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LA COMISION POR LA VERDAD Y LA RECONCILIACION:

I conti con il passato

Il governo Toledo tra le tante cose ha dovuto fare i conti con un passato scomodo, che in vent’anni ha seminato terrorismo e morte in tutto il paese. Non sarebbe stato possibile iniziare una nuova pagina di democrazia senza aver prima restituito la verità di quegli anni al popolo peruviano e il giusto riconoscimento alle tante famiglie toccate dal lutto o dalla scomparsa di un loro caro.
Nel giugno del 2001 il governo provvisorio presieduto da Valentin Paniagua, presidente dopo il periodo di Fujimori, istituisce una Comision de la  Verdad, trasformata in Comision de la Verdad y Reconciliacion, dal successivo presidente A. Toledo. Questa commissione presieduta dal filosofo e rettore della Pontificia università Cattolica del Perù, Salomon Lerner Febres, secondo la legge che l’ha istituita ha il compito di indagare e rendere pubblica la verità in merito a quanto accaduto durante i 20 anni di violenza politica e sociale che insanguinarono il Perù dal 1980 al 2000.
La volontà di costituire questo tipo di commissione nasce dal credo che la costruzione di una memoria debba essere elemento fondante del nuovo stato democratico per superare la pura logica della “punizione” e intraprendere quella della “riconciliazione”. Per ciò il lavoro della CVR è investito di una dimensione etico-morale, piuttosto che penale, con lo scopo di combattere l’oblio e recuperare il ricordo.
Gli obbiettivi assegnati al nuovo organo sono:
- Ricostruire le condizioni politiche, culturali e sociali e i relativi comportamenti delle varie istituzioni dello stato, per stabilire in quale misura questi contribuirono alla violenza.
- Accertare tutti i crimini e le violazioni dei diritti umani, identificando le responsabilità.
- Elaborare proposte concrete di riconoscimento per vittime e per i familiari.
Dopo due anni di intenso lavoro, il 28 agosto 2003, il rapporto finale della Comision de la Verdad y Reconciliacion viene consegnato al Presidente della Repubblica nel corso di una cerimonia pubblica al palazzo del governo a Lima.
Durante i vent’anni di terrorismo le peggiori previsioni davano la perdita di 35 mila vittime, ma il rapporto svela una verità ancor più terrificante; si calcola infatti che i morti e dispersi (desaparecidos) furono più di 69 mila.
17 mila testimonianze portano a denunciare in termini categorici la perpetrazione massiccia di crimini e violazioni dei diritti umani.
Il rapporto della CVR, nei suoi otto volumi, dichiara che la cifra di 69.280 vittime è significativamente legata alla situazione di povertà ed esclusione sociale. Il dipartimento andino di Ayacucho concentra il 40% di morti e desaparecidos, infatti si stima che nel 79% dei casi, le vittime sono contadini delle zone rurali con un livello di istruzione inferiore alla media nazionale; per di più il processo di violenza, oltre ad colpire le fasce più povere, si abbatte sulle popolazioni indifese e più emarginate dal punto di vista etnico: infatti il 75% delle vittime appartiene alla tribù Quechua, seguita da quella Ashaninka.
Per quanto riguarda le responsabilità del conflitto interno, la CVR accusa in primo luogo il Partido Comunista del Perù- Sendero Luminoso, ritenendolo la causa immediata e fondamentale dello scoppio del conflitto armato.
Sendero Luminoso è responsabile del 54% delle vittime denunciate dalla CVR.
Il rapporto analizza dettagliatamente le responsabilità dell’ideologia e dell’azione politica del partito, che ha fatto della violenza l’unico strumento del suo agire, praticando senza nessun rispetto per l’uomo, esecuzioni sommarie, torture, violenze sessuali sulle donne.
