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La situazione ambientale e l’impegno di FDDPA

(Forza per la difesa dei diritti dei contadini haitiani)

La situazione ambientale.

L’ambiente di Haiti è sempre più deteriorato: negli ultimi anni la deforestazione ha continuato ad avanzare, sia per la diminuzione delle piogge sia perché, come afferma l’ONU, il 70 % della popolazione haitiana usa carbone per cucinare (praticamente non ci sono alternative). Si calcola che se il processo di deforestazione proseguirà,
nel 2016 non ci saranno più foreste.
Attualmente centinaia di migliaia di contadini ad Haiti non hanno accesso alla terra e tuttavia ci sono vasti terreni incolti un po’ dappertutto nel paese. Il fatto di non disporre di un pezzo di terra, o di avere una proprietà agricola di grandezza insufficiente per divenire economicamente redditizia , costituisce uno dei problemi più grandi dei contadini haitiani, che spesso detengono e occupano terreni agricoli in modo “illegale” o senza disporre di titoli di proprietà debitamente registrati, e perciò vivono nella paura continua di perdere le loro terre in qualsiasi momento.
Unita alla mancanza delle terre vi è una forte crisi alimentare. Una delle maggiori cause della crisi alimentare sta nel fato che gli Stati Uniti e alcune istituzioni finanziarie internazionali hanno distrutto la capacità produttiva dei coltivatori di riso haitiani per creare un mercato per il riso dei produttori statunitensi che godono di enormi sovvenzioni. Trent’anni fa Haiti produceva praticamente tutto il riso che consumava, oggi è diventato impossibile per gli agricoltori locali competere con il “riso di Miami”. L’intero mercato locale del riso è collassato nel momento in cui il più economico riso sovvenzionato americano ha invaso il paese, alle volte sottoforma di aiuti alimentari.
Nel 2008 i danni causati dalla serie di uragani che hanno colpito il paese tra agosto e settembre, uniti agli effetti della crisi finanziaria internazionale, hanno contribuito ad aggravare la situazione.

Il contesto rurale del piccolo contadino.
“Haiti” vuol dire terra e montagne. “La terra, per i contadini haitiani è tutto: senza la terra non c’è cibo e non c’è vita, senza la terra inizia la schiavitù per le famiglie haitiane”. È con queste parole che i membri dell’FDDPA, la Forza per la difesa dei diritti dei contadini haitiani, una piccola e tenace organizzazione haitiana priva di mezzi che è venuta crescendo nel tempo, racconta la loro lotta per la terra. La terra è tutto, eppure di terra i contadini haitiani ne coltivano sempre meno. La distribuzione delle proprietà, le politiche agrarie ed economiche hanno ridotto quella che era la colonia più produttiva delle Americhe sull’orlo del collasso economico ed ambientale.
I grandi proprietari terrieri, i “grandons”, padroni di grandi appezzamenti delle pianure irrigue e delle valli più produttive, esercitano un potere incondizionato volto a mantenere e a consolidare la loro proprietà.
I contadini piccoli proprietari terrieri sono relegati nelle colline brulle e in continua erosione per effetto del disboscamento. Il disboscamento inizia ad Haiti fin dai tempi della colonia quando si bruciavano i boschi per  catturare i gruppi di schiavi fuggiaschi e/o ribelli. È Continuato poi per motivi simili durante il XIX secolo e, con un peso crescente e oggi prevalente, per motivi economici. Si disboscava per coltivare, per la legna da ardere. Ora che il livello di aridità ed erosione è tale da rendere difficile l’agricoltura, una delle principali attività di sussistenza è la ricerca di legna (spesso ormai si raccolgono radici e arbusti) per fare carbone da vendere ai mercati: infatti il carbone da legna è ad Haiti la principale fonte di energia per cucinare anche in città.
Ma coltivare, per i contadini haitiani, oltre che difficile per motivi “ambientali”, è economicamente sconveniente: oltre alla siccità, alla povertà del terreno, alle violenze dei grandi proprietari terrieri, devono fare i conti anche con la concorrenza dei prodotti stranieri dell’agricoltura industrializzata che invadono i mercati locali. Ciò spesso scoraggia la popolazione che arriva ad abbandonare il lavoro rurale per vivere “di carbone” o emigrare o aspettare le rimesse di qualche parente emigrato in Florida.
La distribuzione della terra segue un rituale noto. Pochi grandi proprietari terrieri, la cui terra viene in grande quantità ceduta ai contadini in mezzadria o affitto pagato in anticipo a proprietari che la gestiscono con violenza e soppruso. Inoltre la terra affittata ai contadini è una terra collinare che poco offre perché marginale, ma che viene pagata a prezzi insostenibili per i contadini.
Molti contadini hanno perso la proprietà delle loro terre per non aver potuto saldare a tempo debito i debiti contratti con il grandon per far fronte a un periodo di siccità e carestia. La terra “persa” resta incolta, le famiglie perdono la loro fonte di sussistenza primaria, il tessuto locale (economico e sociale) si impoverisce.
Chi ha terra in proprietà, ha a disposizione meno di un ettaro, a sua volta parcellizzato tra i figli: una proprietà in cui vivono più famiglie. Il sistema sociale ed economico ruota intorno a piccole comunità; il 65% della popolazione vive in campagna,  analfabeta, dimenticata da tutte le istituzioni, in situazioni di vita al limite della sopravvivenza. Perdere la terra è facile: Molti contadini hanno perso la proprietà delle loro terre per non aver potuto saldare a tempo debito i debiti contratti con il grandon per far fronte a un periodo di siccità e carestia; in questo modo i grandon, sottraendo idocumenti legali ai contadini, accumulano la terra.
E’ in questo contesto che nasce l’organizzazione FDDPA.
FDDPA- “Fos pou Defann Dwa Peyzan Ayisyen”

