Dal Vangelo di
Giovanni (4,43-54)
"Trascorsi
due giorni, partì di là per andare in Galilea. Ma Gesù stesso
aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria.
Quando però giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero con gioia,
poiché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme
durante la festa; anchÂ’essi infatti erano andati alla festa."
Questi versetti ci vogliono situare sia nel tempo che in un
contesto! Ci dicono:
v
Che Gesù parte da un luogo
v
Che un profeta non è accolto nella sua patria
v
Che i Galilei lo accolgono… perché avevano visto
quello che Gesù aveva fatto a Gerusalemme…
In questo momento viene o esce dalla Samaria, dalla terra di
coloro che si erano mischiati ai pagani ed erano considerati degli
impuri e esclusi dai giudei… Per ritornare in Galilea Gesù non
aveva altra possibilità , doveva passare dalla terra degli impuri e
passandoci Gesù si ferma a parlare con una donna al pozzo di Sicar…
una donna, unÂ’esclusa, una peccatrice, impura tra gli impuri. I
Samaritani, grazie a questa donna, riconoscono che Gesù è il
SALVATORE DEL MONDO. Belle le parole che questi Samaritani
rivolgono alla donna, dopo aver ascoltato il suo racconto e dopo
essersi incontrati loro stessi con Gesù: “ Ora non è più per la
tua parola che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito
e sappiamo che questi è veramente il Salvatore del mondo!”.
Allora da dove viene o esce Gesù?
Gesù in questo momento viene o esce da “ coloro che lo
hanno riconosciuto”! Hanno udito, lo hanno
riconosciuto e accolto, visto che si ferma da loro due giorni!
Ø
Ma perché poi Gesù dice che un “ profeta non
riceve onore
nella sua patria”…
Prima di attraversare la Samaria Gesù era stato in Giudea, a
Gerusalemme, la città della presenza di Dio… al tempio dove c’era
il Santo dei Santi ( dimora di Dio)Â… la sua patria, lui il figlio
di Dio, proprio a casa sua aveva trovato opposizione, ostacoli,
rifiuto… Gesù aveva lasciato la sua casa, Gerusalemme, perché lì,
nel cuore della Giudea non era stato accoltoÂ… nonostante i segni
da lui compiuti lo avevano rifiutato, contraddetto!
Ø
Giunto in Galilea, Gesù viene accolto con gioia…
Qualche versetto dopo, nel testo che leggeremo, Gesù sembra
mettere in discussione questo modo di accoglierlo: “ Se non
vedete segni e prodigi, voi non credete”. Gesù è cosciente che
i suoi compaesani sono pieni di gioia perché hanno visto i
prodigi da lui compiuti, sa che lo accolgono per quello che ha
fatto e non per ciò che è! Lo accolgono perché hanno visto e non
perché hanno udito e colto chi “ è”! C’è differenza tra la gioia
dei Galilei, che si appoggia sul “ vedere”, e quella dei
Samaritani, che si basa sull’ “ udire”… Ma bastano vedere
e udire????
Entriamo ora nel testo di oggi e riascoltiamolo cercando di
lasciarlo vibrare nel nostro cuore e di essere lì presenti… forse
ci sentiremo uno dei tanti tra la folla, uno tra i discepoli,
forse ci sentiremo il funzionario o il bambino ammalato, o uno dei
serviÂ…:
“ Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in
vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a
Cafarnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea,
si recò da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché
stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi,
voi non credete». Ma il funzionario del re insistette: «Signore,
scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli risponde: «Và , tuo
figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che gli aveva detto
Gesù e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero
incontro i servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». S’informò poi a che
ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo
mezzogiorno la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che
proprio in quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive» e
credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo miracolo che Gesù fece tornando dalla Giudea in
Galilea.”
-
Il testo ci riporta a Cana, là dove
Gesù ha compiuto il suo primo segno…
A Cana la sua Parola aveva trasformato lÂ’acqua in vino, donando
gioia a tutti gli invitati a nozze. Quel vino buono, nessuno lo
aveva scordato! Lì a Cana, i suoi discepoli avevano visto e
creduto in lui, avevano accolto la
PAROLA!
Il racconto delle nozze di Cana e questo racconto hanno la stessa
struttura:
Ø
rispettivamente una madre e un padre
Ø
che presentano la situazione di un terzo ( qualcuno
che ha bisogno)
Ø
Gesù che sembra opporsi ma poi dà un ordine che è
accolto,
Ø
il prodigio constatato
Ø
e di conseguenza la FEDE!
