Articoletto sul pellegrinaggio Assisi Roma 2000

 

Cos’è un sotterraneo della storia?

            L’ultima immagine che conservo di noi pellegrini, “unidos unidos” sulle strade tra Assisi e Roma,  è proprio quella di tutti noi, stretti in un sotterraneo, le catacombe, mano nella mano, recitando il Padre nostro. Può darsi sia stato un caso il fatto di concludere il pellegrinaggio nelle catacombe delle prime comunità cristiane. Eppure, se vogliamo riprendere le parole di un amico, “…è una rete misteriosa quella che lega le nostre vite, ed è una delle cose che ci portano molto spesso a sentire il Mistero. E’ incredibile vedere gli incontri che facciamo nella nostra vita, scoprire quanto sono importanti, capire che di sicuro c’è qualcuno che tira i fili, anche se non comprendiamo mai il come e il quando…”.  Così oggi, rivedendo a distanza di tempo l’esperienza del pellegrinaggio, ne ricostruisco i tasselli. Ogni tassello porta un volto, una storia importante, che prima non conoscevo e di cui quel volto ha voluto farmi partecipe. In ogni tassello c’è anche un luogo; i luoghi del nostro pellegrinaggio sono stati soprattutto strade, strade molto trafficate, che a volte rendevano difficile il parlarsi, le auto e i camion che ti buttavano l’acqua addosso e facevano tossire dallo smog.  Sono state anche le strade degli schiavi, le schiave del nostro tempo (come dimenticare i volti di quelle prostitute sulla Flaminia ? Proprio in quel sabato poi, che, neanche farlo apposta, il Vangelo parlava di Maddalena !) .  Ci sono state anche case che ti hanno aperto la porta e i volti che ti hanno accolto, ma anche quelli che ti hanno rifiutato! Come dimenticare gli ottanta campanelli suonati a Terni per chiedere un momento di condivisione con le famiglie e gli ottanta “no grazie, non mi interessa” ricevuti come risposta?  Comunque, anche in quel caso, come direbbe il nostro Nico, è stato: “POSITIVO !!!”. Infatti, quante cose ci ha permesso di capire! Per esempio quanto ti mette in crisi il fatto di dover chiedere, di dover cercare accoglienza !  Ti mette proprio a nudo di fronte agli altri. Non sei lì, davanti a quella porta per vendere qualcosa,  perché hai prenotato un posto, perché comunque poi paghi…no!  Sei lì e basta e chiedi di essere accolto soltanto perché “sei” !

Alla fine di questo lungo cammino siamo arrivati dunque alle catacombe di Callisto. Un ritorno alle origini? Puo’ darsi. Ma stiamo attenti. Importante è ricordare le prime comunità cristiane, le loro difficoltà e i rischi enormi per portare alle generazioni future la Parola, ricordare i martiri, senza dei quali forse oggi neppure si parlerebbe di  Gesù…ma il tutto si ridurrebbe a un banale sforzo di memoria, ad un esercizio di storia, se non riconoscessimo quali sono i martiri di oggi e l’importanza di ricostituire delle comunità cristiane. Pensate non ci siano  martiri nel 2000 ?  Vi faccio un esempio. Oggi è il 25 agosto. Pochi minuti fa, prima di scrivere queste righe al computer, mi collego in Internet con il sito della MISNA.  Notizia in tempo reale : “ore 10:30 : Kenya. Missionario ucciso: un ultima preghiera e poi è stato assassinato (…)” Si tratta di John Anthony Kaiser, noto per essere stato uno strenuo difensore dei diritti umani. Aveva accusato il governo del Kenya di appropriazione indebita di proprietà terriere. Come vedete non c’è stato bisogno di ricorrere ad archivi storici per incontrare un martire del nostro tempo. Alcuni hanno detto che il martirio non si cerca ma è esso stesso che ti viene incontro; forse sarà stato così anche per questo John, e comunque per tutti quelli che non si sono mai limitati alla compassione ma, di più, hanno ricercato la giustizia.

E le catacombe? Quali sono, oggi, i sotterranei della storia e della vita?  Ce ne sono stati e continuano ad esserci a tutte le scale spazio - temporali.  Anche in queste giornate di cammino… quanti ne abbiamo attraversati !  Ricordiamo tutti il volto di Sergio, Istriano, da tutti definito, semplicisticamente, “barbone”, che ha cenato con noi quella sera… era il volto di un escluso… perché allora l’importanza di scendere nei sotterranei della storia? Riporto le parole di Alex: “ E’ solo quando scendete agli inferi, quando sentite sulla vostra pelle quello che significa sofferenza, la sofferenza dei poveri, quando vedete questi volti, quando udite il grido delle vittime, un grido immane, che vi sentite toccati dentro e cambiate”.

E perché un ritorno alle prime comunità cristiane ? “ Non potete illudervi di resistere da soli. Questo Sistema, se tentate di resistere da soli, vi travolge tutti! Ci corrode dentro, corrode la società, i tessuti sociali, le comunità, sfalda tutto. Se volete fare resistenza, se siete non credenti costituitevi in piccoli gruppi di riflessione; se siete credenti (e questo le parrocchie dovranno lentamente impararlo) costituite Piccole Comunità di base. Comunità, non gruppi, dove c’è un rapporto interpersonale vero. Perché in questa società ormai non esiste più nulla, e le nostre famiglie stanno saltando per quello. Comunità dove vi sono rapporti veri di amicizia, di fraternità, di calore umano. Comunità dove il primato va alla Parola; ma la Parola deve portare inesorabilmente all’analisi sociale della realtà, se no non è Parola.