Scheda fornita dall’organizzazione nel 2004


Cos’è?

È la Forza per la Difesa dei Diritti dei Contadini Haitiani. Questa organizzazione si pone come obiettivo servire e lavorare con i contadini più poveri che vivono sulla montagna di Haiti.

Storia.

Era il 1984, sotto il regine di Jean Claude Duvallier che faceva il buono e il cattivo tempo, quando è venuta l’idea di creare questa organizzazione. La congiuntura socio-politica era molto delicata, c’erano molte ingiustizie di cui i contadini, esclusi dalla società, erano vittime. C’era l’oppressione dei capi sezione e dei ton ton macoutes e altre forme di violazioni dei diritti umani. Di fronte a questa situazione si dimostrava necessaria la nascita di un’organizzazione che aiutasse i contadini a riunirsi insieme per arrivare a una vera trasformazione di questa società e che difendesse gli interessi delle comunità in cui vivono e soprattutto si preoccupasse di dare loro la formazione necessaria.

Chi ne fa parte?

L’FDDPA è aperto a tutti, ma in particolare ai contadini più svantaggiati, come:
  1. i contadini che, essendo senza proprietà, sono obbligati ad occupare delle terre per vivere;
  2. i contadini che non hanno terra e vivono generalmente in abitazioni inadeguate;
  3. i contadini impossibilitati a nutrirsi e che non hanno la possibilità di prendersi cura dei figli e di mandarli a scuola.

Dov’è presente?

L’FDDPA è presente nei dipartimenti dell’Artibonite, dell’Ovest e del Nord-Ovest. In ciascuno di questi dipartimenti l’FDDPA raduna più di 4.000 contadini.

È un’organizzazione religiosa?

L’FDDPA è un’organizzazione autonoma, indipendente da ogni religione. I contadini rappresentano l’elemento essenziale che deve lavorare per cambiare la propria vita e l’ambiente in cui vivono. Quest’organizzazione è aperta a tutte le religioni: cattolicesimo, protestantantesimo, vudù e anche gli atei.

Su cosa si basa la sua forza?

  • sulle donne che rappresentano la forza motrice della nostra società;
  • sui bambini che rappresentano la speranza del domani;
  • sugli uomini che devono condividere i doveri perché hanno già dei diritti;
  • sui medici tradizionale che svolgono un lavoro notevole tra la popolazione rurale.

Campi d’intervento.

All’interno dell’FDDPA intraprendiamo varie attività dai molteplici aspetti:
  1. accoglienza: gli svantaggiati, i senza casa, gli orfano, li accogliamo tutti e li mandiamo a scuola;
  2. educazione: l’FDDPA possiede delle scuole primarie e delle scuole professionali che coinvolgono circa 3.000 bambini e giovani, senza contare i vari centri di alfabetizzazione;
  3. salute: abbiamo dei dispensari a servizio della comunità contadina;
  4. commercio: abbiamo delle botteghe comunitarie dove è possibile trovare prodotti di prima necessità. A vantaggio dei contadini funzionano anche dei panifici;
  5. allevamento; l’allevamento di alcuni animali (capre, pecore, oche, polli, tacchini, maiali) permette di sopperire ad alcune necessità;
  6. il recupero della terra;
  7. stoccaggio: l’agricoltura nell’FDDPA svolge un gran ruolo permettendo l’alimentazione. A questo fine si applicano varie tecniche: a)manutenzione dei terreni; b)programma di rimboscamento delle montagne praticamente disboscate.
  8. artigianato: cerchiamo di lavorare i prodotti di cui disponiamo: a)le erbe con cui prepariamo medicamenti, pomate, sciroppi e oli; b)il cocco per la realizzazione di alcuni oggetti; c)foglie di banano ecc.
  9. formazione: la formazione che dura tutto l’anno permette ai contadini di acquisire conoscenze su: a) l’educazione civica; b) la formazione delle donne; c)l a formazione sull’AIDS; d) la formazione sulla salute; e) la formazione sull’agricoltura; f) la formazione sulla gestione.

Fonte: Libro “Viaggio ad Haiti”, rete di solidarietà internazionale Radié Resch-Padova.

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