Gli abitanti di Cana accolgono Gesù con gioia perché i
Galilei che erano stati a Gerusalemme lo avevano preceduto e ne
avevano proclamato i segni da lui compiuti! Un onore avere un
connazionale così grande!
-
Nella gioia di chi lo accoglie, si
fa avanti un funzionario del ReÂ…
Egli aveva un figlio ammalato a Cafarnao, la traduzione greca dice
“ il cui figlio era malato”, perciò l’unico suo figlio.
Il funzionario aveva udito che Gesù aveva compiuto prodigi
e che ora era di ritorno in Galilea, senza esitazione si reca da
lui e lo prega di scendere a guarire suo figlio che sta per
morire.
Scendere, significa che lui aveva dovuto salireÂ…
affrontare un viaggio faticoso! Avrebbe potuto inviare i suoi
servi da Gesù che in fondo era uno qualunque: non aveva titoli o
pregi come lui! No, ci va lui, lui di persona perché colui che sta
morendo è suo figlio, la sua ricchezza, ciò che di più prezioso
possiedeÂ… colui che gli avrebbe dato una discendenzaÂ… che
lÂ’avrebbe fatto vivere anche dopo la sua morte! Ci va e supplica
“ Scendi!”…
Chi è che deve scendere se non uno che sta “ sopra”, più su di
te?
In questo supplicare di “ scendere” vi è nascosta
unÂ’intuizione che questo funzionario aveva senza esserne
consapevole fino in fondo: “ Quest’uomo che compie prodigi
è più di me… non so chi sia… ma è di più!...” “
Scendi e guarisci mio figlio” è come se dicesse “ Tu che
sei di più… tu puoi guarire mio figlio… scendi e abbi pietà ,
non lasciarlo morire!”.
Proviamo ad immaginare… lo prega “ Scendi” come se dicesse
“ non sono nulla davanti a te, ma ti prego
scendi, se no mio figlio muore!” …Non è forse la stessa cosa
che gli avevano detto in Samaria: “ Salvatore del mondo”? “
Salva mio figlio”!
-
Gesù sembra impassibile…
Fa male sentire la risposta che dà a questo funzionario che si
umilia davanti a tutti, gli dice: “ Se non vedete segni e
prodigi voi non credete!”… Se era venuto così di corsa era
perché ci credeva o per lo meno sperava! Lui non era stato a
Gerusalemme non aveva visto i segni da lui compiutiÂ…
Ma il funzionario non si arrende, va più lontano, lo chiama,
si rivolge a lui con un nome, un titolo “ Signore,
scendi prima che il bambino muoia!”, come se gli dicesse
“ Tu solo puoi fare qualcosa!”
Stupisce anche il fatto che Gesù che prima aveva resistito alla
richiesta del funzionario, a questa seconda supplica, senza
perdersi in commentari, gli risponde: “ Va, tuo figlio
vive!”.
Perché? Come mai prima aveva un atteggiamento quasi di rifiuto e
ora invece gli dà un comando e lo rassicura che il figlio vive?
Non gli dice “ Si vengo!”, ma “ Va, tuo figlio vive!”!!!!!?
-
Chi è il funzionario del Re?
Ø
Uno che ha potere, un potere che gli è dato dagli
uomini a cui lui si assoggetta
Ø
Uno che può comandare, si fa rispettare e obbedire
Ø
Ma era sempre uno
“ straniero”. Probabilmente un pagano! Anche se lo
rispettavano, interiormente gli ebrei lo disprezzavano perché
secondo la loro religione era un impuro. Se anche fosse stato un
ebreo al servizio dei romani, era sempre disprezzato perché
considerato un traditore, un venduto. Il rispetto era legato solo
al fatto che aveva ricevuto un potere da qualcuno a cui si
assoggettava: Roma! Roma che purtroppo dominava su di loro! Roma
che odiavano ma che dovevano subire!
La cosa che commuove è pensare che questo funzionario va da solo
da Gesù. Quasi come se in quella situazione poco gli importasse
del suo titolo e ruolo. Ha nel cuore solo un desiderio, che suo
figlio guarisca e riabbia vita! Sente che la morte si avvicina e
il suo potere non può allontanarla… se perde suo figlio perde
tutto! È disperato perché non può fare niente, non può
farsi rispettare e obbedire dalla morte! Si sente tanto solo,
debole e impotente davanti alla morte, al limite! È uomo e solo
uomo… ma non ne è consapevole fino in fondo!