Anche il Movimiento Revolucionario Tupac Amaru è giudicato responsabile di azioni criminali e di ricorso all’omicidio; il suo coinvolgimento nel conflitto si ferma al 1.5% dei morti.
Coerente all’obiettivo etico-morale che si è prefissata, la CVR vuole ricercare le cause e le colpe dei morti e dei desaparecidos non solo nei diretti autori dei crimini, ma anche nei complici, istigatori e in tutte le persone che per azione od omissione non seppero fare quanto era necessario per impedire che la tragedia scoppiasse.
Prime fra tutte le Forze di Polizia che in condizioni logistiche precarie e con una preparazione poco adeguata hanno inviato i propri agenti che sono poi rimasti subordinati alle Forze Armate prima che ai propri superiori. Viene infatti constatato che l’intervento dei distaccamenti di polizia contro-insorgente, specie nella zona di Ayacucho ha fatto aumentare le violazioni dei diritti umani.
Durante lo stato d’emergenza vengono testimoniate torture negli interrogatori, esecuzioni extragiudiziali, sparizioni forzate, violenze sessuali
Riconosciuti gli sforzi e i sacrifici compiuti dai membri delle Forze Armate, la CVR accusa queste ultime di aver applicato una repressione indiscriminata contro la popolazione considerata sospetta di appartenere al PCP-SL, nonché di essere responsabile del 31% delle vittime.
Importanti rimangono le accuse mosse ai governi di Belaunde, di Alan Garcia, cui sono state indicate inadempienze, menzogne e corresponsabilità; in particolare sono colpevoli di aver permesso la sistematica violazione dei diritti umani attraverso la copertura dell’operato delle Forze Armate.
Più severo è il giudizio sul governo dittatoriale di A. Fujimori viste le sue responsabilità nell’aver tollerato la nascita e l’azione di organizzazioni paramilitati come quelle del “Grupo Colina”, vincolato all’ex capo dei servizi segreti, nonché braccio destro di Fujimori, Vladimiro Montesinos che si è macchiato di assassinio, scomparse forzate e massacri.
Una delle ultime parti del rapporto viene dedicata al ruolo delle organizzazioni sociali quali: sindacati, sistema educativo, la chiesa, le organizzazioni per la tutela dei diritti umani e i mezzi di comunicazione che durante il periodo di terrorismo, anche se presi di mira, hanno cercato di contrastare l’onda violenta.
I danni provocati dai 20 anni di terrorismo e conflitto armato sono immensi: oltre alla distruzione generalizzata del sistema produttivo, è rimasta la disorganizzazione della vita sociale locale e ancor più grave l’esodo di migliaia di persone dalle zone della violenza che ha provocato impoverimento, diffidenza generalizzata e un’urbanizzazione costrittiva.
La Comision de la Verdad y Reconciliacion chiede che il rapporto venga divulgato in tutto il paese con lo scopo di abbattere il muro di silenzio e paura che ancora circonda le vite di tanti peruviani. Riportare alla luce questi 20 anni di spaventose violenze vuole essere motivo per restituire dignitoso riposo ai tanti morti e scomparsi di cui non si era nemmeno a conoscenza e dare alla gente la fiducia e la speranza che un fatto simile mai più si ripeti. Nunca mas!
Da parte sua, il presidente Toledo si è scusato a nome dello Stato con “tutti quelli che hanno sofferto”. Ha annunciato lo stanziamento di circa 800 milioni di dollari per un “Piano di Pace e Sviluppo” volto a migliorare le opere pubbliche nelle aree più provate e a rafforzare le istituzioni statali e la società civile. Non ha tuttavia riconosciuto risarcimenti individuali richiesti dalle vittime e dalle loro famiglie.


La Presentazione dell' INFORME FINAL della CVR
di Salomon Lerner


CRONOLOGIA degli ultimi 20 anni di violenza politica
1980 - 2000


Il RAPPORTO FINALE della CVR

Maggiori informazioni (in spagnolo e in inglese), su:
www.cverdad.org



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