le sue giornate buie, saper cogliere il tempo per ridere e il tempo per piangere, camminare assieme indipendentemente da tutto. Costruire rapporti nuovi, istaurare legami forti capaci di liberare.

E poi i bambini. Io ho potuto godermene sette!

Quanto mi piacciono e quanto mi insegnano. Stare con loro per noi adulti è una grande scuola di trasparenza, schiettezza, coraggio di essere se stessi. Saper dire la verità senza timore e con la forza di mentire per amore…

Essere autentici.

Poi riscoprire un altro maestro di autenticità come S. Francesco, un uomo che ha abbracciato il vangelo senza gli stampini di una chiesa o di una società che ci vuole tutti uguali, omologati per poter dare meno fastidio.

Francesco: un uomo che ha vissuto l’esperienza cristiana con radicalità senza tradire la sua natura, il sue essere se stesso, senza fantasmi di un “io” artificiale che gli stava stretto. Un giullare capace di predicare agli uccelli ma anche, e forse di più, alla gente.

Autenticità, dicevo. Libertà dalle formine, capacità di leggere il vangelo e incarnarlo per proporre nuove strade di liberazione o vecchi valori da rispolverare.

Rientro in comunità in questo secondo anno di postulato con tanto entusiasmo e con la convinzione che mi sento al mio posto.

Buon anno a tutti

Lorenzo