·
Gesù con la sua durezza iniziale, lo spinge a
scendere nel suo cuoreÂ…
A scoprire e trovare ciò che è realmente! Lui chiede a Gesù di
scendere a Cafarnao, Gesù lo fa scendere nel suo
cuore, gli fa tirare
fuori ciò che gli sta più a cuore “ Che il bambino non muoia”…
ma gli fa pronunciare anche “ Signore”, cioè
gli fa dire la sua fame e sete di Qualcuno che sia più di lui… di
qualcuno che vinca la morte!
L’apparente durezza di Gesù è per portare quell’uomo nell’angolo
più intimo del suo cuore e trovarvi quel poco di fede che “ fa
spostare le montagne”!
E quell’uomo la trova, davanti al “ Va, tuo figlio vive”
non ha più bisogno di chiedere a Gesù di scendere. Crede e si
mette in cammino,
scende lui stesso verso il figlio!
·
A partire da questo momento non si parla più di
funzionario del reÂ…
si parla di quellÂ’uomo! Di quella persona che ha accettato
di scendere nel suo cuore e di cogliere la sua paura davanti alla
morte e di sentirsi impotente! Ora non ha più bisogno del suo
potere di funzionario del reÂ… si sente uomo, vero uomo!
Ha toccato i limiti umani, ha riconosciuto la sua pauraÂ… ha
riconosciuto l’affetto per suo figlio, ha riconosciuto ciò che lo
fa vivere!
Interessante notare che lui non dice mai “ mio figlio”, è
Gesù che lo dice “ Va, tuo figlio vive!”. Gesù lo aiuta a
cogliere che quel bambino, su cui lui aveva tante aspettative, è
innanzi tutto un figlio… cioè una persona con la sua dignità !
Quell’uomo lo capisce dalla risposta di Gesù e parte, scende
verso Cafarnao, verso il figlio!
·
Ed ecco che mentre scendeÂ…
incontra i suoi servi che gli vengono incontro pieni di gioia per
annunciargli che “ Tuo figlio vive”. Le stesse parole di
Gesù!
I servi, godono nel vedere il bambino riprendersi e stare meglio e
corrono ad avvertire il funzionario, e osano rivolgersi a lui con
un linguaggio famigliare “ tuo figlio vive”… non avrebbero
dovuto per rispetto rivolgersi a lui con altri termini? In un
altro momento non avrebbero osato parlargli così! Ma loro il
miracolo l’hanno visto! Il bambino stava morendo ed è ritornato
alla vita! Erano consapevoli del prodigio! LÂ’uomo, quellÂ’uomo,
che fino ad allora si era fatto rispettare e che avrebbe avuto
mille ragioni per riprendere i suoi schiavi che osavano parlargli
così, si informa semplicemente sull’ora in cui la febbre aveva
lasciato il bambino.
Alla risposta dei servi riconosce che quella era lÂ’ora in
cui Gesù gli aveva detto “ Va, tuo figlio vive” e credette!
·
Ora da uomo diventa PadreÂ…
“ il padre riconobbe”… diventa padre, ma non lo era di già ?
Fisicamente si, ma nel cuore non lo era ancora pienamente perché
quel figlio era suo, era per i suoi sogni, per la sua discendenzaÂ…
ora quel figlio è un DONO, è RI-DONATO, e lui si rende
conto che non gli appartiene più! Lo sente libero, lo sente
Figlio! Figlio di chi ha vinto la morte! Di chi gli ha
semplicemente detto “ VA…. SCENDI IN TE”!
È così pieno di gioia che crede lui con tutta la sua famiglia, o
meglio, con tutta la sua casa! Non può non credere!
Ha capito che lui è uomo come tutti e che l’uomo Gesù è “ di
più…” perché ha vinto la morte! Ha fatto rinascere
la vitaÂ… rifiorire!!! Ha creduto senza vedereÂ… ha udito
la Parola “ Va” ed è partito!
·
Chi crede alla Parola di Vita ( tuo figlio
vive, va)
diventa pienamente umano, si accoglie per ciò che è con i
suoi doni e i suoi limiti. Chi crede alla Parola di vita diventa
pienamente PADRE E MADRE, cioè capace di accogliere
il figlio – dono ma anche di ridonarlo lasciandolo libero!
Quest’uomo ha creduto alla Parola che promette, si è fidato… e
crede anche alla Parola dei servi che racconta il prodigio: non
vede, ma ode e crede! La fede è sempre fondata sulla
PAROLA che raccontando la SALVEZZA già avvenuta, la dona a chi
l’ascolta. Ed è la fede il vero prodigio perché ci mette in
rapporto di Fiducia con Dio, ci fa suoi figli e ci libera dalle
nostre paure che ci tolgono la vita e libera in noi tutte quelle
energie che invece la fanno fiorire! La salvezza che questo uomo e
padre ha ricevuto non è tanto la salute del figlio, ma la
pienezza di vita cioè la fede che fa aderire a Colui che è la
VITA!
Gesù non scende, non ce n’è bisogno… perché è il padre stesso che
scende per Gesù ed è sicuro che la VITA ha vinto! È la fede che
rende presente Gesù! L’uomo – padre scende verso il figlio con
la Fede nella Parola di Vita che Gesù gli ha comunicato!!!
·
Tutta la sua casa crede con lui!
Perché quella Parola ha trasformato quel funzionario in uomo e
padre, cioè ha trasformato il suo modo di porsi in relazione con
il Figlio, con la sua casa! Prima aveva un potere datogli dagli
uominiÂ… si faceva rispettare e comandavaÂ…ora ha un potere che gli
viene dall’incontro con Gesù, si fa servo obbediente e scende
per AMARE!
Casa = luogo delle prime relazioni. Questa casa viene guarita
dalla fede perché quell’uomo finalmente ritrova la sua casa, il
suo cuore e si accorge che è di casa con Dio perché Dio abita
nel profondo del suo cuore, del cuore di ogni uomo! Ha incontrato
Dio, l’ha lasciato scendere nel suo cuore, nel suo intimo, là dove
la paura lo teneva stretto, ma là dove anche la speranza vibrava e
lo spingeva a stare in piedi, a camminare salendo fino a Cafarnao
e poi a scendere! La fede lo ha fatto “ CASA”, luogo d’incontro
con Dio, luogo aperto a tutti gli uominiÂ…
Padre, figlio e serviÂ… ora sono tutti fratelli nella fede! Tutti
hanno credutoÂ… udito, visto, credutoÂ… e si sono messi in
cammino! Tutti fratelli perché nessuno è estraneo
a Dio. La Parola dà il “ vino buono” alle nozze di Cana… e
qui dà l’amore… e questo amore è la VITA stessa di chi lo
accoglieÂ… vita che genera
FRATERNITAÂ’!
La fede non pretende di vedere segni e prodigi per verificare se
il Signore ci ama: crede al suo amore sulla sola Parola che
racconta i segni che Egli ha già operato! Chiedere altri segni
significa non credere allÂ’amore di Dio per noi!
Parola e Fede, Amore e Vita sono inseparabili! La Fede è l’unico
accesso alla Parola che è Vita! Gesù, Salvatore del mondo, dona
la vita a chiunque crede in lui. La vita è aderire a lui, il
Figlio amato dal Padre che ama i fratelli!
·
Situiamo nel tempo ciò che è avvenuto!
Gesù ha trascorso due giorni in terra di Samaria… per scendere a
Cafarnao il padre ci impiega allÂ’incirca un giorno... quindi 3
giorni! Al terzo giorno cosa avviene? La Resurrezione, il trionfo
della VITA!
Perché fiorisca la Vita in noi…. ci è chiesto di porsi in
ascolto della Parola con fede! Aver fede nella Parola udita!
FEDE?
Ci sono diversi livelli di fede:
q
Fede idolatrica, sempre in cerca di segni e prodigiÂ…
q
Fede iniziale o solo imperfetta, che crede perché
vede, come i discepoli di Cana, o solo se vede , come TommasoÂ…
q
Fede dell’uomo che “ crede alla Parola” senza vedere
segni e prodigi, che diventa poi un credere al racconto del segno,
aderendo alla persona di Gesù senza vedere ….
QUALE E' LA
MIA?
Per la riflessione scegli le domande che ti sembrano aiutare di
più a “ scendere” nel tuo cuore:
-
In quale personaggio mi ritrovo? Come mai? Cosa
abbiamo in comune?
-
Funzionario del re: è colui che ha un ruolo
fatto di potere e prestigio. Nel mio vivere quotidiano che ruolo
assumo nei confronti delle persone che mi sono accanto o che
incontro?
-
Ho delle aspettative sulle persone che mi sono
accanto o le accolgo per ciò che sono, Figli di Dio Padre? Mi
sento figlio/a di Dio ?
-
Accetto l’invito di Gesù di scendere
nell’angolo più intimo e nascosto del mio cuore, là dove nascondo
i miei limiti, le mie paure… là dove brilla una piccola speranza?
Perché?
-
La mia fede com’è? Ho bisogno di vedere segni
per credere? Oppure so pormi con fiducia davanti al Signore che è
già sceso in me, facendosi uomo come me?
-
La mia fede mi fa camminare verso Gesù e verso
gli altri accettando i miei limiti e le mie paure e di conseguenza
i loro limiti e paureÂ… o questi mi bloccano?
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